Le sfide dell'agroalimentare italiano tra dazi e innovazione: un'analisi approfondita

Le sfide dell’agroalimentare italiano tra dazi e innovazione: un’analisi approfondita

L’industria agroalimentare italiana affronta sfide legate ai dazi statunitensi, con protagonisti come Granarolo e Lactalis che puntano sulla qualità e sull’innovazione per preservare tradizioni e mercati.

L’industria agroalimentare italiana sta affrontando sfide significative dovute al ritorno dei dazi statunitensi. Il contesto attuale è complesso e varia dalle strategie delle grandi multinazionali agli appelli per una maggiore attenzione alla qualità. Questo articolo esplora le posizioni di alcuni protagonisti del settore, sottolineando l’importanza della salvaguardia delle tradizioni culinarie italiane.

Il messaggio di Gianpiero Calzolari: la qualità prima di tutto

In un’intervista pubblicata da Il Sole 24 Ore, Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo, ha espresso chiaramente la sua opinione riguardo la delocalizzazione della produzione agroalimentare. Secondo Calzolari, il valore dei prodotti italiani è strettamente connesso al territorio e alle tradizioni culturali da cui provengono. Granarolo, pur avendo uno stabilimento negli Stati Uniti e operando in un mercato aperto, ha deciso di rimanere fedele alla propria missione non trasferendo la produzione all’estero. Questa scelta si traduce in un impegno a lavorare solo il latte dei soci italiani, preservando così l’identità e la qualità dei prodotti. Calzolari ha aggiunto che, nonostante i dazi imposti dagli Stati Uniti che possono influire negativamente sui margini di profitto, la priorità rimane quella di mantenere un alto standard di qualità e contrastare le imitazioni.

Lactalis e l’investimento strategico nell’export

La multinazionale Lactalis, che controlla importanti marchi come Galbani e Parmalat, non resta indietro di fronte alle crescenti pressioni del mercato internazionale. Come riportato sempre da Il Sole 24 Ore, Lactalis ha previsto un investimento di 68 milioni di euro, mirato principalmente all’export e allo sviluppo di nuovi prodotti per i mercati esteri. Le novità includono formati speciali di Parmigiano Reggiano per il mercato statunitense e una crema di tiramisù in confezione pouch destinata all’Europa. Tali iniziative evidenziano come l’azienda intenda affrontare i timori legati ai dazi che potrebbero arrivare fino al 35% sui formaggi stagionati. Lactalis si propone di reagire attraverso l’innovazione e costruendo collaborazioni solide tra produttori, istituzioni e imprese.

Il vino italiano e l’appello alla diplomazia

Il vino italiano, un simbolo della cultura gastronomica del Paese, non è immune dagli effetti dei dazi. Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione Italiana Vini, ha parlato della questione durante il Vinitaly, facendo un appello alla calma e promuovendo la necessità di un approccio diplomatico. Frescobaldi ha sottolineato come ogni euro speso per vino italiano generi un valore di 4,5 euro negli Stati Uniti. Tuttavia, ha avvertito che le aziende che si sono concentrate esclusivamente sul mercato americano senza diversificare potrebbero trovarsi in difficoltà. È cruciale, secondo lui, adottare strategie che enfatizzino vini tipici legati al territorio, così da ridurre l’esposizione alla concorrenza globale dei vitigni internazionali. Il settore si pone anche in attesa di sviluppi diplomatici, specialmente in vista della visita del Premier Meloni alla Casa Bianca.

L’agroalimentare ligure e le nuove opportunità

Nel contesto ligure, l’agroalimentare sta cercando di affrontare le sfide legate ai dazi, in particolare per quanto riguarda l’olio extravergine. La Santagata 1907 Spa, insieme ad altre aziende liguri, sta mantenendo viva la propria presenza al Fancy Food Show di New York, puntando sulla qualità come strumento di contrasto ai dazi. Cristina Santagata, rappresentante dell’azienda, ha dichiarato che gli Stati Uniti costituiscono un mercato vitale, generando il 30% del fatturato. L’incertezza legata ai dazi spinge le imprese a guardare anche verso nuovi mercati. Carlo Golda, presidente di Liguria International, ha invitato le aziende a esplorare opportunità come il Vietnam. Quest’ultimo si offre come un territorio promettente, con costi accessibili, infrastrutture in crescita e un’apertura all’importazione di prodotti di qualità.

Queste storie evidenziano la resilienza dell’agroalimentare italiano di fronte a un panorama internazionale in rapido cambiamento.

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