L'arcivescovo diego giovanni ravelli tra i protagonisti dei momenti cruciali dell'addio a papa francesco

L’arcivescovo diego giovanni ravelli tra i protagonisti dei momenti cruciali dell’addio a papa francesco

Diego Giovanni Ravelli, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, ha svolto un ruolo centrale nella gestione dei funerali di papa Francesco e nell’organizzazione della sede vacante e del conclave al Vaticano.
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L’arcivescovo Diego Giovanni Ravelli, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, ha giocato un ruolo centrale nell’organizzazione delle cerimonie legate alla scomparsa di papa Francesco e nella gestione della sede vacante e del conclave. - Gaeta.it

La scomparsa di papa francesco ha portato all’attenzione pubblica figure chiave del Vaticano, tra cui l’arcivescovo diego giovanni ravelli. Originario di Lazzate, in provincia di Monza e della Brianza, ravelli ha guidato molte delle cerimonie liturgiche legate agli ultimi giorni e al funerale del pontefice. Il suo ruolo strategico e i gesti compiuti durante questi eventi hanno catturato l’interesse degli osservatori di tutto il mondo.

La presenza di diego giovanni ravelli nella fase conclusiva di papa francesco

Durante il periodo che ha preceduto la fine della vita di papa francesco, ravelli ha avuto un ruolo essenziale nei momenti pubblici più significativi, spesso ripresi in diretta mondiale. Il 21 aprile 2025, domenica di Pasqua, il pontefice si è affacciato al balcone del palazzo apostolico di sorpresa per salutare una piazza san pietro colma di fedeli. Le parole del papa, brevi e pronunciate a fatica, sono state seguite dalla figura di ravelli, che ha preso la parola per leggere il messaggio del pontefice. Questo gesto ha segnato l’inizio di una serie di interventi pubblici del maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, impegnato a coordinare gli aspetti formali in quei giorni drammatici.

Il ruolo accanto al cardinale camerlengo

Il ruolo di ravelli è proseguito accanto al cardinale camerlengo kevin joseph farrell per annunciare ufficialmente la morte del pontefice. Successivamente, durante la cerimonia di benedizione del feretro, ravelli ha compiuto un gesto simbolico molto delicato, posando un velo di seta bianco sul volto di papa francesco prima che la bara venisse sigillata. In occasione delle esequie in piazza san pietro, l’arcivescovo brianzolo si è inginocchiato davanti al feretro, appoggiando il vangelo sulla bara. Questo momento, raccolto e intenso, è stato mostrato dalle telecamere internazionali. Le pagine del vangelo sono state smosse dalla brezza del tardo pomeriggio, aggiungendo una dimensione di quiete alla funzione funebre.

La nomina a maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie e i nuovi incarichi di ravelli

Dal ottobre 2021, diego giovanni ravelli ha rivestito il ruolo di maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, affidato direttamente da papa francesco. Ha diretto l’ufficio omonimo e ha assunto la responsabilità della cappella musicale pontificia sistina, incarico che gli ha conferito un compito di grande rilievo nelle cerimonie istituzionali della Santa Sede. Nel giugno 2023, ravelli ha ricevuto anche la delega pontificia per la basilica di sant’antonio di padova, aumentando ulteriormente il suo raggio d’azione nel contesto ecclesiastico italiano.

Questa posizione lo rende figura centrale durante la fase di sede vacante, proprio quando si deve scegliere un nuovo pontefice. In quanto responsabile delle celebrazioni, ravelli organizza e sovrintende alla liturgia funebre e ai vari riti connessi, elementi che rientrano nel protocollo ufficiale che precede il conclave. La sua esperienza accumulata in anni di servizio lo ha reso un punto di riferimento per la Santa Sede in momenti di passaggio delicati e di forte attenzione mediatica.

Un percorso formativo e una carriera solida

Diego giovanni ravelli è nato nel 1965 a Lazzate, un piccolo comune in Brianza. Ha iniziato il suo percorso ecclesiastico studiando nel seminario vescovile di Como. Nel 1991 è stato ordinato presbitero nella cattedrale di Como dal vescovo alessandro maggiolini, entrando nell’associazione dei sacerdoti di gesù crocifisso, società clericale pubblica. Nel corso degli anni ha formato un solido background accademico. Nel 1998 è stato nominato officiale dell’elemosineria apostolica. Nel 2000 si è diplomato in metodologia pedagogica all’università pontificia salesiana di roma. Ha raggiunto il dottorato in sacra liturgia presso il pontificio ateneo sant’anselmo nel 2010.

La sua carriera lo ha portato a ricevere il titolo di cappellano di sua santità nel 2003. Due anni dopo è diventato cerimoniere pontificio. Tra il 2013 e il 2021 ha guidato l’ufficio dell’elemosineria apostolica. Queste esperienze sono culminate nella nomina a maestro delle celebrazioni liturgiche da parte di papa francesco. Ha così sostituito guido marini, che nel frattempo è diventato vescovo di tortona.

Ravelli e la macchina vaticana: la gestione dei funerali e l’organizzazione del conclave

Il ruolo di maestro delle celebrazioni liturgiche rende ravelli un elemento imprescindibile durante momenti chiave del Vaticano. Non solo ha coordinato i dettagli della chiusura della bara di papa francesco, avvenuta alle 20 del 25 aprile 2025, ma si è occupato della complessa struttura liturgica che ha accompagnato le esequie e gli eventi successivi alla morte del pontefice.

ResponsabilitĂ  e coordinamento durante il periodo di sede vacante

Le responsabilità di ravelli si estendono verso la preparazione e il controllo di tutti gli aspetti liturgici fino alla conclusione della sede vacante e all’inizio del conclave. L’arcivescovo guida una squadra che si occupa dei riti ufficiali della Santa Sede, assicurando il rispetto delle tradizioni e delle regole che regolano la transizione tra due pontificati. Il suo lavoro coinvolge diverse istituzioni e assetti, tenendo conto delle presenze ufficiali e della sicurezza delle cerimonie.

L’attività di ravelli diventa essenziale nel mantenere ordine e tono della dimensione sacra nel pieno rispetto delle aspettative della Chiesa cattolica mondiale. Ogni dettaglio è supervisionato, dalle preghiere officiate alla musica della cappella sistina, elemento che dà ulteriore rilievo ai momenti solenni. L’arcivescovo rappresenta così un punto di riferimento organizzativo e spirituale in giorni che segnano la fine di un’epoca e l’inizio di una fase nuova per il papato.

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