Le aziende russe si rivolgono all’Asia centrale per eludere le sanzioni internazionali

Le Aziende Russe Si Rivolgono Le Aziende Russe Si Rivolgono
Le aziende russe si rivolgono all'Asia centrale per eludere le sanzioni internazionali - Fonte: Euronews | Gaeta.it

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha portato a un inasprimento delle sanzioni da parte di Stati Uniti e Unione Europea, spingendo molte aziende russe a cercare soluzioni alternative per la loro attività economica. Questo ha comportato un crescente interesse nei Paesi dell’Asia centrale, a rischio di diventare canali per aggirare tali sanzioni. Le ex repubbliche sovietiche, quali Kazakistan, Kirghizistan e Uzbekistan, si trovano ora di fronte alla difficile scelta di mantenere relazioni economiche con Mosca senza compromettersi con le misure punitive occidenali.

Il crescente interesse russo per l’Asia centrale: opportunità e rischi

Le conseguenze delle sanzioni per le ex repubbliche sovietiche

Dopo l’imposizione delle sanzioni internazionali, molte aziende russe stanno guardando con interesse all’Asia centrale come a una via di fuga. Secondo un rapporto di luglio di Rbc, le banche di questa regione hanno iniziato a rifiutare un terzo delle transazioni richieste da imprese russe. Questo aumento è frutto della crescente pressione internazionale su queste economie, preoccupate di ritrovarsi nell’occhio del ciclone delle restrizioni occidentali. I Paesi dell’Asia centrale, caratterizzati da una storia di legami con Mosca, ora temono le ripercussioni delle loro scelte commerciali.

In questo contesto, i governi locali stanno cercando di navigare in un mare di incertezze. Da un lato, necessitano di tecnologie e mercati occidentali per il proprio sviluppo economico; dall’altro, sono riluttanti a compromettere le proprie relazioni con la Russia. David O’Sullivan, inviato dell’Unione Europea per le sanzioni, ha lodato il Kazakistan per la sua cautela nel mantenere solo partnership legittime, una posizione che riflette la volontà di questi Stati di non attirare ire da parte delle potenze occidentali.

L’espansione russa e l’attrazione per i mercati dell’Asia centrale

La necessità di Mosca di accedere a beni e servizi, ora limitati dalle sanzioni, ha accresciuto l’attrattiva di Paesi come Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Tagikistan. Questi Paesi offrono vie alternative per continuare a operare nel mercato internazionale. Ad esempio, l’interesse aumenta per l’apertura di conti bancari in queste nazioni, consentendo alla classe media russa di acquistare beni occidentali.

Le statistiche mostrano un incremento significativo delle vendite di auto occidentali in Kazakistan, che è aumentato del 143% nel 2023. Questi dati non solo rivelano il dinamismo del mercato locale, ma evidenziano anche le tensioni e le complessità del commercio internazionale. Sono molti gli imprenditori che si sono trasferiti in questa regione: oltre 6.000 aziende russe hanno scelto il Kazakistan come nuova base operativa, secondo Forbes, segnalando potenziali effetti duraturi sull’economia locale e dando a Mosca un canale per transitare beni senza direttamente infrangere le sanzioni.

Le opportunità economiche e il rischio di diventare paesi terzi

L’economia dell’Asia centrale: benefici e sfide

Il Kazakistan si trova nella posizione privilegiata di fungere da intermediario commerciale tra la Russia e il resto del mondo. Tuttavia, le sfide non mancano. Con le tacite collaborazioni economiche tra Mosca e i Paesi dell’Asia centrale, questi Stati rischiano di diventare colpiti da eventuali sanzioni da parte dell’Unione Europea e degli Stati Uniti. Questa situazione potrebbe mettere a repentaglio i delicati equilibri economici di regioni già vulnerabili.

Le esportazioni dall’Asia centrale verso la Russia hanno raggiunto livelli record, in particolare per i beni a duplice uso, cioè prodotti che possono essere utilizzati sia per scopi civili sia militari. Ad esempio, le esportazioni di beni dual-use dal Kazakistan sono aumentate del 401% nel 2022. Questo potrebbe comportare un’ulteriore complicazione delle relazioni con l’Occidente, che guarda con preoccupazione a questi scambi.

L’apporto della Cina nell’equazione

Un aspetto da non sottovalutare è il crescente coinvolgimento della Cina nei traffici commerciali attraverso l’Asia centrale. Senza un’idea chiara delle dimensioni dei flussi tra la Cina e i Paesi dell’Asia centrale, è difficile valutare il grado di supporto o coinvolgimento di Pechino nelle operazioni di elusione delle sanzioni. Secondo un rapporto di OCCRP, l’aumento dell’interscambio commerciale tra Cina e i Paesi dell’Asia centrale potrebbe nascondere pratiche operative destinate a favorire la Russia.

Le sanzioni occidentali e il futuro delle relazioni economiche

Il dilemmi dei Paesi dell’Asia centrale

I governi dei Paesi dell’Asia centrale sono attualmente confrontati con una sfida ardua: mantenere gli equilibri tra la necessità di relazioni economiche con la Russia e la volontà di non compromettere i legami con l’Occidente. Nessun Paese della regione ha ancora preso posizioni ufficiali di supporto alle sanzioni imposte alla Russia, ma simultaneamente conoscono bene l’importanza di non essere visti come complici nell’elusione delle stesse.

Kassym-Jomart Tokayev, presidente del Kazakistan, ha manifestato chiaramente il desiderio di mantenere relazioni costruttive con Mosca, mentre cerca di evitare che il Paese diventi un paria diplomatico. La Russia costituisce il 19% del fatturato commerciale di Kazakistan, Kirghizistan e Uzbekistan, rendendo essenziale un approccio bilanciato.

Le azioni dell’Occidente per arginare le pratiche commerciali illecite

Le autorità occidentali stanno intensificando gli sforzi per monitorare le attività commerciali provenienti dall’Asia centrale e identificare le aziende che potrebbero avere legami con la Russia. Le agenzie come l’Office of Foreign Assets Control degli Stati Uniti hanno già messo in lista nera diverse aziende kazake, kirghise e uzbeche, il che sottolinea l’attenzione crescente verso la regione.

Mentre l’Occidente sta cercando di minimizzare l’impatto delle sanzioni su se stesso, si troverà di fronte alla complessità delle relazioni diplomatiche in Asia centrale, dove i legami storici e culturali con la Russia rendono difficile applicare misure punitive. L’attenzione rimarrà focalizzata su come queste nazioni decideranno di muoversi in un contesto politico ed economico sempre più instabile e influenzato dalle dinamiche globali.

Ultimo aggiornamento il 18 Settembre 2024 da Sofia Greco

Google News Subscription Box
Seguici su Google News
Resta aggiornato con le ultime notizie 📰
Seguici ora!
Add a comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *