La controversia legata al licenziamento di due funzionari dell’Istituto per le Opere di Religione ha suscitato un acceso dibattito sul tema dei diritti dei dipendenti e delle normative interne del Vaticano. La coppia, che si è sposata alla fine di agosto, ha visto la propria carriera compromettersi a causa di un regolamento che vieta ai dipendenti di contrarre matrimonio, costringendo uno dei due a lasciare il posto di lavoro. La decisione dell’Ior di rescindere i contratti di lavoro ha alimentato polemiche e sollevato interrogativi sulle politiche interne di un’istituzione così significativa a livello globale.
Le posizioni in conflitto
La coppia licenziata ha presentato un contesto complesso che intreccia diritti umani e norme istituzionali. Da una parte, hanno espresso la loro indignazione contro un regolamento che ritenevano ingiusto, sostenendo il loro diritto di sposarsi in un ambiente che dovrebbe promuovere la famiglia. Hanno anche indirizzato una lettera a Papa Francesco, richiedendo una maggiore comprensione e una protezione per la loro situazione personale. Dall’altra, l’Ior ha reputato la propria decisione essenziale per mantenere l’integrità e la reputazione dell’istituto, producendo dichiarazioni in cui si sottolinea l’importanza di stabilire un trattamento equo tra i propri dipendenti.
L’Istituto ha esposto che la norma è stata formulata con “profondo rammarico”, ma è stata considerata cruciale per prevenire potenziali conflitti di interesse e garantire che tutti i lavoratori siano sottoposti alle stesse regole. Attraverso il suo regolamento, l’Ior intende costruire un ambiente di lavoro neutro, minimizzando ogni possibile interferenza personale con le decisioni aziendali.
Il regolamento dell’Ior
Il regolamento che ha portato alla controversia non è una sorpresa, essendo stato introdotto nel 2013 come parte di una più ampia Legge sulla trasparenza e vigilanza finanziaria. Questa norma, voluta dall’ex Papa Benedetto XVI e sviluppata durante il pontificato di Papa Francesco, si inserisce nel contesto di un restyling delle istituzioni finanziarie del Vaticano, mirante a garantire la trasparenza e l’affidabilità delle operazioni economiche.
Il regolamento impone severi limiti ai dipendenti e ha sollevato interrogativi riguardo alla sua applicazione nel contesto attuale. L’Ior ha eseguito la norma solo dopo aver atteso la pensione di alcune coppie precedentemente sposate, evidenziando la volontà di evitare situazioni conflittuali all’interno dell’istituto. La decisione di ufficializzare il regolamento è stata preceduta da un periodo di attesa che ha suscitato discussioni sul giusto equilibrio tra regole istituzionali e diritti individuali.
Il regolamento impone anche ai dipendenti di decidere chi tra loro possa mantenere il proprio ruolo, un aspetto ritenuto da alcuni equo, in quanto consente di preservare la neutralità e l’integrità dell’operato. Tuttavia, la coppia non sembra aver condiviso questa visione, ritenendo che la loro scelta di sposarsi non dovrebbe comportare penalizzazioni professionali.
Il ricorso
Dopo il licenziamento, i due funzionari hanno deciso di combattere legalmente contro la decisione dell’Ior, tramite l’avvocato Laura Sgrò. Hanno contestato la legittimità del provvedimento, dichiarando che la loro situazione lavorativa dovrebbe essere considerata in maniera differente, dato che avevano informato l’istituto del loro matrimonio prima dell’entrata in vigore del regolamento.
La coppia sostiene di aver intrapreso le procedure necessarie per un mutuo e un anticipo sul trattamento di fine rapporto legato al matrimonio, dimostrando la loro buona fede e la volontà di conformarsi alle norme vigenti. Le pubblicazioni civili e canoniche del matrimonio erano già state effettuate prima che il regolamento fosse applicato, portando la coppia a chiedere chiarimenti e risposte adeguate all’Ior.
Inoltre, hanno chiesto al Papa una dispensa da tali regole, ma affermano di non aver ricevuto feedback soddisfacente. Le affermazioni secondo cui l’Ior avrebbe proposto alternative per gestire la loro situazione sono state rigettate dalla coppia, la quale ha sottolineato che tali opzioni non sono state formalmente presentate. La questione ora si sviluppa sulla scena legale, mentre il dibattito sul conflitto tra norme e diritti continua a solcare le acque istituzionali del Vaticano.
Ultimo aggiornamento il 2 Ottobre 2024 da Marco Mintillo