L’inchiesta sui presunti atti estorsivi perpetrati dal clan Troncone nei confronti degli ambulanti a Fuorigrotta ha riacceso i riflettori sulla criminalità organizzata nella zona. Le recenti tensioni tra gruppi rivali, in particolare il clan emergente degli Scodellaro, hanno portato a una serie di violenze che hanno scosso la comunità. Le autorità continuano a investigare, mentre le denunce e i fatti di cronaca alimentano la paura e la preoccupazione tra i commercianti della zona.
I presunti estorsori e il muro di silenzio
Nel corso degli interrogatori di garanzia, sei presunti membri del clan Troncone, tutti accusati di estorsione aggravata, hanno scelto di non rispondere alle domande del giudice. Durante l’udienza di ieri, Alfredo Graziano , Mattia Maiorino , Antonio De Monte , Valerio Guerra , Antonio Trito e Marco Scala hanno adottato una strategia difensiva che ha sollevato interrogativi sulla loro collaborazione con le autorità. Questo atteggiamento di omertà si inserisce in un contesto più ampio, che evidenzia la resilientza del clan nonostante le recenti operazioni di polizia.
Le accuse pendenti contro di loro, compresi gravi reati di estorsione, sono un chiaro indicatore della presenza di una rete criminale ben organizzata a Fuorigrotta. La camorra locale si mostra ancora attiva, nonostante i ripetuti interventi delle forze dell’ordine. Il sistema di protezione e silenzio che circonda queste attività illecite mette in luce le difficoltà nell’affrontare e contrastare la criminalità organizzata nella città.
Le denunce e le aggressioni tra clan rivali
Un aspetto che è emerso dall’inchiesta è la testimonianza di un commerciante che, il 17 marzo 2025, ha denunciato di essere stato minacciato da Mattia Maiorino, armato di pistola. Questi fattori rendono evidente la natura pericolosa e intimidatoria delle manovre del clan Troncone nei confronti dei venditori ambulanti, aumentando la tensione sociale nella zona.
Ulteriori dettagli sono stati forniti dalla polizia giudiziaria, che ha documentato un’aggressione avvenuta il 13 febbraio 2025 nei confronti di Cristian De Luca, un associato del gruppo Scodellaro, il che dimostra la rivalità crescente tra i due clan. Un altro episodio inquietante si è verificato il 10 marzo, quando il commerciante ha nuovamente riferito di essere stato minacciato da Valerio Andrea Guerra. Le intimidazioni non si sono fermate qui, poiché, alcuni giorni dopo, un secondo commerciante ha dichiarato di avere ricevuto violenze, mostrando segni evidenti di aggressione.
Queste circostanze confermano l’atmosfera di paura tra i commercianti della zona, i quali avvertono di non essere al sicuro. L’atmosfera di minaccia e violenza non sembra affievolirsi, anzi, si aggrava ogni giorno di più.
L’aggravamento della posizione degli indagati
Il quadro accusatorio contro i presunti membri del clan Troncone si è intensificato, soprattutto in prossimità degli arresti. Le indagini hanno evidenziato i precedenti penali degli arrestati, che includevano gravi reati come lesioni, spaccio di sostanze stupefacenti e porto illegale di armi. Questi dati sono stati fondamentali per giustificare l’inasprimento della misura restrittiva.
L’atteggiamento difensivo degli accusati ha sollevato domande sul loro reale grado di coinvolgimento e sulla possibilità di una difesa coordinata. I difensori legali hanno scelto di silenziare i propri assistiti di fronte al magistrato, lasciando in sospeso la questione che, con ogni probabilità, sarà affrontata nel ricorso presentato al Riesame.
In questo contesto, la determinazione della giustizia a perseguire la criminalità organizzata è chiara, con l’obiettivo di riportare la legalità in zone segnata dalla paura e dall’illegalità. La lotta contro le estorsioni, l’intimidazione e le violenze nei confronti dei commercianti di Fuorigrotta è un passo cruciale per garantire la sicurezza e il benessere della comunità locale.