Negli ultimi anni, il personale sanitario che opera nei Servizi psichiatrici di diagnosi e cura ha affrontato una situazione critica. L’ultimo report del Sindacato Nazionale Infermieri Nursing Up ha sottolineato un dato preoccupante: quasi il 49% degli infermieri e dei professionisti della salute ha subito almeno una forma di violenza nel corso degli ultimi due anni. Questo articolo esplora la realtà dolorosa e allarmante degli attacchi subiti dagli operatori sanitari, evidenziando la gravità della situazione e le richieste di maggior protezione e supporto.
Aggressioni nei reparti: chi colpisce
La situazione nei reparti psichiatrici è diventata insostenibile, con il 20% delle aggressioni provenienti da pazienti difficili, che presentano un mix di patologie psichiatriche, abuso di sostanze e, in alcuni casi, precedenti penali. Questi fattori aumentano l’imprevedibilità dei comportamenti dei pazienti, creando un ambiente di lavoro sempre più insicuro per il personale. Nonostante il numero crescente di incidenti, il 69% degli operatori scelgono di non denunciare le aggressioni, spinti dalla paura di ritorsioni o dalla sfiducia nei confronti delle autorità e delle procedure di sicurezza vigenti.
Questa reticenza è particolarmente forte tra le operatrici femminili, che si sentono vulnerabili e spesso isolate nel loro lavoro quotidiano. Il report del sindacato non è solo un insieme di numeri, ma rappresenta storie concrete di operatori che si trovano a fronteggiare situazioni di violenza e che, nonostante il loro coraggio, si sentono abbandonati dal sistema. Il picco di aggressioni è un segnale di un’emergenza che non può essere trascurata.
Episodi di violenza: una lista allarmante
Nel report del sindacato, emergono episodi eclatanti che dipingono un quadro drammatico della situazione nei reparti psichiatrici. Tra i casi più gravi, spiccano la vandalizzazione del reparto a Baggiovara e il tentativo di strangolamento di un’infermiera da parte di una paziente a Grosseto. Anche a Pordenone si è verificata una colluttazione, durante la quale un infermiere è stato punto con una siringa da un paziente.
A Pisa, la dottoressa del pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara è stata colpita da schiaffi e pugni, mentre a Desio ben tre operatori sono stati aggrediti. Gli episodi più drammatici includono il sequestro di una psichiatra e un’infermiera per 45 minuti da un uomo armato di coltello a Firenze, e l’accoltellamento di un medico a Bolzano. Non si può dimenticare l’aggressione ai danni di un infermiere e di agenti penitenziari all’interno del carcere Pasquale di Lorenzo ad Agrigento.
Questi eventi parlano chiaro: l’insicurezza non è più un problema marginale, ma un fenomeno che richiede attenzione immediata. La mancanza di tutele adeguate e la scarsità di supporto da parte delle istituzioni possono portare a conseguenze devastanti non solo per i professionisti, ma anche per i pazienti stessi.
La richiesta di sicurezza: protocolli e supporto
In un contesto così preoccupante, il Sindacato Nazionale Infermieri Nursing Up ha lanciato un appello urgente per migliorare la sicurezza nei reparti psichiatrici e nei pronto soccorso. Gli operatori chiedono l’implementazione di protocolli chiari e vincolanti che possano garantire una risposta adeguata nelle situazioni di crisi. La richiesta di una maggiore presenza di agenti di sicurezza è diventata cruciale, con l’intento di allargare le fasce di intervento per garantire una protezione efficace per il personale e i pazienti.
Un altro aspetto fondamentale è il supporto psicologico per gli operatori sanitari, spesso trascurato. La giornata lavorativa in un contesto psichiatrico richiede capacità emotive e resilienza, e dunque è vitale offrire spazi di ascolto e prevenzione per il personale colpito dalle esperienze traumatiche. Parallelamente, si rende necessario un ampliamento degli spazi dedicati ai pazienti difficili, per evitare il sovraffollamento che aumenta il rischio di conflitti nei reparti e nei pronto soccorso.
La strada per garantire un ambiente di lavoro più sicuro è lunga e complessa, ma è essenziale che si avvii un percorso concreto che possa rispondere a queste esigenze. Le aggressioni nei reparti psichiatrici non possono più essere considerate un problema secondario, ma devono diventare una priorità per chi intende garantire la sicurezza di pazienti e professionisti della salute.
Ultimo aggiornamento il 16 Dicembre 2024 da Laura Rossi