Latina, svolta dopo 14 anni: due arresti per l’omicidio di Paolo Celani grazie a un collaboratore di giustizia

Latina, svolta dopo 14 anni: due arresti per l’omicidio di Paolo Celani grazie a un collaboratore di giustizia

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Fonte Freepik

Una ferita mai chiusa: la morte di Paolo Celani

Dopo quattordici anni di silenzio e misteri, la giustizia fa un passo decisivo verso la verità. Nelle prime ore di questa mattina, gli agenti della questura di Latina hanno eseguito due arresti legati all’omicidio di Paolo Celani, avvenuto l’11 gennaio 2010 all’interno della sua abitazione in viale Petrarca, a Latina. Quel giorno, intorno alle 4 del mattino, Celani, già noto alle forze dell’ordine, fu raggiunto da colpi di pistola calibro .45, esplosi da un uomo rimasto fino a oggi sconosciuto. Nonostante il trasporto d’urgenza in ospedale, il pregiudicato non riuscì a sopravvivere alle gravi complicazioni riportate: morì il 25 giugno 2010, lasciando dietro di sé un caso irrisolto e molte domande senza risposta.

Due arresti per omicidio: esecutore e mandante identificati

A distanza di anni, la svolta è arrivata grazie a un collaboratore di giustizia, le cui dichiarazioni sono state fondamentali per la riapertura del caso da parte della Direzione Distrettuale Antimafia. Le indagini, condotte tra maggio e agosto 2023 dalla Squadra Mobile di Latina, hanno permesso di identificare due persone: un uomo di 60 anni, pluripregiudicato del capoluogo pontino, indicato come esecutore materiale dell’attentato, e una donna di 52 anni, appartenente a una famiglia di etnia rom stanziale a Latina, ritenuta la mandante dell’omicidio.

Secondo quanto emerso, il movente sarebbe da ricondurre a un banale ma esplosivo episodio personale: un orologio di pregio, consegnato dal figlio della donna a Celani in cambio di una modica quantità di sostanza stupefacente, senza il consenso della madre. La richiesta di restituzione dell’orologio, respinta da Celani, avrebbe spinto la donna a ordinare l’aggressione che si trasformò poi in omicidio. Gli indizi raccolti sono stati considerati sufficienti dai sostituti procuratori Giuseppe Miliano e Martina Taglione, che hanno ottenuto dal GIP Mara Mattioli la misura cautelare eseguita oggi.

Un cold case che trova giustizia

La cinquantaduenne è stata raggiunta dall’ordinanza di custodia cautelare direttamente in carcere, dove si trovava già detenuta per un altro procedimento penale. Il sessantenne, invece, è stato rintracciato a Latina e tratto in arresto. Questo risultato investigativo è frutto di indagini approfondite e coordinate, rese possibili anche dal lavoro congiunto dei magistrati della DDA Luigia Spinelli e Giuseppe Gualtieri, che hanno seguito le prime fasi del nuovo fascicolo, poi trasferito per competenza alla Procura di Latina.

Con questo sviluppo, la città di Latina chiude finalmente uno dei suoi casi più oscuri, dimostrando come, anche a distanza di anni, la verità possa emergere, restituendo dignità alle vittime e un senso di giustizia alla collettività.

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