Il film “Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta” diretto e sceneggiato da Gianluca Jodice, insieme a Filippo Gravino, propone una riscrittura della vicenda storica che ha coinvolto gli ultimi sovrani di Francia. Ambientato integralmente in un contesto carcerario, il film, che debutterà nelle sale il 21 novembre, apre le porte a una nuova visione della fine di un’epoca, sfidando gli spettatori a riflettere sul significato della prigionia non solo fisica, ma anche mentale e morale.
la trama e la struttura del film
“Le Déluge” racconta le settimane che precedono la condanna a morte di Luigi XVI, il quale è interpretato da Guillaume Canet. La storia è racchiusa in tre atti intitolati ‘Gli dei’, ‘Gli uomini’, e ‘I morti’, i quali seguono il destino dei reali durante il loro periodo di prigionia. La narrazione si concentra su un momento storico di grande significato, che spesso resta nell’ombra, nonostante il suo ruolo cruciale nel crollo del regime monarchico. Questo focus unico offre un’opportunità per esplorare la complessità delle emozioni umane e dei rapporti interpersonali in un contesto di crisi.
Jodice descrive il film come un “prison drama”, proponendo l’idea che i protagonisti, lungi dall’essere criminali convenzionali, rappresentano il declino di una dinastia e il crollo di un sistema. Nella loro detenzione, Maria Antonietta e Luigi XVI affrontano un’umanità che si trasforma insieme a loro, in un limbo di speranza e disperazione. Questa struttura permette di analizzare non solo i personaggi, ma anche il caos che caratterizzava la società francese dell’epoca.
il legame con la storia e le fonti
Per ricreare con accuratezza il contesto storico, Jodice e Gravino hanno attinto dai diari di Cléry, valletto del re, il cui racconto offre uno sguardo intimo e raramente esplorato sui reali e le dinamiche del loro dramma. L’utilizzo di fonti primarie permette di rivelare episodi affascinanti, come quello in cui Maria Antonietta venne costretta a suonare la Marsigliese, sottolineando non solo le tensioni politiche, ma anche la fragilità della dignità umana in contesti estremi.
La scelta di questi particolari storici, insieme alla rappresentazione artistica del film, permette agli spettatori di immergersi in un’epoca turbolenta, facendo emergere la complessità della figura di Maria Antonietta, spesso ridotta a stereotipi. Quest’opera rappresenta così un tentativo di dare voce a una narrazione più sfumata, portando alla luce le contraddizioni e le circostanze che hanno portato alla caduta della monarchia.
le location e la produzione
Registrato in Piemonte, “Le Déluge” sfrutta i luoghi storici delle Residenze Sabaude per ricreare l’atmosfera dell’epoca. Ambientazioni come il Castello Ducale di Agliè, la Reggia di Venaria Reale e la Palazzina di Caccia di Stupinigi rivestono un’importanza fondamentale nella narrazione, offrendo un impianto scenico d’impatto. Gli interni sono stati ricostruiti a Roma, dove i dettagli architettonici e gli arredi sono stati curati per riflettere l’epoca in modo verosimile.
Anche il cast del film è composto da attori di alto livello, con Aurore Broutin nel ruolo di Elisabeth e Fabrizio Rongione che interpreta Cléry, a completare un ensemble capace di dare vita a una storia di grande carico emotivo. La coproduzione tra Italia e Francia testimonia l’interesse internazionale nei confronti di una storia fondamentale e la volontà di narrare un segmento della storia europea attraverso uno sguardo fresco e critico.
“Le Déluge” si presenta così come un’importante riflessione sull’umanità dei suoi protagonisti, rispondendo a interrogativi che toccano la sfera personale e politica, e ponendo l’accento sull’influenza di tali eventi storici nello sviluppo dell’Europa moderna.
Ultimo aggiornamento il 17 Novembre 2024 da Donatella Ercolano