L'intitolazione di largo San Giuseppe celebra la leggenda del diavolo e la cultura genovese

L’intitolazione di largo San Giuseppe celebra la leggenda del diavolo e la cultura genovese

Genova celebra la sua storia con l’intitolazione di largo San Giuseppe all’Antica creuza do Diao, un omaggio a leggende locali e alle lavoratrici del meretricio, valorizzando la memoria collettiva.
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L'intitolazione di largo San Giuseppe celebra la leggenda del diavolo e la cultura genovese - Gaeta.it

La città di Genova continua a valorizzare la propria storia e cultura attraverso l’intitolazione di luoghi significativi. Dopo il recente tributo alle lavoratrici del meretricio, oggi è stato inaugurato un nuovo omaggio, questa volta in largo San Giuseppe, dedicato all’antico viottolo conosciuto come “Antica creuza do Diao“, che evoca una leggenda suggestiva risalente al ‘500. Questo gesto sottolinea l’importanza della memoria storica e culturale in una città che ha sempre trovato nel proprio passato un modo per definire la propria identità contemporanea.

La leggenda del diavolo in largo San Giuseppe

La storia di largo San Giuseppe è legata a una leggenda popolare che ha le sue radici nel XVI secolo. Si narra che i cittadini genovesi evitassero di attraversare questa zona dopo il tramonto, temendo di imbattersi in ghost e manifestazioni soprannaturali. I racconti abbondano di gemiti inquietanti provenienti da alberi secolari, rumori di catene che echeggiavano nel buio e apparizioni di fuochi fatui, portando molti a credere che lì fosse un dominio demoniaco.

Tuttavia, la verità si rivelò ben diversa. Con il tempo, si scoprì che i veri artefici di questi fenomeni erano non fantasmi, ma piuttosto contrabbandieri e criminali. Questi individui, attraverso l’uso ingegnoso di rumori e inganni, cercavano di diffondere il terrore per mantenere lontane le persone dalla zona, così da poter operare indisturbati. Questa scoperta ha restituito un significato nuovo alla leggenda, suggerendo che la paura, spesso usata come stratagemma, può avere radici molto più terrene rispetto a quanto si possa immaginare.

L’intitolazione della piazzetta all’antico nome si configura quindi non solo come un omaggio a una storia popolare, ma anche come un riconoscimento dell’ingenuità umana di fronte all’ignoto. È un modo affascinante per preservare la memoria collettiva di una comunità, che continua a intrecciare miti e leggende con la vita moderna.

L’omaggio alle lavoratrici del meretricio

Solo pochi giorni prima dell’intitolazione di largo San Giuseppe, Genova aveva già arricchito la propria toponomastica con una targa dedicata alle lavoratrici del meretricio. Situata su un muro adiacente a Palazzo San Giorgio, questa targa riporta un’importante testimonianza storica, marcando il 65° anniversario dall’entrata in vigore della Legge Merlin, che segnò la fine dell’esercizio della prostituzione e delle case chiuse nel paese.

Questo tributo non è solo un riconoscimento delle difficoltà vissute da queste donne nel corso dei secoli, ma anche un omaggio al loro contributo economico alla Repubblica di Genova durante il XIV e XV secolo. Infatti, le lavoratrici del meretricio erano soggette a una tassa di 5 soldi al giorno, la quale contribuiva a finanziare le opere portuali fondamentali per lo sviluppo della città, come moli e banchine.

La presenza di questa targa serve a ricordare l’importanza delle lavoratrici del meretricio nella storia economica di Genova e ripercorre il cammino verso il riconoscimento dei diritti e della dignità in una società che ha spesso marginalizzato queste figure. Entrambi gli atti di intitolazione, quindi, non solo conservano la memoria storica, ma offrono anche uno spunto di riflessione su come il passato influisca sulla nostra identità collettiva e sulla cultura di oggi.

La valorizzazione della memoria storica genovese

Questi recenti eventi ribadiscono l’impegno della città di Genova nel preservare e celebrare la sua storia attraverso l’arte della toponomastica. L’assessore ai Servizi civici del Comune, Brusoni, ha evidenziato come tali iniziative costituiscano un ponte tra passato e presente, un modo per vivere le storie e le leggende che hanno influenzato la comunità nel corso dei secoli.

Intitolare spazi pubblici dopo eventi o figure significative non è solo un atto simbolico, ma rappresenta anche un modo per stimolare la curiosità e l’informazione tra i cittadini. Queste aperture alla discussione su temi storici e culturali possono diventare occasioni di apprendimento, contribuendo a un senso di appartenenza più profondo.

In un’epoca in cui la memoria storica sembra talvolta essere messa in disparte, queste iniziative sono fondamentali per ricordare che le storie del passato giocano un ruolo cruciale non solo nella formazione dell’identità di una città, ma anche nella comprensione del suo sviluppo attuale.

Il connubio tra leggende, storia e realtà contemporanea rende Genova una città ricca di testi narrativi viventi, invitando cittadini e turisti a scoprire i misteri e le verità che si celano dietro ogni angolo, facendone non solo un luogo da visitare, ma anche da vivere.

Ultimo aggiornamento il 26 Settembre 2024 da Marco Mintillo

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