Il mercato dell’olio d’oliva tunisino continua a rivestire un ruolo cruciale per le dinamiche commerciali dell’industria olearia nel Mediterraneo. I dati recenti dell’Osservatorio Nazionale dell’Agricoltura Tunisino offrono un quadro dettagliato sulle esportazioni del paese nordafricano nei primi tre mesi della stagione 2024-2025. L’Italia emerge come il principale partner commerciale, seguita da Spagna e Stati Uniti, confermando l’importanza strategica dei legami tra Tunisia e l’Unione Europea.
L’italia come principale importatore di olio d’oliva tunisino
Nei recenti rapporti, l’Italia si distingue nettamente come il principale importatore di olio d’oliva dalla Tunisia, assorbendo il 33,8% delle esportazioni tunisine nel settore. Questo dato sottolinea non solo l’affinità storica fra i due paesi in campo agro-alimentare, ma anche la forte domanda di olio d’oliva di alta qualità nel mercato italiano. A seguire, la Spagna si attesta con il 22,7% delle importazioni e gli Stati Uniti con il 17,2%.
La predominanza dell’Italia nelle importazioni è rilevante anche in un contesto globale, dove la competitività si fa sempre più serrata. Le scelte dei consumatori italiani sono influenzate da fattori quali qualità , prezzo e tradizione, tutti elementi che caratterizzano l’olio d’oliva tunisino, spesso ben visto per il suo profilo organolettico e per le metodologie di produzione tradizionali.
Crescita delle esportazioni e sfide economiche
Il report di Onagri mette in evidenza un incremento impressionante del 36,7% nelle esportazioni tunisine di olio d’oliva, che hanno raggiunto un totale di 84.100 tonnellate entro la fine di gennaio 2025. Tuttavia, nonostante questa crescita quantitativa, i ricavi sono diminuiti del 24,4%, attestandosi a 1,2 miliardi di dinari, corrispondenti a circa 400 milioni di euro.
Questo paradosso di crescita volume e calo dei ricavi è attribuibile alla significativa riduzione del prezzo medio dell’olio, sceso del 44,7% in questo arco temporale. I prezzi oscillano tra 10 e 22 dinari al chilo, cioè tra 3,5 e 7 euro, fattore che solleva interrogativi sul valore aggiunto e sulla sostenibilità della produzione olivicola tunisina.
Destinazioni delle esportazioni e modalità di imballaggio
Il mercato europeo, al quale appartiene l’Italia, continua a rappresentare la destinazione principale per l’olio d’oliva tunisino, con una quota impressionante del 60,3% delle esportazioni complessive. Il Nord America segue con il 22,8%, mentre il resto del mondo, inclusa l’Africa, contribuisce per il 10,5%.
Le modalità di imballaggio delle esportazioni tunisine sono altrettanto significative. Solo il 10,4% dell’olio d’oliva esportato è commercializzato in bottiglia, mentre la grande parte, l’83,3%, è esportata alla rinfusa e di questa, gran parte è rappresentata da olio extravergine, riconosciuto per le sue qualità superiori. Inoltre, le esportazioni di olio d’oliva biologico sono cresciute, raggiungendo 18.600 tonnellate, sebbene solo il 3,7% di questo volume sia distribuito in bottiglia.
Questi dati delineano un mercato molto attivo, ma anche esigente, dove la Tunisia è chiamata a rispondere alle sfide della qualità e dei prezzi per mantenere la sua posizione in un contesto competitivo.