La situazione di crisi alla Vibac, realtà produttiva specializzata nella produzione di nastro adesivo, ha raggiunto un punto cruciale con la conclusione della fase amministrativa relativa alla procedura di licenziamenti collettivi. Questo percorso, caratterizzato da complessità e difficoltà , ha coinvolto numerosi lavoratori e organizzazioni sindacali. Massimiliano Recinella della Femca-Cisl Abruzzo e Molise ha fornito un resoconto dettagliato sulle dinamiche di questa vertenza, che si è protratta per circa tre anni, segnata dalle sfide dettate dalla crisi energetica e dalla scarsità di materie prime.
La procedura di licenziamento: numeri e fasi
Inizialmente, la vertenza era iniziata con l’annuncio di 116 esuberi. Nel corso del processo, le cifre sono state riviste e il numero è sceso a 90, fino a stabilirsi in 43 esuberi finali. Durante questo periodo, l’azienda e i sindacati hanno cercato di garantire la maggior tutela possibile per i dipendenti. La strategia adottata ha incluso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, con l’obiettivo di permettere una ripresa graduale del mercato di riferimento dell’azienda. Come sottolineato da Recinella, è stata data priorità a una gestione oculata della situazione, grazie anche al progetto Gol attivato per favorire la transizione occupazionale.
La gestione della crisi ha rappresentato un caso di studio per l’Italia, visto che i sindacati si sono impegnati a mantenere un approccio trasparente e condiviso durante le assemblee. Ogni decisione è stata assunta in base alle indicazioni dei lavoratori, al fine di ottimizzare i risultati ottenuti fino a quel momento. Nonostante le difficoltà , la riunione finale ha visto una certa apertura dall’azienda, la quale ha comunicato l’intenzione di mantenere 80 posti di lavoro a Termoli, mitigando così il rischio di una chiusura totale dello stabilimento.
Impegno da parte delle istituzioni e strategie per il futuro
Nel corso dell’incontro con i rappresentanti regionali, i sindacati hanno ottenuto un ulteriore accordo da parte della Vibac per riprogrammare la scadenza degli incentivi all’esodo. Questa decisione ha un’importanza strategica per garantire un supporto economico a coloro che risulteranno ancora nelle liste degli esuberi. L’intento è chiaro: ridurre l’impatto sociale di una situazione già critica per i lavoratori coinvolti.
Il sindacato ha inoltre esortato le istituzioni locali a non abbandonare a se stessi i lavoratori in esubero. Attraverso il progetto Gol e altre politiche attive del lavoro, si chiede un impegno concreto a supporto del reinserimento dei dipendenti nel mondo del lavoro. La richiesta di attivazione di percorsi specifici è una priorità , in quanto le difficoltà economiche e occupazionali richiedono soluzioni pronte e efficaci.
La vicenda della Vibac non solo ha evidenziato le fragilità di un settore colpito dalla crisi, ma ha anche posto l’accento sul ruolo cruciale delle strategie sindacali e dell’assistenza delle istituzioni nel garantire il diritto al lavoro, fondamentale per una ripresa economica sostenibile e inclusiva.
Ultimo aggiornamento il 15 Gennaio 2025 da Elisabetta Cina