L'impatto delle tensioni commerciali sulle esportazioni agroalimentari italiane: la posizione di Mattarella e Coldiretti

L’impatto delle tensioni commerciali sulle esportazioni agroalimentari italiane: la posizione di Mattarella e Coldiretti

Il Presidente Mattarella avverte sui rischi del fenomeno dell’italian sounding e delle politiche commerciali restrittive, mentre Coldiretti chiede azioni per proteggere i marchi autentici Made in Italy.
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L'impatto delle tensioni commerciali sulle esportazioni agroalimentari italiane: la posizione di Mattarella e Coldiretti - Gaeta.it

Le recenti dichiarazioni del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riguardo i pericoli legati a una crescente protezione del mercato internazionale, emergono in un contesto in cui il fenomeno dell’italian sounding sta assumendo proporzioni considerevoli. Con oltre 120 miliardi di euro di valore, questo fenomeno rappresenta una seria minaccia per i marchi autentici Made in Italy, specialmente in un periodo di tensioni commerciali.

La denuncia di Coldiretti sul fenomeno dell’italian sounding

Commentando le parole di Mattarella al Forum della Cultura dell’Olio e del Vino, Coldiretti ha sottolineato come il problema dei prodotti falsamente etichettati come italiani colpisca in modo particolare le specialità a Denominazione di Origine. Questo fenomeno, sebbene più evidente nei mercati ricchi come quello statunitense, riguarda una vasta gamma di prodotti agroalimentari. Negli Stati Uniti, il valore della produzione di imitazioni ha superato i 40 miliardi di euro, con un’ampia varietà di articoli che si spacciano per italiani, dai formaggi fino all’olio d’oliva.

In particolare, la confusione creata da questi prodotti taroccati si riflette sui consumatori americani, che possono incappare in formaggi che utilizzano nomi tipici italiani ma che sono prodotti in località come Wisconsin e California. Questa situazione non solo danneggia i produttori autentici, ma alimenta anche un mercato basato su pratiche commerciali scorrette, dove i consumatori possono trovarsi a fare acquisti ingannevoli.

Gli effetti economici delle politiche commerciali restrittive

Coldiretti ha messo in evidenza come l’introduzione di dazi sui prodotti agroalimentari Made in Italy potrebbe accentuare questo problema. L’aumento dei costi per i prodotti autentici spingerebbe molte famiglie americane verso alternative più economiche, accentuando ulteriormente il mercato delle imitazioni. Secondo le stime, un incremento delle tariffe per l’intero settore agroalimentare potrebbe comportare perdite significative per ciascuna filiera. Ad esempio, il vino potrebbe subire costi addizionali pari a quasi 500 milioni di euro, mentre i prodotti come l’olio d’oliva e i formaggi avrebbero perdite rispettivamente di 240 e 120 milioni di euro.

La Coldiretti ha riportato dati Istat, mostrando come i dazi imposti durante la presidenza Trump avevano già provocato una contrazione significativa nelle esportazioni, con cali fino al 28% per carni e prodotti ittici lavorati e un 20% per i liquori. Anche se il vino non è stato colpito inizialmente, ha comunque mostrato un rallentamento nelle vendite.

L’appello all’azione di Coldiretti e National Farmers’ Union

In un’ottica di prevenzione riguardo a una guerra commerciale, Coldiretti ha collaborato con la National Farmers’ Union statunitense per inviare una lettera formale al presidente degli Stati Uniti e alla presidente della Commissione Europea. Nel messaggio, le due organizzazioni hanno richiesto una cessazione immediata delle misure daziarie, che minacciano di destabilizzare i mercati perché interferiscono con attività commerciali fondamentali, mettendo a rischio non solo l’economia agricola, ma anche la sicurezza alimentare e la sostenibilità economica.

Le considerazioni di Coldiretti e NFU evidenziano la relazione intrinseca tra agricoltura, protezione ambientale e stabilità sociale. Entrambi i gruppi hanno chiesto reazioni responsabili dai rispettivi governi, invitandoli ad aprire un dialogo costruttivo per affrontare le problematiche legate alle politiche commerciali attuali, affinché si possa evitare un conflitto dannoso e prolungato per il settore agroalimentare.

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