Le Marche tra calo demografico e vitalità migratoria: dati aggiornati al 2023

Le Marche tra calo demografico e vitalità migratoria: dati aggiornati al 2023

Il Censimento Permanente dell’Istat del 2023 rivela un calo demografico nelle Marche, con invecchiamento della popolazione e attrattività per trasferimenti interregionali, evidenziando sfide e opportunità per il futuro.
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L'articolo analizza il Censimento Permanente della Popolazione dell'Istat aggiornato al 31 dicembre 2023 per la regione Marche, evidenziando un calo demografico dello 0,1% e un'invecchiamento significativo della popolazione, con un'età media di 47,7 anni. Nonostante la diminuzione delle nascite e un tasso di mortalità superiore alla media nazionale, la regione mostra attrattività per trasferimenti interreg - Gaeta.it

Il Censimento Permanente della Popolazione dell’Istat, aggiornato al 31 dicembre 2023, offre un’istantanea della regione Marche, evidenziando dinamiche demografiche significative. La regione, caratterizzata da una popolazione in calo e dall’invecchiamento della sua demografia, continua a mostrare attrattività per i trasferimenti interregionali. L’analisi approfondita dei dati mostra come la realtà marchigiana stia evolvendo con tendenze che meritano attenzione.

La popolazione marchigiana: calo e composizione

Secondo i dati recenti, la popolazione delle Marche si attesta a 1.482.746 residenti, con una diminuzione di 1.552 unità rispetto all’anno precedente, pari a un calo dello 0,1%. Una nota interessante riguarda la composizione di genere: le donne superano gli uomini di circa 31.000 unità, un dato che si riflette nel tasso di natalità, che si ferma a 5,9 figli ogni 1.000 abitanti, al di sotto della media nazionale di 6,4. Questi numeri non solo indicano un calo delle nascite, ma pongono anche interrogativi sul futuro della forza lavoro e dell’equilibrio sociale regionale.

In aggiunta al tasso di natalità, il tasso di mortalità nelle Marche è più elevato rispetto alla media italiana, con 12,0 decessi ogni 1.000 abitanti contro l’11,4 nazionale. Questo dato è preoccupante, poiché sottolinea non solo l’invecchiamento della popolazione, ma anche la necessità di misure efficaci per migliorare la salute e la qualità della vita, specialmente per le fasce più vulnerabili.

Dinamiche interprovinciali e attrattività regionale

Da un’analisi delle varie province, Ancona e Pesaro e Urbino si dimostrano relativamente stabili, mentre Macerata, Fermo e Ascoli Piceno registrano una diminuzione dello 0,3% della popolazione. Macerata ha perso 835 residenti, Ascoli Piceno 565 e Fermo 479. Tuttavia, il saldo migratorio complessivo mostra una leggera positività: quasi 1.000 persone si sono trasferite nelle Marche da altre regioni italiane, evidenziando così una certa attrattività della regione.

Questo fenomeno di mobilità interregionale suggerisce che, nonostante il calo demografico, ci siano fattori attrattivi nelle Marche. Questi possono includere qualità della vita, opportunità lavorative o semplicemente la bellezza del territorio. È fondamentale comprendere quali siano le motivazioni di queste migrazioni per migliorare ulteriormente l’appeal della regione.

Invecchiamento della popolazione e centenari

L’invecchiamento della popolazione marchigiana è un fenomeno evidente. L’età media si attesta a 47,7 anni, superiore alla media italiana, che è di 46,6 anni. Questo dato provoca un indice di vecchiaia di 226,4, con punte che superano i 240 nelle province di Fermo e Ascoli Piceno. In questo contesto, la regione conta 626 centenari, di cui oltre l’80% sono donne. Di questi, 20 hanno superato i 105 anni, contribuendo al dato nazionale di 677 centenari.

Questi indicatori demografici pongono una sfida significativa per le politiche locali, in particolare in relazione ai servizi sociosanitari e di assistenza per gli anziani. Strategia e programmazione diventano dunque indispensabili per affrontare questo trend e per garantire un adeguato supporto alle generazioni più anziane.

Immigrazione e diversità culturale

Le Marche presentano un panorama interessante dal punto di vista dell’immigrazione. Attualmente risiedono nella regione 132.011 cittadini con cittadinanza non italiana, che corrispondono al 9% della popolazione regionale. La maggior parte di essi proviene dall’Europa, ma un numero significativo arriva anche dall’Asia e dall’Africa . Le nazionalità più rappresentate includono romeni e albanesi , seguiti da marocchini e cinesi.

Il dato di 158 nazionalità diverse tra i residenti marchigiani arricchisce il tessuto sociale regionale. Tuttavia, è importante notare che la presenza di comunità diverse rappresenta sia un’opportunità di crescita culturale sia una sfida in termini di integrazione e coesione sociale. Le politiche pubbliche dovrebbero mirare a facilitare l’inclusione, contribuendo così a un ambiente di convivenza armoniosa e stimolante.

Realtà comunale e sfide nei piccoli centri

Nei comuni marchigiani più piccoli, in particolare quelli con meno di 1.000 abitanti, si evidenzia un aumento dell’età media, che raggiunge circa i 51 anni. Anche l’indice di vecchiaia qui è preoccupante, toccando punte di 332,0. Il tasso di natalità in queste aree è tra i più bassi della regione, con un valore di 5,2, mentre il tasso di mortalità è alto, pari a 14,4 decessi ogni 1.000 abitanti.

Queste difficoltà demografiche nei piccoli comuni pongono delle sfide significative alla sostenibilità dei servizi e delle infrastrutture. La capacità di attrarre giovani e nuove famiglie potrebbe rivelarsi cruciale per il futuro di queste comunità, che rappresentano un’importante risorsa culturale e storica per tutta la regione. L’analisi dei dati demografici e delle dinamiche migratorie offre quindi uno spunto per riflessioni e azioni mirate a promuovere uno sviluppo più equilibrato e sostenibile delle Marche.

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