Il progetto di ricostruzione del ponte Garibaldi a Senigallia, abbattuto a seguito dell’alluvione del 2022, sta creando una notevole controversia. Italia Nostra – sezione di Senigallia, insieme ad altre associazioni locali, ha deciso di opporsi a questa iniziativa con un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale. Questo atto è il risultato di un coinvolgimento attivo della comunità , avvenuto nel corso di un consiglio comunale aperto delle associazioni tenutosi il 5 febbraio.
Il ricorso al Tar: motivazioni e richieste
Il ricorso, presentato a gennaio 2025, chiede la sospensione e l’annullamento del decreto firmato dal vicecommissario Stefano Babini. Questo decreto riguardava l’approvazione del progetto di fattibilità tecnico-economica del nuovo ponte Garibaldi e ha suscitato preoccupazioni per vari motivi. Le associazioni ambientaliste e culturali, tra cui il Gruppo Società Ambiente e Confluenze, hanno descritto il progetto come “sbagliato” e non utile per garantire la sicurezza in caso di alluvioni. Secondo loro, la nuova struttura comprometterebbe sia il sistema di viabilità della città che il patrimonio monumentale, in particolare la vista dei portici Ercolani.
Le critiche specifiche puntano alla scelta di un impalcato in acciaio a campata unica di circa 40 metri con un arco superiore, che, a detta dei ricorrenti, risulterebbe eccessivamente alto. Posizionata a più di due metri dal piano stradale per rispettare le normative relative al franco idraulico, la nuova infrastruttura appare destinata a un impatto notevole nell’area urbana. Questo aspetto è motivo di grave preoccupazione per i residenti, tanto che è stata raccolta una petizione con quasi 10mila firme in opposizione al progetto, rappresentando un quarto della popolazione cittadina.
Le preoccupazioni legate all’impatto urbanistico e alla sicurezza
Le associazioni che hanno formalizzato il ricorso pongono l’accento sull’importanza di considerare soluzioni alternative prima di procedere con un progetto che, a loro avviso, non tiene conto della storia e del contesto urbano di Senigallia. In aggiunta, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti delle Marche aveva sollecitato l’esigenza di trovare soluzioni diverse, data la rilevanza culturale dell’area interessata. Tuttavia, non sono state presentate alternative, sollevando interrogativi sul processo decisionale adottato.
Questa vicenda riflette un conflitto tra la necessità di ricostruire infrastrutture danneggiate da eventi meteorologici gravi e la volontà delle comunità locali di tutelare il proprio patrimonio culturale e storico. Il dibattito si espande oltre la semplice progettazione, toccando punti critici di sicurezza, sostenibilità e impatto visivo. Le associazioni stanno cercando di fare leva sulla sensibilità della cittadinanza riguardo alla tradizione locale e alla bellezza del paesaggio urbano.
Il futuro del ponte Garibaldi e dei progetti infrastrutturali a Senigallia
La questione del ponte Garibaldi a Senigallia mette in luce anche la difficoltà di gestire la riparazione delle infrastrutture in modo tempestivo e al contempo rispettoso nei confronti dell’ambiente e della comunità . Mentre da un lato esiste la necessità di ripristinare le strutture colpite da disastri naturali, dall’altro c’è un crescente impulso verso uno sviluppo che tenga conto dei valori storici e culturali.
L’attesa di una risposta del Tar sulle richieste di sospensione del progetto è ora in primo piano, insieme alla questione se le amministrazioni locali siano pronte a riconsiderare progetti somiglianti e, in definitiva, ad avviare un dialogo più profondo con le associazioni locali e i cittadini. Il futuro del ponte e della sua costruzione rimane così incerto, con una comunità attenta e vigile sul proprio patrimonio.