Le recenti decisioni del Parlamento Europeo sulla direttiva sui viaggi organizzati potrebbero incidere significativamente sulla liquidità delle agenzie di viaggio e dei tour operator. Nonostante le proposte del settore per modifiche sostanziali, il limite del 25% sui pagamenti anticipati rimarrà in vigore. Questo aspetto ha suscitato preoccupazioni tra i rappresentanti del settore, che vedono in queste misure un possibile freno alla crescita e stabilità economica dell’industria turistica.
Direttiva Ue e limitazioni economiche
La bozza di relazione riguardante la direttiva sui viaggi organizzati è stata pubblicata con una serie di misure che, se approvate, saranno considerate un pericolo per le finanze delle aziende turistiche. In una dichiarazione congiunta, l’Associazione delle Agenzie di Viaggio Europee ha espresso il proprio stupore per il contenuto della proposta, definendola “insoddisfacente” rispetto alle reali necessità del settore. Il limite del 25% sui pagamenti anticipati per i pacchetti turistici, in particolare, è visto come un ulteriore carico per i tour operator, già impegnati a garantire sicurezza ai loro clienti in caso di fallimenti o insolvenze.
Questa limitazione, secondo le organizzazioni del settore, non ridurrebbe il rischio di insolvenza come affermato dalla direttiva, ma piuttosto indebolirebbe le aziende finanziariamente, specialmente nei periodi iniziali dell’anno in cui i flussi di cassa sono tradizionalmente più critici. Le richieste degli operatori turistici si sono concentrate sul miglioramento della gestione dei pagamenti, piuttosto che sull’imposizione di restrizioni che potrebbero limitare le loro capacità di operare efficacemente.
Ritardi e indecisioni sulle modifiche
Un altro punto controverso concerne la definizione di pacchetto turistico, che l’Unione Europea intende estendere a tutte le vendite effettuate sullo stesso sito web nell’arco di 72 ore. Queste modifiche causano incertezza tra le agenzie, che non potranno determinare con chiarezza se un servizio prenotato sia considerabile come singolo o parte di un pacchetto. Questo approccio metterebbe in seria difficoltà le aziende nel pianificare le loro strategie di vendita e potrebbe portare a confusione per i consumatori in cerca di chiarezza e sicurezza nelle operative di viaggio.
Le critiche verso questa norma sono state forti, evidenziando la necessità di una definizione più chiara e precisa che possa soddisfare le esigenze sia dei consumatori che degli operatori. Le agenzie di viaggio, infatti, si trovano spesso a gestire pratiche complesse e operazioni di prenotazione che richiedono una comprensione chiara e senza ambiguità delle normative vigenti.
Le voci dal settore su protezione dei consumatori
Eric Drésin, segretario generale dell’Ectaa, ha sollevato interrogativi cruciali sulla vera motivazione dietro queste misure, chiedendosi “perché, se l’obiettivo è realmente la protezione dei consumatori, non si consideri una maggiore protezione dei pagamenti anticipati per tutti i servizi di viaggio?” Una posizione che riflette il malcontento generale nei confronti di una direttiva percepita come focalizzata solamente sui tour operator, trascurando i diritti e la sicurezza dei viaggiatori.
Le agenzie di viaggio, che operano con professionalità e trasparenza, si sono ritrovate quindi in una posizione di svantaggio, costrette a far fronte a sfide non solo legate alla pandemia, ma anche a modiche normative che potrebbero compromettere la loro operatività futura. La direzione che prenderà la discussione in sede di Parlamento Europeo sarà fondamentale per il futuro di un settore già provato da periodi difficili.