Laura Pedio, figura di spicco della Giustizia italiana, ha concluso un lungo percorso di trent’anni presso la procura di Milano, dove ha servito inizialmente come pubblico ministero per poi diventare procuratore aggiunto. Pedio si appresta ora a dirigere la procura di Lodi, lasciando un’eredità significativa e un impatto duraturo su un ufficio che, per lei, ha rappresentato una vera e propria “casa”. Nel suo commiato, ha espresso un bilancio della sua carriera, sottolineando l’importanza di avere collaborato in un ambiente stimolante e innovativo.
Il percorso professionale di Laura Pedio
Nata a Brindisi, Laura Pedio si trasferisce a Milano all’età di 28 anni, subito dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza. La sua carriera all’interno della procura inizia presso la Pretura, ma in seguito alla riforma del sistema giudiziario nel 1999, si sposta al quarto piano del palazzo di Giustizia di Milano. Qui, Pedio ha vissuto un’evoluzione professionale notevole, ricoprendo ruoli chiave e prendendo parte a processi di grande rilevanza mediatica.
La procuratrice ha osservato come, in trent’anni, Milano sia cambiata, ma non lo è stata la procura, che si è affermata come un punto di riferimento nell’innovazione e nella cultura giuridica. Durante il suo intervento emozionante, ha enfatizzato l’importanza della procura di Milano come “cartina tornasole dello stato del Paese”, evidenziando il suo ruolo cruciale nella lotta contro la criminalità in tutte le sue forme.
Una collaborazione proficua in un contesto dinamico
Nel suo discorso d’addio, Laura Pedio ha voluto ringraziare i colleghi con cui ha collaborato e l’intero staff della procura. Ha sottolineato l’importanza della sinergia tra i diversi attori del sistema giudiziario, dalla polizia giudiziaria al personale amministrativo. Questi ultimi anni, secondo Pedio, sono stati caratterizzati da una “collaborazione proficua” con il procuratore Marcello Viola, che ha contribuito notevolmente all’efficacia delle operazioni svolte.
Nel suo ruolo, Pedio ha anche dovuto affrontare sfide significative, tra cui la gestione della pandemia. Ha spiegato come il team si sia rapidamente adattato alle nuove esigenze, implementando un sistema di ufficio da remoto e facilitando un processo telematico per continuare a garantire la giustizia. Questo approccio innovativo ha consentito di tutelare i diritti sia delle vittime che degli imputati, evidenziando la resilienza dell’ufficio.
L’importanza della trasparenza e della lealtà
Durante il suo discorso, Laura Pedio ha ricordato l’importanza di garantire la trasparenza nello svolgimento delle funzioni istituzionali. Ha descritto la procura di Milano come un “unicum” anche per l’attenzione riservata ai media, sottolineando che la comunicazione aperta ha rappresentato un’arma in più per affrontare le criticità. La presenza dei giornalisti e la loro collaborazione hanno consentito di lavorare in modo trasparente e responsabile, fattori essenziali per la fiducia dei cittadini nelle istituzioni giuridiche.
Infine, ha accennato alle difficoltà dei recenti anni, anche in relazione agli scontri tra pubblici ministeri. Nonostante tutto, Pedio ha ribadito la necessità di valori come la lealtà, la fiducia, la trasparenza e l’onestà intellettuale, ai quali ha dato particolare rilevanza, affermando che questi principi devono essere costantemente coltivati. La sua carriera alla procura di Milano non solo ha influenzato il mondo della giustizia, ma ha anche lasciato un esempio da seguire per le future generazioni di magistrati.
Ultimo aggiornamento il 25 Settembre 2024 da Armando Proietti