Latina, arresti domiciliari e sequestri per tre persone accusate di riciclaggio

Latina, arresti domiciliari e sequestri per tre persone accusate di riciclaggio

Screenshot 2025 04 15 162253 Screenshot 2025 04 15 162253

Tre persone sono finite agli arresti domiciliari nella provincia di Latina. Le accuse parlano di riciclaggio e uso illecito di strumenti di pagamento. Sequestrati beni per oltre 1,3 milioni di euro. Un’indagine lunga e articolata, portata avanti dalla Guardia di Finanza di Latina su mandato della Procura della Repubblica, ha portato a un risultato concreto: tre persone, tutte residenti nella provincia, sono finite agli arresti domiciliari. Nei loro confronti, le accuse sono pesanti: si parla di riciclaggio, autoriciclaggio e uso illecito di strumenti di pagamento.

Assieme all’arresto, è scattato anche un sequestro preventivo. Il valore complessivo dei beni e delle disponibilità congelate ammonta a circa un milione e trecentomila euro.

Fatture gonfiate e sponsorizzazioni sospette: così sarebbero stati mossi i soldi

Al centro della vicenda ci sono due associazioni sportive dilettantistiche con sede nel territorio pontino. Secondo le indagini, gli arrestati – che rivestivano ruoli di amministratori di fatto e legali rappresentanti – avrebbero usato queste realtà come copertura per operazioni fittizie. Attraverso fatture false, legate a presunti contratti di sponsorizzazione, i tre avrebbero fatto transitare oltre 1,6 milioni di euro. Le somme sarebbero state poi suddivise e movimentate con prelievi di contante, bonifici e trasferimenti telematici, nel tentativo di nascondere l’origine reale del denaro. Le sponsorizzazioni, in molti casi, non avrebbero avuto alcun riscontro effettivo. A detta degli investigatori, si trattava di accordi inesistenti o simulati, utili solo a dare una parvenza di legalità ai movimenti bancari.

Strumenti di pagamento intestati a terzi per non lasciare tracce

Un altro dettaglio emerso è l’uso indebito di carte di credito e strumenti di pagamento intestati ad altre persone, del tutto estranee. Una strategia che avrebbe permesso agli indagati di complicare i controlli e rendere ancora più difficile la tracciabilità dei fondi. Gli accertamenti – tra cui indagini finanziarie, analisi di documenti e ricostruzioni patrimoniali – hanno confermato diversi passaggi sospetti. Tutti elementi che hanno convinto la Procura a chiedere misure restrittive.

Il sequestro e gli sviluppi futuri dell’inchiesta

Sulla base del materiale raccolto, il Tribunale di Latina ha disposto il sequestro preventivo di beni mobili, conti correnti e somme liquide nella disponibilità dei tre. L’obiettivo, come previsto dalla normativa, è quello di arrivare alla confisca delle somme illecitamente ottenute, in forma diretta o equivalente. Le indagini, intanto, vanno avanti. Gli inquirenti stanno cercando di capire se ci siano altre persone coinvolte, e di ricostruire per intero la rete di operazioni e rapporti che ha reso possibile il presunto sistema di riciclaggio.

Change privacy settings
×