La Giunta regionale del Lazio ha recentemente approvato un piano fondamentale per affrontare la peste suina africana, un tema di rilevanza crescente nel settore agricolo e venatorio del territorio. Il Piano degli Interventi Urgenti per la gestione e il controllo di questa malattia, elaborato su proposta dell’assessore Giancarlo Righini, mira a proteggere le coltivazioni locali e ad assicurare un approccio condiviso tra agricoltori e autorità. Con questo provvedimento, si cerca di rispondere ai danni causati dai cinghiali e di garantire la sostenibilità delle attività agricole.
Maggiore coinvolgimento degli agricoltori
Uno degli aspetti salienti del Piano è l’aumento del coinvolgimento diretto degli agricoltori nella gestione del problema. Gli imprenditori agricoli ora hanno la possibilità di effettuare personalmente il prelievo di cinghiali, purché siano in possesso delle necessarie abilitazioni. Questa misura mira a garantire una risposta tempestiva e adeguata ai danni provocati dalla fauna selvatica. In alternativa, gli agricoltori possono delegare questa attività a soggetti terzi, promuovendo un’azione coordinata sul territorio.
In aggiunta, il Piano stabilisce che anche nei parchi e nelle aree protette gli agricoltori abbiano l’opportunità di supportare le operazioni di controllo, ampliando così le possibilità di intervento e riducendo i rischi per il raccolto. Questo approccio rappresenta un passo importante verso una gestione più integrata dei conflitti tra le attività agricole e la fauna selvatica.
Tecnica di prelievo e norme sulla filiera del cinghiale
Nel Piano sono incluse disposizioni specifiche riguardo all’uso della tecnica di “prelievo in braccata”. Questo metodo verrà applicato in forma limitata nelle aree agro-silvo-pastorali, con l’obiettivo primario di contenere i danni alle coltivazioni, soprattutto in presenza di piante alte. L’approvazione di queste misure riflette la preoccupazione per la sicurezza delle produzioni agricole e il desiderio di affrontare in modo efficace le sfide legate alla gestione della fauna selvatica.
Parallelamente, il Piano prevede la creazione di una filiera regionale per le carni di cinghiale, incentivando il consumo e la commercializzazione consapevole di questo prodotto. Parte dei proventi derivanti dalla vendita dei cinghiali abbattuti sarà utilizzata per compensare i danni causati dalla specie e per finanziare attività di controllo. Questo aspetto mira a garantire non solo la sicurezza nutrizionale della popolazione, ma anche a sostenere gli agricoltori e le loro necessità economiche.
Strumenti di monitoraggio e segnalazione
Con l’approvazione del Piano, è stata introdotta la possibilità di segnalare alle autorità regionali eventuali inadempienze nell’attuazione delle disposizioni. Questo strumento permetterà ai soggetti coinvolti di richiamare l’attenzione delle autorità competenti su specifiche problematiche e sollecitare interventi mirati. Attraverso questo sistema di monitoraggio, si punta a garantire l’efficacia delle misure adottate e a facilitare il dialogo tra gli agricoltori e le istituzioni.
L’assessore Giancarlo Righini ha dichiarato che il nuovo Piano nasce dall’ascolto delle richieste degli agricoltori, i quali sono stati fortemente colpiti dai danni provocati dai cinghiali. Righini ha evidenziato l’importanza della collaborazione tra diversi attori per raggiungere gli obiettivi stabiliti, incoraggiando un impegno attivo di tutti per il bene della comunità agricola e per sostenere un’agricoltura sana e produttiva.
Ultimo aggiornamento il 22 Novembre 2024 da Marco Mintillo