Le conseguenze delle politiche protezionistiche di Trump sulle imprese italiane: uno studio approfondito

Le conseguenze delle politiche protezionistiche di Trump sulle imprese italiane: uno studio approfondito

Le politiche protezionistiche dell’amministrazione Trump potrebbero causare perdite significative per le esportazioni italiane, con stime che variano da 4,12 a 7,20 miliardi di euro.
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Le conseguenze delle politiche protezionistiche di Trump sulle imprese italiane: uno studio approfondito - Gaeta.it

L’attuazione delle politiche protezionistiche da parte dell’ amministrazione Trump non si limita a creare tensioni sul mercato globale, ma ha anche potenziali effetti negativi sulle imprese italiane. Un’analisi condotta dalla società di consulenza Prometeia ha messo in evidenza i possibili danni economici, considerando varie ipotesi sugli aumenti dei dazi doganali imposti dagli Stati Uniti. Due scenari principali vengono esaminati per comprendere meglio l’impatto sulle esportazioni italiane e sui settori ad alta vulnerabilità.

Aumento dei dazi sui prodotti già tassati

Nel primo scenario, l’analisi si concentra su un ipotetico incremento di 10 punti percentuali dei dazi, ma limitato ai prodotti che già subiscono tassazione. In questo contesto, i settori più penalizzati sarebbero quelli del sistema moda e dell’agroalimentare. Questi comparti rappresentano una fetta importante del made in Italy e sono già esposti alle fluttuazioni delle politiche commerciali internazionali.

Per il settore moda, i dazi addizionali potrebbero tradursi in un incremento dei costi per produttori e rivenditori, influenzando così i prezzi finali per i consumatori. L’agroalimentare seguirebbe a ruota, poiché molti dei suoi prodotti, come vino e prodotti lattiero-caseari, sono già sottoposti a tariffe elevate. La potenziale perdita di competitività su mercati chiave, come quello statunitense, potrebbe ridurre le esportazioni italiane in valore significativo.

Aumento generalizzato dei dazi per tutti i settori

Il secondo scenario propone un aumento generalizzato dei dazi doganali del 10% su tutti i prodotti italiani importati negli Stati Uniti. In questo caso, l’impatto sarebbe più ampio e coinvolgerebbe diversi settori industriali, modificando il panorama economico per le aziende italiane.

Particolarmente vulnerabile risulterebbe il settore della meccanica, che da sempre rappresenta un punto di forza per l’economia italiana. La culturalizzazione di pratiche restrittive in un mercato cruciale come quello americano porterebbe a un aumento dei costi e a una diminuzione della domanda da parte dei consumatori statunitensi. Le aziende meccaniche italiane potrebbero trovarsi nella difficile posizione di dover alzare i prezzi per mantenere i margini di profitto, a scapito della loro competitività.

Impatto economico globale per le esportazioni italiane

Le proiezioni economiche suggeriscono che l’impatto delle politiche protezionistiche statunitensi porterebbe a significative perdite per l’Italia. Nel 2023, le esportazioni italiane verso gli USA hanno superato i 67 miliardi di euro. La simulazione dei costi in relazione ai dazi ipotizzati rivela risultati allarmanti.

Con il primo scenario di aumento dei dazi, l’ammontare delle perdite per le imprese italiane potrebbe raggiungere 4,12 miliardi di euro. Se si considerasse invece il secondo scenario, la cifra salirebbe a 7,20 miliardi di euro. Questo evidenzia non solo i rischi per le singole aziende, ma anche le ripercussioni a lungo termine sulla salute economica complessiva del paese. Le azioni intraprese dai governi e le strategie aziendali potrebbero svolgere un ruolo chiave nel mitigare i potenziali effetti negativi delle misure protezionistiche.

In questo contesto, il dialogo tra Italia e Stati Uniti risulta più cruciale che mai per trovare soluzioni che tutelino gli interessi economici di entrambe le parti, minimizzando al contempo i danni collaterali sui mercati globali.

Ultimo aggiornamento il 27 Gennaio 2025 da Sara Gatti

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