Il tema delle famiglie monogenitoriali è sempre più centrale nel dibattito sociale ed economico. Questo gruppo di genitori vive spesso in situazioni complesse e precarie, caratterizzate da difficoltà logistiche e finanziarie che si sono accentuate durante la pandemia. È fondamentale approfondire le sfide che questi genitori devono affrontare e analizzare l’importanza di politiche pubbliche mirate che possano alleviare il loro carico.
Le difficoltà economiche dei monogenitori
Le statistiche attuali evidenziano una realtà preoccupante: nel 2021, il 17% dei minori di 16 anni provenienti da famiglie monogenitoriali viveva in condizioni di deprivazione sociale o materiale, un incremento rispetto al 14,9% registrato nel 2017. Queste difficoltà non riguardano solo il lato economico ma si riflettono su vari aspetti della vita quotidiana. La gestione dei pasti, l’acquisto di abbigliamento, la qualità del riscaldamento domestico, così come la disponibilità di giochi e libri, diventa complicata in situazioni familiari segnate dalla fragilità economica.
Un solo genitore, infatti, è costretto a far fronte a spese e responsabilità con un’unica fonte di reddito, rendendolo vulnerabile agli imprevisti economici. Secondo i dati diffusi dall’Istat, nel 2022, il rischio di povertà o esclusione sociale per i nuclei monoparentali ha raggiunto il 39,1%. Questo è un dato allarmante se confrontato al 27,2% delle coppie con figli. La situazione è ancora più grave per le famiglie in cui il genitore è una madre: il 40% dei bambini che vivono con una madre sola risulta essere “a rischio povertà”, un dato che scende al 27,6% nel caso dei padri single.
Questa disparità è accentuata anche dalla minore intensità lavorativa delle donne e dalle problematiche abitative. Si stima che il 31% delle madri sole con almeno un figlio minore viva in affitto, una condizione che può aumentare ulteriormente le difficoltà economiche. È chiaro che questi numeri non solo raccontano una condizione economica di precarietà, ma rivelano anche un bisogno urgente di interventi adeguati da parte delle istituzioni.
Politiche familiari e supporti ai genitori single
Alla luce delle difficoltà incontrate dai monogenitori, si rende necessario riflettere sulle politiche familiari e su come queste possano sostenere chi vive in questa situazione. Tuttavia, il supporto delle istituzioni nei confronti delle famiglie monoparentali non è sempre stato garantito in modo adeguato. Ad esempio, lo scorso ottobre, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che il Bonus Natale di 100 euro era destinato anche alle famiglie monogenitoriali, a condizione che il reddito complessivo non superasse i 28mila euro e che fosse presente almeno un figlio a carico.
È fondamentale notare che la normativa originale aveva causato confusione, poiché prevedeva un requisito che necessitava la presenza di un “coniuge a carico”, escludendo così famiglie in cui il secondo genitore fosse assente per diversi motivi, come decesso o non riconoscimento del figlio. Le regole attualmente in vigore per l’assegno unico rappresentano un altro capitolo delle problematiche affrontate. Sebbene si intenda incentivare il ritorno al lavoro delle madri attraverso maggiorazioni in presenza di un secondo percettore di reddito, questo crea iniquità per le famiglie monogenitoriali che, per natura, vivono con un solo reddito.
L’adeguamento delle politiche familiari potrebbe fare la differenza per molte famiglie. È essenziale creare un sistema di aiuti che tenga conto delle specifiche esigenze dei monogenitori, evitando di escluderli da programmi di sostegno al reddito e dall’accesso a servizi essenziali come l’istruzione e l’assistenza sanitaria. In questo modo, si potrebbe migliorare il benessere di tanti nuclei familiari e permettere a questi genitori di affrontare le difficoltà quotidiane con maggior serenità.