Un incontro inaspettato si è svolto a Mosca tra il premier slovacco Robert Fico e il presidente russo Vladimir Putin. Definito come una “visita di lavoro” dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, questo incontro porta al centro della discussione il delicato tema del transito del gas russo. In un periodo di tensioni geopolitiche e crisi energetica in Europa, l’incontro si inserisce in un contesto complesso, dove i rapporti tra Russia, Ucraina e Unione Europea sono tesi. L’ultimo leader europeo a visitare Putin era stato l’ungherese Viktor Orbán a luglio, il che rende ancor più significativo questo faccia a faccia.
Le dichiarazioni del Cremlino e l’oggetto dei colloqui
Data l’importanza dell’incontro, il portavoce del Cremlino ha dichiarato che i due leader discuteranno principalmente del transito del gas russo. Sebbene Peskov non abbia rivelato ulteriori dettagli, ha suggerito che i temi trattati potrebbero avere rilevanza sia economica che politica. Secondo quanto riportato, gli analisti si aspettano che l’incontro chiarisca quali possano essere le prospettive future per l’approvvigionamento di gas in Slovacchia e nel resto dell’Europa.
Fico, da parte sua, è subentrato in un contesto in cui il suo Paese ha mostrato crescente preoccupazione per la sicurezza energetica. Con l’Ucraina in conflitto armato con la Russia e la questione del gas che rimane un argomento caldo nel dibattito europeo, Fico potrebbe cercare delle garanzie sul transito e sull’approvvigionamento di energia. Da tempo Bratislava sta cercando di diversificare le sue fonti energetiche, ma l’incontro con Putin indica la continua dipendenza dal gas russo, nonostante altri alleati stiano prendendo le distanze.
La posizione della Slovacchia nel contesto europeo
La Slovacchia, tradizionalmente legata alle forniture energetiche russe, ha da poco espresso preoccupazioni dopo l’annuncio dell’Ucraina riguardo il futuro contratto di fornitura di gas. Il premier ucraino Denys Shmyhal ha dichiarato che il contratto attuale, che prevede un invio annuale di circa 15 miliardi di metri cubi di gas verso l’Europa, scadrà il 1° gennaio 2025. Ciò significa che, a partire da quella data, il gas russo potrebbe non raggiungere più il mercato europeo attraverso i consueti canali. Questo sviluppo ha spinto Bratislava a cercare soluzioni alternative per garantire un approvvigionamento continuo.
Bratislava si trova quindi di fronte a una duplice sfida: da un lato, preservare i legami tradizionali con Mosca, dall’altro, esplorare nuove rotte e possibilità di approvvigionamento. L’incontro con Putin potrebbe fornire indicazioni sulla disponibilità russa a stabilire un futuro accordo, ma allo stesso tempo amplifica l’incertezza sul lungo termine delle relazioni energetiche in Europa.
Il contesto geopolitico e le recenti visite europee a Mosca
Dal febbraio 2022, dopo l’inizio del conflitto tra Ucraina e Russia, le visite dei leader europei a Mosca si sono fatte sempre più rare. L’incontro di luglio tra Orbán e Putin è stato infatti l’ultimo prima di quello odierno. Orbán, pur definendo il suo viaggio una “missione di pace“, aveva evidenziato la distanza tra le posizioni russe e quelle dell’Unione Europea. In quel frangente, Putin si era mostrato aperto al dialogo, ma solo a condizione che tutte le truppe ucraine si ritirassero dalle regioni contese.
Questa situazione ha reso ogni visita a Mosca particolarmente carica di significato e implicazioni. Fico potrebbe trovarsi a dover affrontare pressioni significative sia dalla sua opinione pubblica che dagli alleati europei, mentre cerca di navigare tra il desiderio di sostenere la propria nazione e il rispetto delle normative e delle posizioni comuni europee. La dinamicità di questi rapporti è ulteriormente complicata da una Commissione Europea che ha proposto misure per diversificare le fonti energetiche e diminuire la dipendenza dalla Russia, rendendo il colloquio tra Fico e Putin un evento da monitorare attentamente.
Ultimo aggiornamento il 22 Dicembre 2024 da Elisabetta Cina