Legal Love 2025 al fianco dei giovani: salute mentale, alimentazione e rispetto al centro del progetto Mangio dopo!

Legal Love 2025 al fianco dei giovani: salute mentale, alimentazione e rispetto al centro del progetto Mangio dopo!

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Nelle aule del Liceo statale James Joyce di Ariccia, per una mattina, non si è parlato solo di voti o programmi scolastici. Si è parlato di corpi, di cibo, di paure nascoste. E lo si è fatto senza tabù, con una sincerità rara. A guidare questo momento di confronto è stato l’incontro promosso da Road to green 2020, parte del progetto Legal Love, con l’iniziativa “Mangio dopo!”, pensata per affrontare insieme ai ragazzi uno dei disagi più silenziosi e comuni: i disturbi alimentari.

Un evento fortemente voluto dalla consigliera regionale Edy Palazzi, che non ha solo sostenuto il progetto, ma ha deciso di esserci, di metterci la faccia. Ad accoglierla, il dirigente scolastico Giovanni Luca Russo, convinto dell’importanza di aprire le porte della scuola anche a conversazioni scomode, ma fondamentali.

Quando il cibo diventa un linguaggio muto

Nel corso dell’incontro, nutrizionisti e psicologi della ASL Roma 6 hanno parlato ai ragazzi in modo diretto, senza filtri. La dottoressa Emanuela Castellaneta, dietista specializzata, ha colto subito nel segno: «Il nostro rapporto con il cibo racconta molto più di quanto immaginiamo. È un modo per comunicare ciò che spesso non riusciamo a dire». Ha parlato di come certe abitudini, apparentemente innocue, possano nascondere un malessere profondo. E di quanto sia importante saper riconoscere quei segnali, e avere il coraggio di chiedere aiuto.

Lucia Dori Sabella, psicologa clinica, ha invece invitato i ragazzi a guardarsi dentro: «Quando il cibo diventa un rifugio o un nemico, il problema non è il piatto, ma la solitudine. E l’unico modo per rompere quel silenzio è iniziare a parlarne».

La politica che ascolta i giovani

Edy Palazzi ha portato in aula non solo parole, ma un impegno concreto: una proposta di legge per migliorare l’accesso ai percorsi di cura per chi soffre di disturbi alimentari. «Non possiamo più permettere che ragazze e ragazzi si sentano invisibili o soli di fronte a questo tipo di dolore», ha detto. E ha aggiunto: «La prevenzione passa dall’informazione, dall’empatia, dalla scuola. E io sono qui per lavorare con voi, per trovare risposte insieme».

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Anche Barbara Molinario, presidente di Road to green 2020, ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento delle scuole: «Sensibilizzare non è solo fare informazione, è creare spazi dove i ragazzi possano sentirsi accolti, ascoltati e mai giudicati».

Un decalogo per imparare ad accettarsi

Durante l’incontro è stato condiviso un decalogo semplice ma profondo, costruito insieme agli studenti. Dieci piccoli punti per imparare a riconoscere i segnali del disagio, per ricordarsi che non è sbagliato avere paura, né sentirsi fragili. Che fare sport dovrebbe essere un piacere, non un’ossessione. Che saltare i pasti non è la soluzione. Che non c’è nulla di male nel voler stare bene, ma serve ascoltarsi.

L’obiettivo non è dare regole, ma strumenti. Un linguaggio nuovo, vicino, comprensibile. E, soprattutto, un invito a parlarsi, prima che sia troppo tardi.

Il valore del confronto e la forza della rete

L’incontro ad Ariccia non è stato un semplice evento. È stato un seme piantato, un primo passo per portare dentro le scuole una nuova cultura del rispetto di sé e dell’altro. Gli studenti hanno ascoltato, fatto domande, si sono aperti. E la sensazione, forte, era che ci fosse davvero bisogno di questo tipo di spazio.

La salute mentale non può più essere un tema da affrontare solo in privato. Deve entrare nelle scuole, nelle case, nei luoghi dove i giovani passano il loro tempo. Ed è proprio questo lo spirito del progetto: trasformare il silenzio in dialogo, la paura in consapevolezza.

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