L’annuncio di Donald Trump di applicare dazi al 200% su prodotti alcolici provenienti dall’Unione Europea ha sollevato molte preoccupazioni, soprattutto in Italia, dove l’export vinicolo rappresenta una fetta significativa dell’economia. La reazione di politici e rappresentanti del settore è rapida: l’Italia non può permettersi danni economici legati a questa escalation tariffaria.
Il messaggio di Trump su Truth Social
Giovedì 13 marzo, Donald Trump ha utilizzato il suo social media Truth per comunicare la sua intenzione di imporre pesanti dazi sui vini e gli alcolici provenienti dalla Francia e da altri Paesi dell’Unione Europea. Nel post, il presidente degli Stati Uniti ha accusato l’Unione Europea di essere “una delle autorità fiscali e tariffarie più ostili e abusive al mondo.” La critica principale si concentra sulla tassazione imposta sul whisky statunitense, pari al 50%, che Trump considera ingiusta e dannosa.
Trump ha affermato: “Se questa tariffa non verrà immediatamente rimossa, adotteremo una tariffa del 200% su vini, champagne e prodotti alcolici comprovanti dall’Unione Europea. Questo rappresenterebbe un grande vantaggio per le aziende vinicole statunitensi.”
Non sono mancate le sue tirate contro il Wall Street Journal, accusato di essere influenzato dalle idee dell’Unione Europea. In questo contesto, Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti dovrebbero proteggere i loro interessi commerciali, affermando che attualmente ci si trova in una “situazione di scambio stupido,” dove, a suo avviso, gli altri Paesi stanno “derubando” gli Stati Uniti.
La reazione del governo italiano
Il governo italiano ha risposto prontamente alle dichiarazioni di Trump. Antonio Tajani, attuale ministro degli Esteri e vicepremier, ha espresso la sua opinione sulla questione durante il G7 Esteri di Charlevoix. Tajani ha sottolineato come una guerra commerciale non porti benefici a nessuno e ha evidenziato come l’Italia possa aumentare le sue importazioni dagli Stati Uniti.
“Possiamo investire di più negli Stati Uniti e una maggiore importazione potrebbe anche servire da scudo per tutelare le nostre esportazioni,” ha dichiarato Tajani, evidenziando la necessità di mantenere aperti i canali commerciali e di rispondere in modo strategico all’eventuale crisi.
Il potenziale impatto economico di questa situazione potrebbe essere considerevole, poiché l’Italia è uno dei maggiori esportatori di vino negli Stati Uniti e ha un forte interesse a mantenere relazioni commerciali positive.
Impatti economici per l’export di vino italiano
Le stime dell’Unione italiana vini mostrano quanto danno possano causare i dazi indicati. Secondo analisi condotte dall’Osservatorio Uiv, una tariffa del 20% porterebbe a una perdita di vendite di 330 milioni di euro entro il 2025. Una tariffa al 200%, come anticipato da Trump, avrebbe un impatto devastante sul settore.
Nel 2024, il valore dell’export di vino italiano verso gli Stati Uniti ha superato i 1,9 miliardi di euro, che rappresenta circa il 24% dell’export vinicolo italiano globale. Questo valore è notevolmente più alto rispetto alla media delle merci italiane, che si ferma all’11%. È chiaro che farsi spaventare da nuove tariffe potrebbe seriamente minare la competitività del vino italiano e mettere in crisi molte aziende del settore.
La Francia e la risposta all’escalation commerciale
Anche la Francia, uno dei principali concorrenti dell’Italia nel settore vinicolo, ha mostrato la sua determinazione a rispondere alle minacce di Trump. Laurent Saint-Martin, il ministro per il Commercio Estero francese, ha fermamente condannato l’escalation tariffaria dichiarata da Trump, affermando che la Francia non cederà di fronte a tali minacce.
“Proteggeremo le nostre filiere,” ha dichiarato, aggiungendo che il Paese resta deciso a replicare a qualsiasi azione ostile. Questo rafforza ulteriormente il fronte europeo contro le manovre commerciali statunitensi, ma pone anche interrogativi sulle future relazioni tra Stati Uniti e Unione Europea, specialmente sui settori vinicolo e agroalimentare.
Il panorama commerciale rimane incerto e gli effetti delle eventuali politiche tariffarie di Trump potrebbero cambiare notevolmente gli equilibri commerciali.