L'Aquila ospita il progetto LIFEMap per la mappatura genomica e la medicina personalizzata

L’Aquila ospita il progetto LIFEMap per la mappatura genomica e la medicina personalizzata

L’Università dell’Aquila ospita il progetto LIFEMap, finanziato con 5,4 milioni di euro, per la mappatura genomica e la medicina personalizzata, promuovendo prevenzione e ricerca innovativa nel settore sanitario.
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L'Aquila ospita il progetto LIFEMap per la mappatura genomica e la medicina personalizzata - Gaeta.it

Oggi, l’Università degli Studi dell’Aquila è diventata il centro di incontro per il progetto di ricerca LIFEMap, un’iniziativa ambiziosa finanziata dal Ministero della Salute con un contributo di 5,4 milioni di euro. Questo progetto ha come obiettivo la mappatura genomica per migliorare la prevenzione e la medicina personalizzata, un campo in continua espansione che promuove approcci terapeutici più efficaci. I dettagli di un importante incontro di lavoro si svolgono presso il Centro congressi “Luigi Zordan”, dove esperti e ricercatori si confrontano su progressi e metodologie nel contesto di un’iniziativa che si preannuncia cruciale nel panorama della salute pubblica.

Un incontro significativo per il progetto LIFEMap

Nei giorni 20 e 21 marzo, il Centro congressi “Luigi Zordan” ospiterà un importante incontro di lavoro, dove saranno discussi i progressi finora compiuti e la pianificazione delle fasi future del progetto. La giornata sarà dedicata a esaminare i risultati ottenuti nei tavoli sulle infrastrutture e sulle analisi, con uno specifico focus sui metodi di analisi bioinformatica e genetica statistica, assieme all’applicazione dell’intelligenza artificiale. Uno dei punti chiave del meeting riguarderà anche il reclutamento dei pazienti, un’attività fondamentale per il successo complessivo della ricerca.

Il progetto LIFEMap si sviluppa su un arco di quattro anni e prevede l’analisi del genoma di 5000 individui per identificare varianti genetiche e fattori ambientali collegati al rischio di sviluppare malattie metaboliche, infiammatorie e neoplastiche. L’approccio mira a fornire un quadro più chiaro delle interrelazioni tra genetica e salute, aprendo la strada a interventi preventivi più mirati.

I partner del progetto e il ruolo dell’Università dell’Aquila

L’Istituto Giannina Gaslini di Genova guida il progetto, cui partecipano diversi enti di rilievo. Tra i partner figurano l’IRCCS San Raffaele Roma, l’AORN Santobono-Pausilipon di Napoli, la ASL di Teramo, e varie università tra cui Padova, Kore di Enna e San Raffaele Roma, oltre ad istituzioni di ricerca come il CRS4 e il CEFPAS. L’Università degli Studi dell’Aquila ricopre un ruolo significativo all’interno di questo consorzio di ricerca. Edoardo Alesse, Rettore dell’ateneo, ha espresso soddisfazione per l’hosting del meeting, rimarcando l’importanza della ricerca sulla medicina predittiva. Il contributo dell’università non si limita alla pura partecipazione, ma si estende alle conoscenze accumulatesi nel settore della genetica medica e nelle infrastrutture di ricerca.

L’Ateneo aquilano si pone così come un attore chiave nel panorama della salute, valorizzando la cooperazione scientifica e la ricerca applicata, fondamentale per lo sviluppo di strategie terapeutiche e di prevenzione nel contesto della medicina moderna.

Ruolo della medicina predittiva nei processi di prevenzione

Isabella Ceccherini, coordinatrice del progetto, ha posto l’accento sulla rilevanza della medicina predittiva, che consente l’identificazione precoce di fattori di rischio genetici e ambientali. Riconoscere tali elementi può portare a diagnosi anticipate di malattie, potenzialmente beneficiando non solo i pazienti, ma anche le loro famiglie e la società nel complesso. La medicina predittiva non solo contribuisce a migliorare la salute individuale, ma, come evidenziato dalla Ceccherini, ha l’importante funzione di ridurre l’impatto sociale ed economico delle patologie. Questo approccio permette interventi mirati e, di conseguenza, un uso più ottimizzato delle risorse sanitarie.

Approfondimento sulla mappatura genomica

Antinisca Di Marco e Francesco Brancati, professori dell’Università degli Studi dell’Aquila, hanno illustrato le fasi di reclutamento e analisi dei profili genetici di partecipanti, che includeranno sia bambini che adulti affetti da malattie oncologiche, metaboliche e reumatologiche. Il progetto si avvale di tecnologie avanzate di sequenziamento del genoma umano, insieme a una piattaforma che analizzerà specifici profili genetici. Attraverso l’integrazione di dati clinici e analisi statistiche basate sull’intelligenza artificiale, gli esperti intendono identificare profili genetici e associazioni finora sconosciute, migliorando le possibilità di prevenzione e aiuto per i soggetti a rischio.

Questo approccio è destinato a influenzare positivamente la pratica clinica, consentendo di gettare le basi per una medicina personalizzata più efficace, in grado di adattarsi alle necessità specifiche di ogni paziente. Il progetto LIFEMap si prepara così a diventare un punto di riferimento per l’evoluzione della medicina predittiva in Italia.

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