L'indagine su una rete di spogliarelliste e il generale Mario Buscemi: svaniti 300 mila euro

L’indagine su una rete di spogliarelliste e il generale Mario Buscemi: svaniti 300 mila euro

L’inchiesta su Mario Buscemi rivela un sistema di sfruttamento da parte di otto spogliarelliste, accusate di frode per circa 300 mila euro approfittando della vulnerabilità emotiva del generale.
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L'indagine su una rete di spogliarelliste e il generale Mario Buscemi: svaniti 300 mila euro - Gaeta.it

L’inchiesta che coinvolge la figura di Mario Buscemi, ex consigliere militare di Palazzo Chigi, ha rivelato un’accusa pesante nei confronti di otto spogliarelliste attive in diversi strip club di Roma. Il generale, scomparso a luglio all’età di 88 anni, avrebbe subito una frode da un ammontare che sfiora i 300 mila euro. Secondo le indagini, le giovani avrebbero approfittato della vulnerabilità emotiva del militare, avviando un sistema di sfruttamento che ha portato a regalare loro beni di valore, viaggi e altre spese.

L’approccio manipolativo delle spogliarelliste

Le indagini hanno messo in luce una serie di messaggi scambiati tra il generale e una delle spogliarelliste, dove si alternano lusinghe e richieste dirette. Una delle conversazioni più emblematiche mostra come la giovane abbia saputo conquistare la fiducia di Buscemi, prima lodando le sue qualità di “eroe” e successivamente chiedendo l’acquisto di una borsa di lusso. Questo comportamento è stato descritto dalla procura come parte di un quadro più ampio di circonvenzione di incapace.

Le accuse non si limitano al solo coinvolgimento della spogliarellista citata. La procura, guidata dall’avvocato Lorenzo Del Giudice, ha raccolto prove che indicano come le giovani, operanti negli strip club dal 2016, avessero instaurato rapporti con il generale in un periodo in cui egli manifestava segnali di fragilità psicologica. Il racconto di chi lo ha frequentato conferma che dopo un periodo di depressione, Buscemi ha cercato momenti di compagnia anche nei luoghi più improbabili.

Lo stile di vita e le grandi spese del generale

Dal 2016, Buscemi ha modificato le proprie abitudini, fuoriuscendo dalla routine quotidiana per dedicarsi serate tra musica e balli in strip club nel cuore di Roma. La sua natura gentile e generosa gli ha attirato l’attenzione delle spogliarelliste, che hanno iniziato a presentarsi come figure premurose e amorevoli. L’ex ufficiale, nonostante l’età, ha ceduto facilmente a richieste di ogni tipo, dai regali a viaggi costosissimi.

La procura ha raccolto testimonianze che evidenziano regali da parte del generale verso le ragazze: denaro, gioielli, persino l’acquisto di case per alcune di loro. Questo comportamento ha contribuito a far crescere un giro di malaffare, dove le spogliarelliste non si occupavano solo di intrattenere, ma anche di ingannare, approfittando della vulnerabilità di Buscemi.

La complessità dell’inchiesta e le prospettive future

L’inchiesta ha assunto contorni complessi anche per la natura dei regali che il generale ha elargito; la legge non vieta la generosità nei rapporti umani, e dimostrare la manipolazione da parte delle spogliarelliste sarà una sfida per la procura. Nonostante la fragilità emotiva di Buscemi possa apparire come una giustificazione per le sue scelte, il quesito centrale rimane se fosse in grado di discernere tra la realtà e le mire di chi lo circondava.

In un contesto legale dove la distinzione tra dono volontario e circonvenzione di incapace si fa sottile, l’esito delle indagini sarà cruciale per stabilire responsabilità e conseguenze. I legali delle indagate e i familiari di Buscemi seguiranno con attenzione lo sviluppo delle prossime udienze e delle argomentazioni in tribunale, convinti che la verità emergerà attraverso questo delicato processo giudiziario.

Ultimo aggiornamento il 4 Gennaio 2025 da Sara Gatti

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