L’importanza della sicurezza nella retorica politica di Ali Khamenei: fucile e sermone a Teheran

Khamenei, durante la preghiera del venerdì a Teheran, riafferma la sua autorità mostrando un fucile e legittimando l’attacco missilistico contro Israele, in un contesto di crescente tensione regionale.
L27Importanza Della Sicurezza N L27Importanza Della Sicurezza N
L'importanza della sicurezza nella retorica politica di Ali Khamenei: fucile e sermone a Teheran - Gaeta.it

Nel contesto geopolitico attuale, l’Iran sta attraversando momenti di tensione, in particolare dopo l’attacco missilistico contro Israele e la recente eliminazione del leader di Hezbollah. La Guida Suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha pronunciato un sermone a Teheran, tornando a mostrarsi in pubblico con un fucile al suo fianco. Questo gesto non è casuale e riflette sia le preoccupazioni personali di Khamenei per la sicurezza, sia il clima di tensione regionale. L’immagine, recentemente diffusa dai media iraniani, è emersa come simbolo di un leader sotto pressione, deciso a riaffermare la propria autorità.

La presenza di Khamenei alla preghiera del venerdì

L’ayatollah Khamenei ha guidato la preghiera del venerdì a Teheran per la prima volta dopo un lungo periodo di assenza, un evento significativo che si è verificato a pochi giorni di distanza da un attacco missilistico iraniano contro Israele. La scelta del fucile, in particolare un Dragunov di fabbricazione russa, non è certo un gesto casuale. In precedenti occasioni, Khamenei ha dimostrato il suo legame alla sicurezza attraverso simbolismi simili: nel 2019, durante un sermone per l’Eid al-Fitr, fu fotografato mentre impugnava un fucile. Questi gesti possono essere interpretati non solo come una dichiarazione di forza, ma anche come un modo per rassicurare la popolazione e rafforzare la propria immagine di leader forte.

La preghiera del venerdì non è solo un momento di culto religioso in Iran, ma anche un’importante tribuna politica. L’ultima volta che Khamenei aveva presieduto un sermone in questa occasione risale all’indomani dell’uccisione del generale Qasem Soleimani, un evento che aveva suscitato notevoli reazioni nazionali e internazionali. Tornando a condurre il sermone in un momento di così alta tensione, Khamenei pare voler ricollegare il suo ruolo a eventi cruciali della politica iraniana, sottolineando la continuità e la stabilità del suo governo.

Storia di attentati e sicurezza personale

Khamenei non è estraneo a situazioni di pericolo. La sua vita è stata minacciata in diverse occasioni, con il primo attentato significativo avvenuto nel 1981, che gli ha lasciato gravi conseguenze fisiche. In quell’episodio, una bomba camuffata da registratore è esplosa durante un suo sermone, provocando la perdita permanente dell’uso del braccio destro e causando una parziale paralisi. In seguito, un attentato suicida nel 1985 ha ulteriormente messo a repentaglio la sua vita, ma Khamenei è riuscito a sopravvivere.

Queste esperienze hanno senza dubbio influenzato il modo in cui Khamenei gestisce la propria sicurezza e la sua immagine pubblica. In un clima così teso, l’esibizione di un fucile durante un sermone può essere vista come una risposta diretta alle minacce percepite da parte di avversari regionali e internazionali, come Israele e Stati Uniti. La necessità di proteggere la propria figura di Guida Suprema diventa quindi centrale in questo contesto, permettendo a Khamenei di manifestare una certa resilienza di fronte a potenziali pericoli.

Il discorso carico di tensione di Khamenei

Nel suo intervento, Khamenei ha onorato Hasan Nasrallah, leader di Hezbollah, definendolo un “fratello” e un simbolo del mondo islamico. Ha affermato che ogni nazione ha diritto all’autodifesa contro gli aggressori, legittimando così l’attacco missilistico contro Israele come un atto giustificabile. Khamenei ha inoltre descritto l’operazione delle forze armate iraniane come “legittima” e “brillante”, aggiungendo che nuove azioni potrebbero essere intraprese in futuro. La retorica utilizzata da Khamenei sottolinea non solo la determinazione dell’Iran a difendersi, ma anche la volontà di attaccare per preservare la propria sovranità.

Accusando Israele di essere un “vampiro”, Khamenei ha chiarito la sua posizione nei confronti dello stato ebraico, sottolineando come le azioni di Tel Aviv alimentino la rabbia e l’unità tra i popoli arabi e islamici. Queste affermazioni si collegano a un quadro più ampio di tensioni regionali, in cui Khamenei cerca di essere visto come una figura di coesione e resistenza. La dichiarazione finale, che preannuncia la rimozione della “vergognosa esistenza” di Israele, rappresenta un chiaro messaggio politico, evidenziando la sua ferma opposizione e la determinazione a combattere contro ciò che considera un’ingiustizia storica.

In questo contesto, il sermone di Khamenei non è solo un’espressione della sua sicurezza personale, ma un riflesso delle dinamiche geopolitiche in corso, in cui la figura della Guida Suprema svolge un ruolo cruciale nel consolidare il potere e nell’orientare il Paese verso un determinato obiettivo strategico.

Ultimo aggiornamento il 4 Ottobre 2024 da Sofia Greco

Google News Subscription Box
Seguici su Google News
Resta aggiornato con le ultime notizie 📰
Seguici ora!
Add a comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Gestione cookie