La Sardegna sta affrontando una grave emergenza sanitaria nel settore zootecnico a causa della diffusione sempre maggiore della lingua blu, una malattia virale che colpisce gli ovini. Coldiretti ha lanciato un allarme che non può passare inosservato, segnalando che i casi conclamati sono “centinaia”, e molti altri sono in fase di accertamento, causando enormi perdite economiche per gli allevatori. Le misure preventive tardive adottate dalla Regione potrebbero ostacolare ulteriormente la situazione.
La diffusione della malattia
Focolai in tutta la regione
Secondo le informazioni fornite da Coldiretti, la lingua blu si sta espandendo rapidamente in tutta la Sardegna, con focolai riscontrati in ogni angolo dell’isola. A partire dai pochi casi iniziali, la malattia ha raggiunto proporzioni devastanti. La crescita esponenziale dei focolai è particolarmente preoccupante, con perdite di animali e notevoli danni economici agli allevatori. Coldiretti ha descritto la situazione come “insostenibile” e ha sottolineato la necessità di interventi più efficaci da parte delle istituzioni.
Impatto economico sugli allevatori
Le conseguenze economiche per gli allevatori sono già visibili, poiché molti di loro stanno affrontando un significativo calo del fatturato dovuto alla malattia. La perdita di animali da allevamento ha un impatto diretto sulle entrate di queste aziende, creando uno scenario difficile da recuperare. Gli allevatori lamentano anche l’assenza di sostegno governativo per acquisire i necessari antiparassitari e per la somministrazione di vaccini, strumenti fondamentali per debellare l’infezione.
Critica alla gestione regionale
L’azione tardiva della Regione
Coldiretti ha rivolto severe critiche alla Regione Sardegna, accusandola di immobilismo nell’attuazione di misure preventive e nel supporto agli allevatori nel momento in cui era più necessario. La lentezza nel fornire vaccini e nell’approvazione delle misure di contenimento della malattia ha aggravato una situazione già difficile. Secondo Battista Cualbu e Luca Saba, presidenti e direttori di Coldiretti Sardegna, le responsabilità per l’attuale emergenza ricadono principalmente sugli assessorati dell’Agricoltura e della Sanità .
Richieste di intervento
Coldiretti ha più volte sollecitato interventi rapidi per la somministrazione dei vaccini. Tuttavia, nonostante le ripetute richieste, ci si trova ancora in una situazione di stallo. Gli allevatori non solo devono affrontare la minaccia della lingua blu, ma anche la mancanza di risposte da parte delle istituzioni, creando un clima di frustrazione tra coloro che lavorano nel settore ovino.
L’epicentro dell’emergenza
Le aree più colpite
La situazione più critica si riscontra nel Cagliaritano, dove tutti gli allevamenti della costa orientale e occidentale sono a rischio. Da qui, il virus ha cominciato a propagarsi verso il Sulcis e l’Iglesiente, colpendo anche i territori di Guspini, Arbus, Campidano e Sarrabus-Gerrei. La situazione è preoccupante in queste aree, dove si stanno registrando molti nuovi casi infetti.
Effetti a lungo termine nel nord Sardegna
Nel nord dell’isola, la Gallura rappresenta l’area con il maggior numero di focolai. Qui, la crisi non colpisce solo il settore ovino ma anche quello bovino, a causa delle restrizioni sulle movimentazioni di bestiame imposte per contenere la diffusione della malattia. La capacità di recupero della Gallura nell’affrontare questa emergenza zoonotica sarà determinante per l’equilibrio economico futuro di questi territori.
È evidente che l’emergenza lingua blu in Sardegna sta toccando diversi aspetti del settore agricolo. Con continue segnalazioni di nuovi focolai e l’assenza di una risposta tempestiva da parte delle istituzioni, il futuro degli allevamenti sardi si presenta incerto e preoccupante.