L'assenza dello Stato negli istituti penali minorili: la denuncia di Radicali Italiani

L’assenza dello Stato negli istituti penali minorili: la denuncia di Radicali Italiani

Filippo Blengino denuncia le gravi condizioni degli istituti penali minorili in Italia, evidenziando degrado ad Airola e sovrappopolazione a Nisida, e critica l’inefficacia delle politiche governative sulla giustizia giovanile.
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L'assenza dello Stato negli istituti penali minorili: la denuncia di Radicali Italiani - Gaeta.it

Le recenti dichiarazioni del segretario di Radicali Italiani, Filippo Blengino, offrono uno spaccato inquietante della situazione degli istituti penali minorili in Italia, in particolare ad Airola e Nisida. La visita dei rappresentanti del partito ha messo in evidenza un quadro allarmante riguardo la gestione e le condizioni di vita all’interno di queste strutture. L’evidente assenza delle istituzioni pone interrogativi sul futuro di ragazzi e personale coinvolti, incapaci di affrontare adeguatamente le sfide della reintegrazione sociale.

Le condizioni critiche dell’istituto di Airola

La struttura penale minorile di Airola sta vivendo una crisi acuta. Secondo Blengino, gli edifici sono in uno stato di degrado avanzato e i lavori di ristrutturazione necessari per garantire un ambiente accettabile sono in ritardo. Gran parte degli spazi è inagibile a causa di infiltrazioni d’acqua, muffa e il rischio di crolli, costringendo i responsabili a sgomberare l’area dedicata ai programmi di trattamento per i detenuti.

Questo contesto non solo rischia di compromettere la salute fisica dei ragazzi, ma ostacola anche la loro possibilità di riabilitarsi e reintegrarsi nella società. La mancanza di opportunità formative e di sostegno psicologico adeguato aggravano ulteriormente la situazione, creando un circolo vizioso difficile da spezzare.

La sovrappopolazione dell’istituto di Nisida

Passando all’istituto di Nisida, Blengino ha evidenziato come la sovrappopolazione rappresenti un altro nodo cruciale da affrontare. Qui, il numero di detenuti supera di gran lunga la capacità progettuale della struttura. Con 80 giovani in una struttura ideale per accogliere molti meno, diventa complesso implementare programmi di reinserimento. Gli educatori e il personale, già in sovrannumero, si trovano nella difficile situazione di dover gestire non solo il numero elevato di ragazzi, ma anche la diversificazione delle esigenze individuali.

La maggior parte dei giovani presenti, inoltre, non ha ancora ricevuto una condanna definitiva, aumentando il rischio di detenzione prolungata e, in assenza di strategie efficaci di riabilitazione, rappresentano un capitolo oscuro del sistema penale minorile italiano.

Critiche alla risposta governativa

Il segretario di Radicali Italiani ha rivolto un’accusa diretta al governo attuale, sottolineando che la sua strategia in materia di giustizia giovanile è inefficace. Blengino ha affermato che le misure repressive e incentrate sulla detenzione non producono i risultati sperati in termini di sicurezza e riduzione della recidiva. Infatti, si registra una forte esigenza di sviluppo di soluzioni alternative che possano favorire la reintegrazione dei ragazzi, contribuendo così a costruire un futuro migliore non solo per loro, ma per l’intera comunità.

La situazione degli istituti penali minorili segnalata da Blengino e dal suo gruppo congressuale offre spunti di riflessione sulle politiche giovanili e sulle responsabilità delle istituzioni. La strada verso una riforma del sistema penale giovanile appare lunga e complessa, ma comprende la necessità di un impegno collettivo per garantire diritti e dignità a tutti gli individui. In assenza di un cambiamento significativo, il rischio è quello di perpetuare un ciclo di marginalizzazione e esclusione.

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