L'assistenza domiciliare integrata in Italia: progressi e disparità tra le Regioni

L’assistenza domiciliare integrata in Italia: progressi e disparità tra le Regioni

L’Unione Europea monitora i progressi dell’Italia nell’assistenza domiciliare integrata, con obiettivi ambiziosi per il 2026, ma esperti avvertono su disparità regionali e sfide normative da affrontare.
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L'assistenza domiciliare integrata in Italia: progressi e disparità tra le Regioni - Gaeta.it

L’Unione Europea monitora attentamente i progressi dell’Italia nel campo dell’assistenza domiciliare integrata , un’area critica che prevede un significativo miglioramento nei servizi per gli over 65. Secondo i piani, l’Italia dovrebbe passare da circa il 4% di assistenza domiciliare nel 2023 a un obiettivo ambizioso del 10% entro il 2026. Tuttavia, esperti del settore avvertono che, nonostante i numeri promettenti, le realtà pratiche delle cure domiciliari rimangono lontane dall’ideale.

La realtà dell’assistenza domiciliare integrata

Tonino Aceti, presidente di Salutequità, ha recentemente presentato un report a Roma, dopo aver raccolto pareri da un panel di esperti nel settore. “Siamo in una fase in cui, a livello numerico, stiamo facendo una bella figura con l’Unione europea. Tuttavia, la situazione è molto più complessa. Non possiamo limitarci a valutare i numeri, bisogna considerare la qualità delle cure fornite”, ha affermato Aceti. Il report sottolinea che sebbene gli obiettivi siano ambiziosi, la realizzazione pratica del servizio di assistenza domiciliare deve affrontare diverse sfide.

Il report evidenzia che sono necessari investimenti considerevoli, stimati intorno ai 3 miliardi di euro, per migliorare l’assistenza domiciliare integrata, come previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza . Questi fondi sono destinati a migliorare l’assistenza per situazioni complesse e a garantire che tutti i pazienti ricevano le cure adatte. Tuttavia, il percorso per raggiungere questi obiettivi è tutt’altro che semplice e presenta ostacoli significativi.

Disparità tra le Regioni italiane

Un altro punto cruciale sollevato da Aceti riguarda le differenze tra le Regioni italiane. “Abbiamo situazioni a macchia di leopardo. Alcune Regioni stanno avanzando a un ritmo sostenuto, mentre altre sono molto indietro”, ha continuato il presidente di Salutequità. Questa disparità mette in evidenza un problema sistemico: il monitoraggio e il controllo del livello centrale sulle politiche regionali. Questi aspetti sono descritti come il “tallone d’Achille” del Servizio Sanitario Nazionale , in quanto compromettono l’efficacia e l’omogeneità delle cure in tutto il Paese.

La mancanza di coerenza e standardizzazione nelle pratiche assistenziali risulta evidente, creando preoccupazione tra esperti e cittadini. Alcune Regioni hanno già avviato iniziative di successo, mentre altre sembrano non avere un piano chiaro per implementare l’assistenza domiciliare integrata. Questa situazione non solo disorienta i pazienti, ma rende difficile anche il monitoraggio delle cure fornite.

Normative e accreditamenti: un passo indietro

Un ulteriore aspetto problematico riguarda l’adeguamento dell’Italia all’accordo del 2021 sull’accreditamento e l’autorizzazione delle cure domiciliari. Aceti ha messo in risalto che “non siamo ancora a norma rispetto a ciò che è stato stabilito, in termini di standard di qualità, sicurezza e innovazione”. Questa mancanza di conformità rende difficoltoso garantire un livello uniforme di assistenza, come stabilito dalle direttive regionali.

La mancanza di standard chiaramente definiti si traduce in una qualità variabile delle cure, a discapito dei pazienti e delle loro famiglie, che si trovano ad affrontare un sistema già sfidato. È essenziale creare un quadro normativo robusto che possa disciplinare l’assistenza domiciliare in modo efficiente, per garantire che tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro posizione geografica, possano accedere a trattamenti di alta qualità.

Il futuro dell’assistenza domiciliare in Italia

La questione dell’assistenza domiciliare integrata è vitale per il futuro della sanità italiana, specialmente in un contesto demografico in evoluzione. Con un numero crescente di anziani e di persone con bisogni complessi, è fondamentale che l’Italia riesca a implementare politiche che garantiscano un sistema sanitario accessibile e di qualità. Solo attraverso un impegno costante in investimenti, innovazione e normative standardizzate si potrà raggiungere l’obiettivo prefissato per il 2026. La sfida è aperta e il tempo per intervenire è ora.

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