L’aumento dei furti di alberi di Natale a Napoli: il fenomeno delle baby gang in crescita

L’aumento dei furti di alberi di Natale a Napoli: il fenomeno delle baby gang in crescita

A Napoli, un allarmante aumento dei furti di alberi di Natale da parte di baby gang giovanili rivela una crescente cultura della violenza e della sfida alle autorità, amplificata dai social media.
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L’aumento dei furti di alberi di Natale a Napoli: il fenomeno delle baby gang in crescita - Gaeta.it

Napoli e la sua provincia stanno vivendo un periodo inquietante, caratterizzato da un aumento preoccupante dei furti di alberi di Natale. Questi atti, che sembrano banali a prima vista, rivelano una realtà ben più complessa, coinvolgendo gruppi di giovanissimi spesso legati a baby gang. Queste bande di adolescenti, armate di smartphone e maschere, si divertono a documentare le loro azioni delittuose sui social, presentando gli alberi rubati come trofei di conquista. Un fenomeno che, sotto il velo della festività, nasconde sfide ben più serie e un messaggio di sfida alle autorità.

Baby gang: la nuova generazione di criminalità giovanile

A Napoli, le baby gang rappresentano un vero e proprio allarmante cambiamento nella criminalità giovanile. Questi gruppi, composti principalmente da adolescenti, sono attivi in diverse zone della città, ognuna con il proprio modus operandi. I giovani involved, spesso con il volto coperto da maschere o cappucci, non si limitano a rubare gli alberi: immortalano le loro gesta, esibendo con orgoglio il bottino sui social media. Le immagini, accompagnate da colonne sonore che celebrano la vita criminale, veicolano un messaggio di sfida e, per alcuni, una sorta di status sociale.

Tra i gruppi più noti c’è quello del Rione Sanità, che ha colpito l’opinione pubblica per l’uso di simboli e immagini provocatorie. Una delle scene più sconvolgenti è stata quella in cui i ragazzi si sono fatti fotografare davanti a una gigantografia di Genny Cesarano, un giovane ucciso innocente dalla mafia. Questa provocazione non fa altro che sottolineare la profondità del problema, aprendo un dibattito su come la cultura criminale venga interiorizzata da una generazione sempre più giovane.

Le tradizioni distorte: il falò di Sant’Antonio

Un’altra dimensione inquietante di questo fenomeno è rappresentata dalla ritualizzazione di tradizioni popolari, come il falò di Sant’Antonio, il famoso cippo di Sant’Antuono del 17 gennaio. Questo evento, che ha sempre avuto un significato di celebrazione e aggregazione sociale, si trasforma in un’opportunità per le gang di affermarsi e mostrare la propria potenza. Rubare alberi di Natale diventa così un vero “battesimo del fuoco” per i nuovi adepti della delinquenza giovanile, segnando il loro ingresso in un mondo pericoloso e senza scrupoli.

La festa si riempie di significati distorti, dove l’atto di rubare non è più visto solo come un furto, ma come una conquista, un rito di passaggio. Questo porta a una cultura della violenza e dell’arroganza tra i giovanissimi, che si sentono protetti dalla loro collettività. La presenza dei social media amplifica l’effetto, permettendo ai ragazzi di ottenere visibilità e approvazione da parte di altri membri delle gang, creando un circolo vizioso che alimenta comportamenti sempre più estremi.

Le parole della politica: la denuncia di Francesco Emilio Borrelli

Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra, ha preso pubblicamente posizione contro questo preoccupante trend, puntando il dito sulle immagini circolanti online che documentano questi atti. La sua denuncia non si limita a una semplice constatazione, ma si fa portavoce di una questione sociale più ampia. Borrelli si chiede fino a che punto i ragazzi coinvolti siano consapevoli della gravità delle loro azioni e del potere distruttivo della criminalità.

“È allarmante pensare che questi giovani, cresciuti in ambienti dominati dalla delinquenza, possano essere attratti dalla violenza”, afferma Borrelli. L’approccio al problema è complesso: il deputato sottolinea l’importanza di sottrarre i minori da contesti violenti, offrendo loro opportunità di crescita e svago lontano dalla criminalità. In situazioni dove la violenza è all’ordine del giorno, un ragazzino impara presto ad utilizzare qualsiasi strumento a sua disposizione, comprese le armi, perdendo il contatto con valori fondamentali e opportunità di sviluppo personale.

Ultimo aggiornamento il 29 Dicembre 2024 da Laura Rossi

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