I recenti sviluppi politici e militari negli Stati Uniti hanno suscitato interrogativi tra i paesi europei riguardo alla loro sicurezza e alla cooperazione con le forze armate americane. Durante i primi mesi della presidenza Trump, diverse nazioni dell’Unione Europea hanno avviato un riesame delle loro strategie di difesa. Tra le implicazioni più significative di questo mutato scenario c’è l’F-35, il caccia stealth di quinta generazione prodotto da Lockheed Martin, che continua a rappresentare il pilastro centrale per molte forze aeree occidentali.
La crescente attenzione sull’F-35
Attualmente, l’F-35, sul quale sono stati effettuati oltre 1.000 voli e a cui hanno preso parte più di 2.600 piloti addestrati, si distingue nettamente dai caccia di quarta generazione come l’Eurofighter e il Rafale. Questo aereo risponde non solo a esigenze di superiorità aerea ma si inserisce anche nelle più ampie operazioni di riarmo promosse dalla Commissione Europea, presieduta da Ursula von der Leyen. Sebbene finora non sia emersa una chiara inclinazione a “cambiare cavallo”, ci potrebbero essere conseguenze rilevanti se la politica estera degli Stati Uniti dovesse divergere ulteriormente da quella dell’Europa.
Il cambiamento nella postura di Washington potrebbe portare a una revisione delle priorità di acquisto da parte dei paesi europei, preoccupati da eventuali incertezze sull’affidabilità della tecnologia americana. Negli ultimi anni, diversi stati membri dell’Unione hanno fatto investimenti significativi per implementare questa tecnologia avanzata nelle proprie forze armate. Di conseguenza, un ulteriore deterioramento dei rapporti transatlantici non sarebbe privo di conseguenze.
Il timore del “kill switch”
La questione più preoccupante per molti governi europei è il controllo che gli Stati Uniti esercitano sull’F-35, in particolare sulla sua operatività. Christophe Gomart, ex capo dell’intelligence francese e attuale eurodeputato, ha sollevato preoccupazioni sul fatto che il funzionamento del caccia dipenda in larga misura dal Dipartimento della Difesa americano. Gli Stati Uniti detenrebbero la chiave per l’accesso al software, alla logistica e alla manutenzione, condizioni necessarie per un corretto impiego dell’aereo.
In un’intervista a Le Point, Gomart ha spinto a riflettere sulle possibili conseguenze di un allineamento opposto tra Stati Uniti e paesi europei. In situazioni estreme, il controllo americano potrebbe manifestarsi attraverso la cosiddetta attivazione del “kill switch”, un meccanismo che potrebbe immobilizzare i sistemi d’arma in caso di disaccordi. Questa preoccupazione è stata mitigata dopo la dichiarazione del Joint Program Office , che ha chiarito che non esiste alcun meccanismo di questo tipo sull’F-35, ma il timore rimane presente tra i governanti europei.
Le nuove iniziative di Trump e il potenziale impatto
All’incirca nello stesso periodo, Trump ha annunciato che Boeing sarà il costruttore dell’F-47, un aereo di sesta generazione, parte del più ampio programma Next Generation Air Dominance . Questa notizia ha alimentato ulteriormente le preoccupazioni in Europa, dove si teme che la nuova generazione di aerei militari potrebbe mettere in crisi il mercato dell’F-35. In aggiunta, l’interruzione inizialmente prevista di aiuti militari all’Ucraina ha sollevato ulteriori dubbi sull’affidabilità degli Stati Uniti come partner nella difesa.
Gli alleati tradizionali dell’America in Europa seguono con attenzione questi sviluppi, consapevoli che una maggior distanza nelle relazioni transatlantiche potrebbe portare a significative ripercussioni per le loro politiche di difesa.
Ultra quarant’anni di incertezze per il Canada e il Portogallo
Recentemente, sia il Canada che il Portogallo hanno fatto trapelare una certa prudenza nei confronti dell’acquisto dell’F-35. Mentre il Portogallo non ha preso nessun impegno formale, le dichiarazioni del ministro della Difesa uscente Nuno Melo indicano come le scelte degli Stati Uniti stiano creando dubbi sulla prevedibilità degli alleati.
In Canada, il primo ministro Mark Carney ha chiesto la sospensione temporanea delle trattative per l’acquisto di 88 caccia F-35, per tener conto delle attuali dinamiche di mercato e per assicurarsi che l’investimento sia vantaggioso. Tale sospensione deve essere letta nel contesto di un accordo iniziale da 13,2 miliardi di dollari che testimonia l’importanza di questa operazione per il governo canadese.
Anche il ministro della Difesa dei Paesi Bassi, Ruben Brekelmans, ha fatto sapere che è fondamentale mantenere operativo il programma F-35, sottolineando la necessità di assicurare un successivo sviluppo della piattaforma aerea e negando qualsiasi segnale di una diminuzione dell’impegno da parte degli Stati Uniti. Con queste considerazioni si entra in una fase di riflessione cruciale per il futuro della difesa europea e delle sue interazioni con gli Stati Uniti.