Lettini inutilizzati in Lombardia: 200 posti letto acquistati per la pandemia rimangono inutilizzati

Lettini inutilizzati in Lombardia: 200 posti letto acquistati per la pandemia rimangono inutilizzati

In Lombardia, 200 letti ospedalieri acquistati durante l’emergenza Covid sono inutilizzabili per mancanza di certificazioni. Si propone la loro donazione all’Ucraina, mentre si attende un accordo legale con il fornitore.
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Lettini inutilizzati in Lombardia: 200 posti letto acquistati per la pandemia rimangono inutilizzati - Gaeta.it

In Lombardia, la situazione riguardante 200 letti ospedalieri acquistati durante l’emergenza Covid sta generando un ampio dibattito. Nonostante l’urgenza di ampliare i posti letto negli ospedali, questi letti sono ora accantonati a causa di mancanze nei requisiti normativi. L’acquisto, avvenuto nel pieno della crisi sanitaria, ha portato a ripercussioni legali e proposte di donazione internazionale.

L’acquisto all’epoca dell’emergenza sanitaria

Durante i picchi della pandemia, la Regione Lombardia si è trovata a fronteggiare un numero ingente di ricoveri e una pressione enorme sul sistema sanitario. Con l’obiettivo di garantire disponibilità di posti letto, è stata avviata una procedura per l’acquisto di letti da una società indiana, la Surgimill Medical Systems Private Limited. La spesa totale sostenuta da Aria, l’agenzia regionale preposta agli acquisti, è stata di 222.328 euro. Tuttavia, nonostante l’urgenza di fornire risorse in tempo reale, si è rivelato che i letti non possedevano le necessarie certificazioni di conformità alle normative ISO, impedendo così la loro utilizzazione nei reparti ospedalieri.

Questa situazione ha portato a un’importante sfida: garantire la qualità e la sicurezza dei dispositivi medici disponibili in un contesto di emergenza. Quando i letti sono risultati non conformi, Aria ha deciso di procedere legalmente contro la società fornitrice per recuperare le somme investite. Ma a questo si è aggiunta anche la questione di cosa fare con il materiale non utilizzato.

Proposta di donazione all’Ucraina

In un contesto internazionale difficile, la possibilità di donare i letti all’Ucraina è stata proposta dall’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso. Nel bel mezzo del conflitto, l’Ucraina ha manifestato la necessità di risorse sanitarie, e l’idea di donare i letti potrebbe rappresentare una mano d’aiuto a chi ne ha bisogno. Tuttavia, è fondamentale considerare le normative europee riguardo ai materiali medici e le loro condizioni di utilizzo.

Bertolaso ha sottolineato l’importanza di un accordo con l’azienda indiana per facilitare questa donazione, una questione che richiede scrupolosità legale per evitare future controversie. Ad oggi, nonostante la sentenza del tribunale di Milano che ha risolto il contratto e decretato la restituzione delle somme versate, i letti rimangono nei locali dell’ex Ospedale Sant’Anna di Como, in attesa di una soluzione definitiva.

Reazioni e sviluppi futuri

Le polemiche emerse in merito a questa vicenda hanno acceso un dibattito sull’operato della Regione durante la pandemia. Bertolaso ha difeso l’operato dell’amministrazione regionale, affermando che le misure adottate erano necessarie e tempestive in un contesto caratterizzato da incertezze e una quantità senza precedenti di richieste sanitarie.

L’assessore ha evidenziato anche le aspettative verso la società fornitrice: “Ci aspettiamo che la società rispetti la sentenza e restituisca quanto dovuto. La situazione attuale non è soddisfacente.” A questo punto, la Regione è orientata a stabilire un dialogo costruttivo con Surgimill per raggiungere un accordo che possa portare all’impiego dei letti, contribuendo al contesto bellico dell’Ucraina.

Proseguire con le proposte di donazione non solo potrebbe sanare un’ingiustizia economica, ma anche trasformare un problema in un gesto umano significativo in un momento di grande bisogno per la popolazione ucraina.

Ultimo aggiornamento il 5 Febbraio 2025 da Donatella Ercolano

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