Il caso giudiziario che riguarda il filosofo Leonardo Caffo, condannato in primo grado a quattro anni di reclusione per maltrattamenti e lesioni aggravate nei confronti della sua ex compagna, torna ora all’attenzione della corte d’appello. La vicenda si concentra su un episodio avvenuto nell’estate del 2020 a Milano, durante un litigio in cui la donna avrebbe riportato una frattura “scomposta” a un dito. Il legale di Caffo punta a ribaltare la sentenza, chiedendo il rinnovo dell’istruttoria e contestando alcune circostanze aggravanti.
Alcune dettagli delle accuse e della condanna di primo grado
Leonardo Caffo, 37 anni, è stato condannato dal Tribunale di Milano per maltrattamenti e lesioni aggravate alla sua ex compagna. Secondo l’accusa, durante un litigio estivo nel 2020, il filosofo avrebbe provocato alla donna una frattura grave a un dito della mano, con conseguente accorciamento dell’arto. Tale episodio era al centro delle indagini, scaturite da una denuncia presentata dalla vittima, che ha portato anche all’applicazione di una misura cautelare di allontanamento e divieto di avvicinamento nei confronti di Caffo. La misura è stata revocata nel settembre 2024, dopo circa due anni.
Il tribunale, su basi probatorie, ha ritenuto che il filosofo abbia agito in modo aggressivo nella relazione, commettendo maltrattamenti tali da meritare la pena comminata. La sentenza, emessa a dicembre, è stata commentata da Caffo con parole di scuse sul piano morale, pur senza ammettere le accuse nel merito. L’impatto del giudizio è stato significativo, data la natura delle accuse e il profilo pubblico del condannato.
Argomentazioni della difesa nel ricorso in appello
L’avvocato Fabio Sghembri, che ha assunto la rappresentanza di Leonardo Caffo, ha depositato i motivi di appello con l’obiettivo di chiedere l’assoluzione del filosofo. Il legale sottolinea elementi secondo cui, nel rapporto di coppia, le violenze psicologiche e le umiliazioni sarebbero state reciproche. Il nuovo difensore evidenzia che i dati indicano come le azioni lesive maggiori furono poste in essere proprio dalla compagna di Caffo.
La difesa sostiene che il cliente non ha recitato il ruolo di manipolatore, né ha agito secondo uno schema patriarcale, come invece l’accusa aveva suggerito. Anzi, in qualche occasione avrebbe reagito agli insulti e alle aggressioni provenienti dall’altra parte. Questo quadro è alla base della richiesta di annullare la condanna e di disporre un nuovo esame delle prove.
In subordine, la difesa chiede di escludere la circostanza aggravante o addirittura di emettere una sentenza di non doversi procedere per la mancata presentazione tempestiva della denuncia nei confronti di Caffo, come previsto dal codice di procedura penale. Questa contestazione si focalizza su un aspetto tecnico che potrebbe determinare la nullità dell’azione giudiziaria.
Prospettive processuali e contesto giuridico della vicenda
Il ricorso in appello rappresenta una fase cruciale per stabilire le responsabilità effettive di Leonardo Caffo. Il procedimento fa emergere questioni delicate sui rapporti di coppia e sulle dinamiche di violenza, esaminando anche i possibili risvolti di reciproche aggressioni verbali e fisiche. Nel contesto giudiziario, il riconoscimento o meno della recidiva di ruolo da parte dell’imputato può ribaltare l’interpretazione dei fatti.
L’appello permette di far valutare nuovamente le prove e le testimonianze, inclusi eventuali elementi non approfonditi nel primo grado. La revoca della misura cautelare nel settembre 2024 segna una tappa significativa nella vicenda, ma il fascicolo resta aperto per una decisione definitiva. Il processo, infatti, potrebbe ancora modificare sensibilmente la posizione di Caffo, a seconda della valutazione della corte d’appello sugli argomenti portati dalla difesa.
Contesto di esperienze legali del difensore
Non a caso, anche il legame con casi giudiziari noti emerge dal legale, Fabio Sghembri, che ha seguito altre vicende importanti. Ciò indica la complessità del procedimento e l’attenzione riservata a quei procedimenti in cui le accuse di violenze si intrecciano a narrazioni contrapposte e difficili da districare. La prossima udienza sarà decisiva per dare un nuovo corso alla causa.