Le donne della street art conquistano il Palazzo di Vetro: una mostra all’Onu fino al 29 novembre

L’Onu di New York ospita una mostra innovativa sulla street art femminile, celebrando artiste affermate e emergenti fino al 29 novembre, e promuovendo diversità e inclusione nel panorama artistico.
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Le donne della street art conquistano il Palazzo di Vetro: una mostra all'Onu fino al 29 novembre - (Credit: www.ansa.it)

L’Onu di New York ospita una straordinaria esposizione dedicata alle donne nella street art, che segna una pietra miliare nel riconoscimento del talento femminile in un campo tradizionalmente dominato dagli uomini. Questa iniziativa, aperta fino al 29 novembre, presenta opere di artiste di fama internazionale e di emergenti, sottolineando l’evoluzione del movimento artistico e l’importanza del contributo femminile in questo ambito.

La mostra: opere e artiste di spicco

L’atrio dei visitatori dell’Onu si trasforma in una galleria d’arte contemporanea, ospitando una selezione di opere che spaziano dalle creazioni più recenti a pezzi storici. Artiste come Lady Aiko, Kelsey Montague e Danielle Mastrion sono protagoniste di quest’evento, rappresentando una varietà di stili e provenienze. Lady Aiko, pioniera della street art giapponese, è la prima donna a dipingere sul Muro della Bowery, un’area simbolica per la cultura urbana newyorkese. Kelsey Montague, nota per le sue installazioni interattive che invitano a partecipare, ha raggiunto notorietà grazie alla sua connessione con celebrità come Taylor Swift. Danielle Mastrion, che ha collaborato con il regista Spike Lee, aggiunge un tocco di narrazione visiva al suo lavoro, legando la street art alla cinematografia.

La mostra è curata da Alessandra Mattanza e dall’architetto Augusto Ferretti, che hanno selezionato non solo nomi affermati ma anche giovani talenti, tra cui le italiane Lediesis, autrici delle celebri “Superdonne”, e Jacoba Niepoort, la cui arte esplora temi di solitudine e alienazione. Questa varietà evidenzia non solo la diversità geometrica ed estetica delle opere, ma anche la profondità di significato che ciascuna artista porta, affrontando temi sociali e personali attraverso il linguaggio della street art.

La strada percorsa da Lady Aiko

Lady Aiko è un esempio emblematico di come le donne abbiano aperto la strada nel panorama della street art. Trasferitasi a New York da Tokyo negli anni ’90, ha iniziato la sua carriera come assistente di Takashi Murakami. Aiko ha raccontato come, nonostante le sue ambizioni, si sia trovata a svolgere un ruolo secondario in un ambiente dominato da uomini. Tuttavia, la sua determinazione l’ha spinta a intraprendere una carriera da sola, utilizzando i muri di New York come tela per la sua espressione artistica.

Dopo aver fondato il trio Faile, il suo stile unico, che fonde elementi della cultura giapponese con la pop art occidentale, le ha permesso di emergere e di far sentire la sua voce nel mondo dell’arte. Nel 2012, il suo riconoscimento culmina nella realizzazione di un’opera sul Muro della Bowery, segnando un punto di riferimento per le donne nella street art. Nella mostra attuale, presenta un trittico in cui il suo iconico motivo del teschio è affiancato a quello di un coniglio, simbolo di un mondo che gioca con l’estetica e il significato profondo.

Riconoscimenti e nuove generazioni di artiste

Alessandra Mattanza, anch’essa curatrice dell’esposizione, ha contribuito attivamente alla promozione del talento femminile nella street art attraverso il suo libro “Street Art is Female“. La pubblicazione ha ricevuto riconoscimenti a livello internazionale, evidenziando un crescente interesse per le voci femminili nel panorama artistico contemporaneo. La sua opera di robot art dedicata a Masha Amini, una figura simbolo della lotta per i diritti delle donne in Iran, rappresenta un potente messaggio di attivismo e solidarietà.

Altri nomi rilevanti nell’esposizione includono l’ucraina-americana Maya Hayuk, che, rompendo gli schemi, ha dipinto il Wall della Bowery, diventando la terza donna a farlo. Hayuk si oppone all’etichetta di “artista donna”, sostenendo che la street art deve essere vista come un movimento collettivo, lontano dalle identificazioni di genere. Le sue opere, caratterizzate da grande energia e colori vibranti, richiamano alla mente un’arte che trascende l’individualità e abbraccia la comunità.

In questa mostra storica all’Onu, non solo si celebra il talento delle donne nella street art, ma si lancia anche un messaggio potente sull’importanza della diversità e dell’inclusione nel mondo dell’arte.

Ultimo aggiornamento il 22 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano

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