Questa mattina, i lavoratori della Dana di Rovereto, in Trentino, hanno avviato un presidio che ha attratto l’attenzione non solo della popolazione locale, ma anche delle istituzioni. Una manifestazione dall’impatto significativo, che ha visto la partecipazione attiva di circa 300 persone, tra cui i dipendenti dello stabilimento di Arco e lavoratori di aziende dell’indotto provenienti da Storo e Borgo Valsugana. La mobilitazione è stata sia espressione di disagio che di unità, facendo sentire forte la voce dei lavoratori.
I dettagli della manifestazione
Sin dalle prime ore del mattino, i lavoratori hanno affollato l’area antistante lo stabilimento di Rovereto, dove hanno allestito gazebo e sventolato bandiere. Tra i partecipanti, anche una rappresentanza operante in vari settori connessi a Dana, dimostrando un’alleanza tra i vari attori del mondo del lavoro trentino. La manifestazione è stata contraddistinta da un’atmosfera di festa, con musica e panini, ma anche da discorsi appassionati e applausi. Una simile mobilitazione non si vedeva in Trentino da molto tempo, segno di una tensione crescente provocata dalle incertezze occupazionali.
Le otto ore di sciopero, proclamate dalle sigle sindacali come Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Cub-Trento, sono state accolte con un’adesione quasi totale, evidenziando il profondo malcontento. I lavoratori chiedono risposte chiare e concrete riguardo alla loro sicurezza lavorativa, temendo la delocalizzazione della produzione in Messico, che mette a rischio i posti di lavoro a Rovereto.
Timori per il futuro occupazionale
Le paure espresse dai sindacati fondamentalmente si concentrano sulla tenuta occupazionale dei dipendenti di Dana in Italia, resi vulnerabili dalla recente decisione della multinazionale americana di vendere l’intera divisione off-highway. Una scelta che alimenta incertezze non solo per i dipendenti di Rovereto, ma per un totale di circa duemila famiglie in Trentino, sommando tutti gli stabilimenti coinvolti. La preoccupazione è che queste manovre siano il preludio di un disimpegno da parte dell’azienda dal territorio trentino, penalizzando l’economia locale e compromettendo il lavoro di tante famiglie.
La mobilitazione a Rovereto si inserisce in un contesto nazionale, poiché i lavoratori di altri stabilimenti Dana hanno attuato simili forme di protesta. Le organizzazioni sindacali locali hanno fatto appello all’unità e al riconoscimento di un coordinamento sindacale nazionale, sottolineando l’importanza della trasparenza nei processi decisionali dell’azienda. È essenziale, secondo i sindacati, evitare che gli stabilimenti italiani siano messi in competizione tra loro, per garantire la salvaguardia dell’occupazione e continuare a investire nella qualità della produzione.
Le richieste dei sindacati
Nel loro intervento, i rappresentanti sindacali hanno espresso che non si fermeranno a mere promesse. Chiedono impegni chiari e dettagliati riguardo alla salvaguardia dell’occupazione, sugli investimenti futuri in Trentino e sull’intero panorama industriale in Italia. I sindacati hanno ribadito l’importanza di stabilire una linea di dialogo che metta al centro la realtà lavorativa e le esigenze dei dipendenti.
La mobilitazione di oggi rappresenta un importante passo in avanti nella lotta per la sicurezza del lavoro in una realtà, quella della Dana, che è considerata un’eccellenza nel settore della meccanica e dell’automotive. In un momento di crescente preoccupazione, il consapevole impegno dei lavoratori potrebbe rivelarsi cruciale per il futuro di questa importante azienda e dei suoi dipendenti.