Le parole di Rita Dalla Chiesa riaccendono il dibattito sulla morte del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e Giulio Andreotti
Nella recente puntata della trasmissione ‘Tango’ su RAIDUE, Rita Dalla Chiesa ha svelato il suo punto di vista su un tema delicato che risale a decenni fa: la morte del padre, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, assassinato nel 1982 in un agguato mafioso a Palermo. Le sue dichiarazioni hanno innescato una reazione significativa, in particolare da parte di Stefano Andreotti, figlio dell’ex presidente del Consiglio Giulio Andreotti, il quale ha preso parola per difendere il nome del padre da insinuazioni e ricostruzioni storiche che lo coinvolgono in vicende controverse.
Le dichiarazioni di Rita Dalla Chiesa
Rita Dalla Chiesa ha voluto sottolineare, senza fare nomi specifici, come le insinuazioni riguardo alla responsabilità di Giulio Andreotti nella morte di suo padre continuino a riaffiorare. Ha affermato che è difficile per lei tollerare che si parli della figura di suo padre e delle circostanze della sua morte con leggerezza, soprattutto in un contesto pubblico. Secondo lei, rispetta i familiari coinvolti ma trova inaccettabile come, nonostante il passare del tempo e le sentenze di assoluzione, si continui a insinuare la responsabilità di Andreotti.
Stefano Andreotti ha risposto a queste affermazioni, affermando che non è la prima volta che il nome di suo padre viene tirato in ballo in relazione al delitto di Dalla Chiesa. Ha ricordato come la sorella di un deputato, associata a questa vicenda, aveva iniziato a parlare di presunti legami tra Andreotti e la mafia sin dagli anni ’80, esprimendo scetticismo per queste ricostruzioni. Il figlio dell’ex premier ha comunque chiarito che la linea di suo padre era quella di non querelare nessuno, un gesto che rifletteva il suo stile e il rispetto per gli altri.
I rapporti tra Andreotti e Dalla Chiesa
La relazione tra Giulio Andreotti e Carlo Alberto Dalla Chiesa è da sempre oggetto di analisi e dibattiti. Stefano Andreotti ha assicurato che i rapporti tra i due sono stati sempre improntati alla stima reciproca. Riferendosi a episodi specifici, ha fatto menzione di spese di tempo insieme, che evidenziavano la loro collaborazione. Per esempio, il generale Dalla Chiesa, quando era alla guida del nucleo speciale anti-terrorismo, ebbe sempre la fiducia di Andreotti, che lo nominò in questo ruolo strategico.
L’argomento è sempre stato controverso, con alcuni storici e giornalisti che hanno ipotizzato tensioni tra i due uomini, soprattutto durante la crisi più acuta legata al sequestro Moro. Tuttavia, Stefano Andreotti ha ribadito che, al contrario di quanto si possa pensare, i due non hanno mai avuto contrasti significativi. Dalla Chiesa, ha confermato, si recava spesso a Roma per incontrare Andreotti, scambiandosi idee e contribuendo a un confronto costruttivo tra le istituzioni.
La reazione all’omicidio e le lettere lasciate da Andreotti
L’omicidio di Carlo Alberto Dalla Chiesa, avvenuto a Palermo il 3 settembre 1982, segnò un momento drammatico nella storia italiana. L’assassinio colpì Andreotti in un modo profondo, vista la conoscenza personale che aveva con il generale e la sua famiglia. Nonostante Stefano Andreotti riconosca il dolore provato da suo padre, egli evidenzia che Andreotti non fosse attivamente coinvolto in funzioni di governo al momento della morte di Dalla Chiesa. Infatti, il 6 maggio 2013, Giulio Andreotti, scrivendo una lettera ai suoi figli, si dichiarò estraneo a qualsiasi coinvolgimento con la mafia.
La lettera contiene un giuramento solenne in cui Andreotti afferma di non aver mai avuto contatti con la criminalità organizzata, se non per combatterla. Queste parole, lette solo dopo la scomparsa di Andreotti, evidenziano il suo profondo attaccamento alla verità e il desiderio di lasciare una testimonianza chiara alle future generazioni. Indicando indirizzi di riflessione su un tema così controverso, Stefano Andreotti ha voluto sottolineare come le parole del padre, focalizzate sulla fede e sull’integrità, debbano prevalere nel dibattito pubblico su questa tormentata storia italiana.
Resta quindi da vedere come si evolverà questo confronto tra la famiglia Dalla Chiesa e quella Andreotti, e quali ulteriori sviluppi emergeranno nelle discussioni sulla complicata intersecazione tra politica, mafia e giustizia in Italia.