Fabrizio Cicchitto, un nome che ha segnato la politica italiana, racconta il suo viaggio attraverso le correnti politiche e i momenti decisivi della storia recente. In un’intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera‘, Cicchitto ha messo a fuoco la sua evoluzione politica, i legami con figure di spicco e le tensioni attuali. Un racconto denso di eventi storici e personali che chiarisce le sue posizioni e il contesto in cui si è mosso.
La ribellione contro la Democrazia Cristiana
Cicchitto condivide come, influenzato dalla lettura di settimanali che criticano la Democrazia Cristiana, ha formato la sua visione politica. Da giovane, leggeva il ‘Mondo‘ e l’ ‘Espresso‘ che lo spinsero a denunciare i valori della DC da una prospettiva di sinistra. Al contempo, le letture del ‘Borghese‘ di Longanesi e ‘Candido‘ di Guareschi gli fornivano un argine contro la stessa forza politica da destra. Grazie a queste influenze, Cicchitto evolve da un attivismo di sinistra verso il socialismo, una trasformazione rilevante avvenuta nel 1956, anno segnato dai fatti di Ungheria.
“Le manifestazioni contro l’Unione Sovietica ci vedevano protagonisti” racconta, descrivendo come i fascisti, pur partecipando alle proteste, si ritiravano nel momento cruciale, lasciando i giovani come lui a fronteggiare le conseguenze di quei conflitti. Queste prime esperienze formative hanno sviluppato nel giovane Cicchitto una forte inclinazione per i valori socialisti. Ancora oggi, queste esperienze sono un tema centrale per comprendere il suo percorso politico.
La P2 e il diritto di sapere
Uno dei momenti cruciali per Cicchitto si è avuto con la scoperta dei ‘Lettori‘ della P2, i cui elenchi hanno coinvolto diversi politici italiani. Ricorda un dialogo con Francesco Cossiga, il quale gli manifestò le opportunità che l’affiliazione a quel gruppo poteva offrire. Secondo l’ex presidente del Consiglio, unirsi a Licio Gelli avrebbe potuto essere un grande affare per chi cercava di prosperare politicamente. Cicchitto, con schiettezza, ammette di aver compreso troppo tardi la natura del gruppo e di essersi sentito in trappola.
Quella fase della sua vita ha segnato un’esperienza di minaccia personale e politica. La scoperta di un sistema di controllo esercitato sulla sua persona ha determinato una reazione di sfida e resistenza. Spiega come, in un processo di auto-protezione, sentì la necessità di far parte di quel circolo, rivelando una certa vulnerabilità . “La viltà mi ha salvato” dice, enfatizzando come, nonostante i momenti difficili, sia riuscito a trovare un modo per andare avanti.
Le relazioni politiche contemporanee
Un altro punto saliente della sua carriera è stato l’incontro con Silvio Berlusconi, che avvenne durante le riunioni per fondare l’Udr, un nuovo partito di centro voluto da Cossiga nel 1998. Dalla descrizione di Cicchitto, si evince che il piano al quale partecipava mirava a portare Massimo D’Alema a Palazzo Chigi. Secondo Cossiga, il ruolo di un ex comunista sarebbe stato cruciale per le necessarie scelte politiche riguardo alla crisi in Kosovo.
In quell’occasione, molti socialisti si avvicinarono a Berlusconi, compreso Cicchitto, affiancati da nomi noti come Gianni De Michelis e Margherita Boniver. Questo ha segnato un passaggio fondamentale nell’ambito politico italiano, evidenziando l’evoluzione degli schieramenti.
Oggi, parla di Giorgia Meloni come di una figura predominante nel suo schieramento, ma esprime una certa preoccupazione per alcune delle inclinazioni politiche presenti nel suo partito. Sottolineando le tendenze filo-Putin e filo-Trump, Cicchitto mette in guardia su posizioni, che a suo avviso, non rispecchiano i valori democratici nostrani. Riguardo la situazione in Ucraina, lui è chiaro: sarà quella a determinare la vera posizione della Meloni nel contesto politico internazionale.