La carenza di medici di base e operatori sanitari in Lazio, accentuata durante l’estate dalla mancanza di sostituti per ferie, rappresenta un problema sempre più serio, in particolare nelle zone più periferiche e disagiate di Roma. Per affrontare questa emergenza, la consigliera regionale del Pd, Eleonora Mattia, ha presentato una mozione che propone di adottare un modello di reclutamento già sperimentato con successo in TOSCANA. Questo articolo esplora le misure richieste e l’attuale situazione sanitaria nel Lazio.
Analisi della carenza di medici di base in Lazio
Stato attuale della situazione
Secondo i dati forniti dalla consigliera Mattia, la Regione Lazio conta 390 ambiti scoperti in relazione alla presenza di medici di base, con 90 comuni in una situazione di emergenza. In particolare, le province di Roma e Latina risultano tra le più colpite. A Roma, il fabbisogno è di 5 medici, mentre le ASL Rm 4, Rm 5 e Rm 6 necessitano rispettivamente di 42, 86 e 42 nuovi dottori. Ma la situazione diventa ancor più preoccupante in provincia di Latina, dove sono richiesti ben 103 medici di famiglia. Le ASL di Frosinone, Viterbo e Rieti seguono con richieste di 54, 43 e 15 professionisti, rispettivamente.
La difficoltà nel reperire medici è particolarmente acuta nelle zone periferiche, nelle aree montane e nei comuni più piccoli, dove l’accesso ai servizi sanitari è significativamente limitato. Questo scenario critico pone in discussione non solo l’efficienza del sistema sanitario, ma anche il diritto alla salute dei cittadini, sempre più in balia di una situazione insostenibile.
Proposta di un modello di reclutamento innovativo
Il “modello toscano”
La mozione presentata da Mattia propone l’introduzione di misure specifiche per il reclutamento di medici di base, ispirandosi al “modello toscano”. Questo approccio, già avviato con successo in Toscana, prevede incentivi economici e opportunità di crescita professionale per attrarre e mantenere i medici nelle aree più bisognose.
Tra le misure suggerite, si evidenzia l’importanza di avviare sperimentazioni specifiche su singole aziende sanitarie, incentrate su ospedali e distretti delle aree periferiche. É previsto il coinvolgimento di enti locali, ordini professionali e università , al fine di costruire una rete di supporto e collaborazione efficace. La mozione richiede anche un’interazione attiva con il Governo, affinché possano essere anticipate misure incentivanti che possano potenziare il personale sanitario.
In questa direzione, Mattia sottolinea quanto sia essenziale lasciare alle Regioni la libertà d’azione per applicare tali misure nelle aree più svantaggiate, inclusi piccoli comuni montani e periferie urbane.
Garantire dignità e accessibilità al servizio sanitario
La questione della dignità lavorativa
La proposta della consigliera mira non solo a colmare il vuoto di personale, ma anche a garantire dignità al lavoro dei professionisti sanitari. Secondo Mattia, un modello di reclutamento innovativo può garantire accesso equo e qualità del servizio pubblico, tutelando il diritto alla salute dei cittadini, indipendentemente dalla loro residenza.
In definitiva, la mozione sottolinea che un sistema sanitario efficiente deve essere in grado di rispondere alle necessità di tutti i cittadini, rendendo i servizi sanitari accessibili e sostenibili anche nelle aree più svantaggiate. L’implementazione del modello toscano potrebbe rappresentare un’importante opportunità per migliorare la qualità della vita e dell’assistenza medica in Lazio, contribuendo a creare un sistema sanitario più giusto e inclusivo.