Lazio protagonista a Vinitaly 2025: crescita del biologico e nuove opportunità per i produttori

Lazio protagonista a Vinitaly 2025: crescita del biologico e nuove opportunità per i produttori

Il Lazio si distingue a Vinitaly 2025, evidenziando la crescita della viticoltura biologica e affrontando sfide economiche, mentre esplora nuove strategie di esportazione per il mercato internazionale.
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Lazio protagonista a Vinitaly 2025: crescita del biologico e nuove opportunità per i produttori - Gaeta.it

Il Lazio si afferma ancora una volta come attore chiave a Vinitaly 2025, la fiera di riferimento per il settore vinicolo che si svolge annualmente a Verona. La regione, con una superficie vitata di circa 18.000 ettari, mostra una forte diversificazione del proprio territorio, con il 71% delle vigne situato in collina, il 20% in pianura e un 9% in montagna. I dati rivelano la presenza di oltre 32,4 milioni di barbatelle, a conferma dell’importanza della viticoltura nella regione. La provincia di Roma ospita la maggior parte delle coltivazioni, seguita da Latina, Viterbo, Frosinone e Rieti. Durante la manifestazione, è stato presentato il convegno “Gli strumenti finanziari ISMEA: un’opportunità per il Lazio”, in cui sono stati illustrati nuovi accordi volti a potenziare l’analisi economica del settore vitivinicolo e ad allargare il supporto finanziario anche alle aziende di medie dimensioni, ampliando quindi le possibilità di crescita per il settore.

Crescita del biologico nel Lazio

Un aspetto rilevante emerso dal Vinitaly è l’incremento significativo della viticoltura biologica, che ora rappresenta il 14% del vigneto regionale. Questo è un balzo notevole, considerando un aumento del 45% rispetto al 2014. I dati sulle produzioni negli ultimi cinque anni mostrano una media annua di 1 milione di quintali di uva, che sono trasformati da circa 400 cantine in circa 0,8 milioni di ettolitri di vino. Di questa produzione, il 75% è vino bianco e il restante 25% rosso. Grande rilevanza viene data alle certificazioni: il 70% del vino prodotto è riconosciuto come Denominazione di Origine , comprendendo 3 DOCG, 27 DOC e 6 IGT, mentre il 30% è destinato a vini generici. Tali statistiche evidenziano non solo la qualità ma anche la crescente attenzione verso pratiche di coltivazione sostenibile.

Sostenibilità economica e sfide del settore

Il valore della produzione vitivinicola nel Lazio si aggira attorno ai 230 milioni di euro in media negli ultimi tre anni. Nonostante questi numeri, il settore affronta cruciali sfide economiche, in particolare la necessità di accrescere la redditività delle aziende agricole, fondamentali per il mantenimento della competitività. Giancarlo Righini, assessore regionale al Bilancio, Agricoltura e Sovranità alimentare, sottolinea l’urgenza di migliorare la remunerazione per i produttori di uva. “Aumentare i costi di produzione non ha trovato riscontro nei prezzi di vendita,” ha dichiarato, evidenziando una disparità preoccupante. Righini ha sottolineato che è essenziale valorizzare il prodotto finale non solo attraverso i canali di vendita tradizionali, ma anche sviluppando l’enoturismo, capace di collegare i produttori e i consumatori, riducendo le disparità economiche lungo la filiera. La Regione sta esaminando strumenti finanziari per sostenere le imprese agricole, instaurando convenzioni con istituti di credito che rispondano alle reali necessità del territorio.

L’impatto dei dazi americani e la strategia di esportazione

Un’altra tematica di grande attualità riguarda i dazi statunitensi sulle importazioni di vino, con particolare attenzione ai bianchi della regione. Dall’analisi di NOMISMA, si evince che solo l’8% delle esportazioni di vini bianchi dal Lazio sono dirette verso gli Stati Uniti. Massimiliano Raffa, Commissario Straordinario di Arsial, ha rassicurato che l’impatto per il Lazio sarà limitato, specie se paragonato a regioni europee che si confrontano più direttamente con il mercato statunitense. “Il sistema vitivinicolo del Lazio guarda prevalentemente a mercati europei, con la Germania in primo piano,” ha spiegato Raffa. In caso di eventuali misure restrittive, la reazione differenziale delle varie regioni è ascrivibile alle specifiche strutture di export e strategie di internazionalizzazione. Pertanto, la diversificazione del Lazio contribuisce a rendere il suo mercato meno vulnerabile a tali fluttuazioni economiche internazionali.

L’edizione del Vinitaly 2025 si conferma quindi come un’importante vetrina per il Lazio, che non solo celebra i risultati raggiunti, ma si prepara ad affrontare nuove sfide sul panorama vitivinicolo internazionale.

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