L’economia del mare italiana: un potenziale da valorizzare

Il Forum “Risorsa Mare” a Palermo analizza l’economia marittima italiana, evidenziando il potenziale di crescita del settore e la necessità di una strategia integrata per valorizzare le filiere economiche.
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L'economia del mare italiana: un potenziale da valorizzare - Gaeta.it

L’osservazione e l’analisi dell’economia marittima italiana sono al centro del Forum “Risorsa Mare”, attualmente in corso al Marina Convention Center di Palermo. Sotto l’egida dell’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare – OsserMare, i dati e le ricerche elaborate hanno suscitato l’interesse di istituzioni nazionali ed europee. Il Coordinatore Antonello Testa ha sottolineato come l’Italia si collochi al primo posto in termini di Blue Economy sebbene, secondo i parametri europei, la si circoscriva al quarto posto. Questo disallineamento di dati rende necessario un approfondimento delle potenzialità del settore, non solo a livello nazionale ma anche europeo.

Il ruolo strategico dell’italia nell’economia marittima

Nel corso del suo intervento, Testa ha evidenziato il valore intrinseco dell’economia marittima italiana, posizionando l’Italia come leader nell’area Euro-mediterranea. “L’Europa, utilizzando differenti parametri e annualità, ci assegna il 4° posto, ma ciò non riflette appieno la realtà dei fatti”, ha affermato. L’Italia, contraddistinta da una posizione geografica unica, necessita di un riconoscimento adeguato delle sue reali capacità produttive legate al mare. Con un’analisi approfondita, è possibile affermare che il settore marittimo italiano ha il potenziale di svilupparsi ulteriormente.

Per raggiungere questi obiettivi, è necessaria una strategia complessiva che integri le diverse filiere economiche. L’Italia ha già definito 7 filiere principali e 16 direttrici attraverso il Piano del Mare per l’Economia del Mare Italiana, ma il numero reale dei settori interessati supererebbe le venti unità. Testa ha sottolineato l’importanza di una conoscenza approfondita delle filiere e delle potenzialità di mercato, affinché l’occupazione e il fatturato possano beneficiarne.

La crescita dell’economia blu: previsioni e opportunità

Un altro focus del discorso di Testa è stato indirizzato verso le prospettive di crescita. I dati mostrano un trend favorevole per l’Economia del Mare, con previsioni che indicano un valore aggiunto in grado di superare il 20% del PIL nazionale nel medio periodo. Settori come il turismo costiero, il turismo crocieristico e la nautica di eccellenza sono identificati come i principali motori di questa espansione economica.

Il brand “Made in Italy” è già sinonimo di qualità nel contesto globale, facilitando l’ingresso italiano nei mercati internazionali. La portualità turistica, accompagnata dalle eccellenze italiane nel design e nella progettazione navale, rappresenta un’opportunità da non sottovalutare. In un momento in cui il mercato ricerca sempre più esperienze di alta qualità, l’Italia potrebbe affermarsi come leader indiscusso a livello mondiale.

L’impegno per un hub marittimo e energetico

Nel contesto del forum, Testa ha altresì delineato una visione ambiziosa per il futuro, puntando a trasformare l’Italia non solo in un hub turistico di prim’ordine, ma anche in un centro energetico di riferimento per l’area Euro-mediterranea. L’integrazione di dati e valori esistenti sarà essenziale per raggiungere tale obiettivo.

Con un investimento strategico nella formazione nelle scuole e nelle istituzioni nautiche, l’Italia potrà valorizzare competenze uniche, rendendo le sue risorse umane ancor più appetibili sia sul mercato interno che estero. Questo approccio proattivo è fondamentale per incentivare la crescita e garantire una preparazione adeguata per il futuro.

Una visione integrata per il futuro dell’economia marittima

Il discorso di Testa si è concluso con una riflessione sull’importanza di una visione unitaria per l’Economia del Mare. Progetti ambiziosi come “Economia del Mare 5.0” e lo “Sportello Unico Nazionale sull’Economia del Mare” sono stati menzionati come opportunità per integrare le competenze e le risorse del settore. Inoltre, si è fatto riferimento a particolari ambiti emergenti, come l’underwater economy, già oggetto di studio, con l’obiettivo di ottimizzare le risorse marine.

Infine, Testa ha evidenziato che l’intera Italia potrà beneficiare da un’economia marittima ben strutturata, con il Sud che già dimostra potenziale di espansione e il Centro-Nord che fornisce un indotto solido. È quindi cruciale considerare l’Italia come un sistema economico marittimo integrato, capace di esprimere nuove opportunità e affermarsi in uno scenario nazionale e internazionale sempre più competitivo.

Ultimo aggiornamento il 26 Settembre 2024 da Sofia Greco

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