L’evoluzione della chirurgia del cristallino: oggi la cataratta si affronta prima e con soluzioni su misura

L’evoluzione della chirurgia del cristallino: oggi la cataratta si affronta prima e con soluzioni su misura

La chirurgia del cristallino si evolve con nuove lenti intraoculari e tecnologie avanzate, permettendo interventi precoci anche dai 50 anni per migliorare la qualità visiva e il benessere degli over 70.
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La chirurgia della cataratta si è evoluta in un intervento personalizzato e precoce, grazie a nuove lenti intraoculari e tecnologie avanzate, migliorando significativamente la qualità della vita degli over 50. - Gaeta.it

La cataratta resta una delle cause più frequenti di disturbi visivi negli over 70, ma il modo di affrontarla è cambiato radicalmente negli ultimi anni. Non si tratta più solo di una tecnologia per togliere l’opacizzazione del cristallino legata all’età, ma di un vero e proprio intervento che può avvenire in tempi anticipati per migliorare la qualità della vita. L’attenzione si sposta infatti verso una chirurgia del cristallino personalizzata, grazie alle nuove lenti intraoculari e strumenti di precisione che consentono risultati migliori e più precisi. Il cambiamento è al centro di un recente episodio del vodcast “Guardiamoci negli occhi”, realizzato dall’Oculista Italiano e disponibile su Adnkronos e oculistaitaliano.it.

Le cause della cataratta oltre l’invecchiamento

La cataratta si manifesta soprattutto negli anziani, con difficoltà a vedere chiaramente e a riconoscere i volti. Questo succede per la progressiva opacizzazione del cristallino, la lente naturale dell’occhio che perde trasparenza. È il quadro più comune dopo i 70-80 anni. Tuttavia, non tutte le cataratte sono legate al solo passare del tempo. Traumi oculari, farmaci o altre patologie degli occhi possono favorire questa condizione. Il cristallino può infatti danneggiarsi anche in età più giovane per queste cause, aggravando la vista.

Chirurgia della cataratta e chirurgia del cristallino

Per questo motivo la definizione “chirurgia della cataratta” lascia il posto a “chirurgia del cristallino”. Lo spiega Vittorio Picardo, oculista esperto e relatore del vodcast. L’approccio cambia quindi da un intervento attendista e focalizzato esclusivamente sulla rimozione della cataratta a una strategia che valuta il cristallino come elemento da sostituire per migliorare la qualità visiva complessiva del paziente. Questo significa anche raggiungere risultati migliori intervenendo prima, quando la cataratta non è ancora troppo avanzata.

Innovazioni tecnologiche e nuove lenti intraoculari

Lo sviluppo della chirurgia del cristallino ha avuto una spinta decisiva fin dalla seconda guerra mondiale, quando il chirurgo Harold Ridley intuì che un materiale utilizzato nelle cupole degli aerei poteva sostituire il cristallino umano senza causare rigetto. Da quella scoperta è nato il campo delle lenti intraoculari, che ha fatto progressi sorprendenti in quasi ottant’anni.

Negli ultimi vent’anni le lenti hanno raggiunto livelli molto più sofisticati. Secondo Vincenzo Orfeo, responsabile dell’Oculistica alla Clinica Mediterranea di Napoli, oggi esistono dispositivi multifocali che offrono una visione continua da lontano fino alle distanze intermedie, molto utili per chi usa il computer o legge documenti. Queste nuove lenti Edof permettono a molti di non dipendere più dagli occhiali dopo l’intervento. La personalizzazione progredita rende l’intervento una scelta che consideri le esigenze specifiche di ogni paziente, anche prima che il cristallino sia completamente compromesso.

Indicazioni per l’intervento sempre più precoci

L’intervento quindi non è più relegato agli over 70 con cataratta matura, ma può essere indicato già a partire dai 50-60 anni quando il cristallino inizia a perdere funzionalità. Sostituendolo in anticipo si previene un peggioramento della vista e si recupera la capacità di leggere e lavorare senza ausili ottici esterni.

Tecnologia e precisione nella diagnosi e nella chirurgia

Oggi la chirurgia del cristallino beneficia anche di strumenti diagnostici avanzati e di sistemi robotici che migliorano la precisione dell’intervento. Antonio Randazzo, chirurgo a Catania, spiega che queste tecnologie permettono di selezionare con più attenzione i pazienti candidati alle lenti “premium”. La misurazione accurata della forma e delle dimensioni dell’occhio aiuta a prevedere con maggiore certezza i risultati post operatori.

Questi sistemi consentono di ridurre i margini di errore e personalizzare i dettagli dell’operazione, aspetti fondamentali quando si parla di lenti multifocali o che devono correggere altri difetti visivi contemporaneamente alla cataratta. Anche le strumentazioni robotiche, sempre più diffuse, rendono possibili tagli e posizionamenti più precisi, diminuendo il rischio di complicazioni e accelerando i tempi di recupero.

Questa evoluzione degli strumenti porta l’intervento oltre la semplice rimozione del cristallino opacizzato e lo fa diventare una procedura in cui la tecnologia aiuta chirurgo e paziente a raggiungere il miglior risultato possibile.

Il ruolo del paziente e l’importanza della collaborazione post operatoria

Il progresso tecnologico porta cambiamenti anche nelle dinamiche tra medico e paziente. Carmelo Chines, direttore dell’Oculista Italiano, sottolinea come oggi chi si sottopone all’intervento sia più informato e richieda un dialogo approfondito. Le aspettative sono più alte, perché l’operazione promette non solo di restituire la vista persa, ma di migliorare complessivamente la capacità visiva quotidiana.

Alla base del successo c’è anche l’atteggiamento del paziente dopo l’intervento. Vittorio Picardo ricorda quanto sia cruciale seguire con attenzione le indicazioni, usare i colliri nel modo corretto e mantenere una buona igiene oculare. Questi piccoli accorgimenti influenzano direttamente il risultato finale, riducendo il rischio di infezioni o infiammazioni post operatorie.

Il gesto chirurgico rappresenta un passaggio, ma la piena guarigione dipende dalla continuità della cura personale nelle settimane successive. Tutto ciò aiuta a rafforzare la stabilità della nuova lente e a mantenere nitida la vista nel tempo.

Oltre la vista, il recupero del benessere quotidiano

Non è solo una questione ottica. Riacquistare una visione chiara dopo la chirurgia del cristallino torna a favorire la mobilità, evita cadute frequenti tra gli anziani e contribuisce a ridurre l’isolamento sociale dovuto alla difficoltà di vedere bene. Il beneficio si riflette nella qualità della vita, rendendo il paziente più autonomo nelle attività quotidiane.

Questi aspetti lo ricorda Carmelo Chines, che evidenzia il legame tra la salute visiva e il benessere generale. Intervenire in modo tempestivo e con tecnologie avanzate significa anche dare alle persone la possibilità di mantenere relazioni sociali attive e una routine normale, elementi importanti soprattutto con l’avanzare dell’età.

Con un dialogo chiaro, tecnologie all’avanguardia e una giusta collaborazione, la chirurgia del cristallino assume un ruolo centrale per garantire una visione nitida che accompagna le persone nella loro vita di tutti giorni.

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