L’azienda agricola Cecchetto Giorgio, situata a Vezzosa , ha avviato un’iniziativa significativa per promuovere l’autonomia dei giovani e degli adulti con sindrome di Down. Questo progetto, realizzato in collaborazione con l’Associazione Italiana Persone Down – Sezione Marca Trevigiana, mira a favorire la crescita e l’indipendenza personale in un ambiente sicuro e stimolante. Con la vendemmia del Raboso Piave, oltre 1500 bottiglie sono state prodotte e i proventi aiuteranno a fornire letti per la nuova sede chiamata “La casa del cuore“. Qui i ragazzi potranno vivere momenti di autonomia nei fine settimana.
Il progetto di autonomia sociale
Il progetto di autonomia sociale dell’AIPD si propone di offrire opportunità concrete per le persone con sindrome di Down, promuovendo la loro indipendenza e crescita personale. Grazie alla storica collaborazione tra AIPD e l’azienda Cecchetto, avviata nel 2005, è stato possibile realizzare iniziative che vanno oltre la semplice produzione vinicola. Maria Grazia Lava, presidente dell’associazione, ha commentato che l’iniziativa non solo definisce un passo avanti per l’inclusione sociale, ma rappresenta anche un supporto concreto alle necessità dei ragazzi che assistono ai progetti della sezione.
La nuova sede, “La casa del cuore“, sarà un luogo dove i ragazzi potranno sperimentare la vita indipendente nei weekend, un’importante svolta per promuovere la loro autonomia. I proventi ricavati dalla vendita delle bottiglie di Raboso Piave faranno parte di un budget dedicato all’acquisto di sette letti per questo spazio, che si rivela cruciale nel percorso di crescita degli ospiti. Questo approccio collega efficacemente il mondo del lavoro con quello dell’inclusione sociale, contribuendo a costruire relazioni significative e durature.
Presentazione al Vinitaly
La presentazione ufficiale del progetto avverrà durante il Vinitaly, previsto per domenica 6 aprile allo stand della Regione Veneto. La manifestazione, uno degli eventi più importanti per il settore vitivinicolo, rappresenta un’occasione fondamentale per dare visibilità all’iniziativa. Quella giornata vedrà coinvolti non solo i membri dell’associazione ma anche i ragazzi coinvolti nel progetto, che racconteranno la loro esperienza di lavoro nella produzione del vino. Spiegare il significato dietro ogni bottiglia di Raboso Piave diventa, così, un modo per comunicare un messaggio di inclusione e opportunità.
La presenza all’evento non è solo un’importante vetrina, ma anche un modo per raccogliere fondi e consapevolezza intorno a queste tematiche. La volontà dell’associazione e dell’azienda agricola è chiara: rendere il progetto non solo un importante step per i ragazzi, ma anche un esempio da seguire. Le bottiglie, frutto del lavoro collettivo e dell’impegno dei partecipanti, saranno frutto di un processo condiviso, così come lo è il percorso di crescita per questi giovani.
La vendemmia inclusiva
La 20ª vendemmia del Raboso Piave ha permesso ai ragazzi dell’AIPD di mettersi al lavoro in prima persona, dalla vendemmia alla produzione. Sabato 29 marzo, hanno partecipato attivamente a tutte le fasi: dal riempimento delle bottiglie, alla tappatura, fino all’etichettatura e confezionamento. Tra i protagonisti ci sono stati Stefano e Tommaso al riempimento, Leonardo e Davide alla tappatrice, e altri ragazzi hanno gestito le diverse fasi della produzione. Questa esperienza pratica affianca al percorso di crescita individuale anche un apprendimento concreto riguardo il mondo del vino.
La vendemmia inclusiva è un evento atteso, con un’atmosfera di festa e condivisione, iniziato quasi per caso nell’autunno del 2005. Da quel momento, la tradizione è cresciuta sviluppando nuove opportunità e iniziative, tra cui la trebbiatura solidale del grano antico Mentana, che si sono integrate perfettamente nel programma dell’associazione.
Il Raboso del Piave, vitigno autoctono della Marca Trevigiana, diventa così simbolo non solo di resilienza ma anche del valore delle relazioni umane e dell’importanza di lavorare insieme. La valorizzazione di questo prodotto rappresenta un modo per esaltare le tradizioni locali e il diritto all’autonomia, affermando la necessità di costruire una comunità più inclusiva e solidale.