Il 8 novembre, a Lisbona, un gruppo di cittadini e associazioni riuniti nel Movimento referendo pela habiticao ha raccolto oltre 6.500 firme per richiedere un referendum finalizzato all’abolizione degli “alojamento local”, ovvero gli appartamenti affittati per brevi periodi a fini turistici. Secondo le normative comunali, la raccolta di 5.000 firme è sufficiente per attivare il processo referendario. Questo referendum potrebbe avere un impatto significativo sul mercato immobiliare della capitale portoghese, afflitta da una crescente crisi abitativa.
La lotta per la casa a Lisbona
Negli ultimi anni, la capitale portoghese ha visto un aumento vertiginoso dei turisti, portando con sè una grave crisi abitativa. Le strutture turistiche, che attualmente ammontano a circa 19.000, occupano una significativa porzione del mercato delle locazioni residenziali, spingendo verso l’alto i prezzi degli affitti e rendendo difficile per i residenti trovare case a prezzi accessibili. Gli attivisti sostengono che la conversione di alloggi turistici in abitazioni residenti è vitale per ripristinare l’equilibrio nel mercato immobiliare e garantire l’adeguata disponibilità di case per la popolazione locale.
Gli attori coinvolti nella campagna per il referendum affermano che il ripristino degli alloggi turistici al mercato residenziale è fondamentale per fronteggiare la crisi dei prezzi e assicurare un’adeguata qualità della vita per i cittadini di Lisbona. Da tempo gli abitanti esprimono lamentele riguardo le conseguenze economiche e sociali derivanti dal massiccio afflusso turistico, contribuendo così al crescente consenso per questa iniziativa.
Il malessere dei residenti e l’iniziativa “Lisboa Para Viver”
La sintesi del malessere dei cittadini è contenuta nel manifesto dell’associazione “Lisboa Para Viver – Stop Mass Tourism”, che denuncia una serie di problematiche: dall’aumento dei prezzi degli affitti all’occupazione eccessiva delle strade da parte di strutture turistiche e veicoli come i tuk tuk. La frustrazione degli abitanti è evidente e crescente; la loro vita quotidiana subisce notevoli disagi causati da rumori, mancanza di spazi di circolazione e dall’invasione dei bar e ristoranti nel tessuto tradizionale della città.
Questo malcontento si traduce in un desiderio di riappropriarsi degli spazi urbani e delle loro comunità, con la richiesta di politiche più sostenibili e vantaggiose per i residenti rispetto al profitto turistico. La presenza di aziende turistiche e di intrattenimento ha trasfigurato alcuni quartieri storici, creando un senso di disconnessione tra il patrimonio culturale e la sua fruizione turistica, al punto che viene percepito come un furto della vita reale della città.
Implicazioni future e scenario per i turisti
Se il referendum avrà esito positivo, Lisbona potrebbe assistere a una significativa ristrutturazione del panorama degli affitti. Questo scenario potrebbe causare una diminuzione delle opzioni di alloggio per turisti e visitatori, modificando la dinamica turistica della città. Tuttavia, i sostenitori della campagna argomentano che un ambiente urbano più equilibrato possa risultare vantaggioso anche per i visitatori, in quanto contribuirebbe a preservare l’autenticità della cultura lisboeta.
Le conseguenze di questo mobilitarsi contro il turismo di massa potrebbero essere avvertite anche in altre città europee che si trovano ad affrontare sfide simili. I risultati del referendum di Lisbona saranno osservati con attenzione, fungendo da potenziale catalizzatore per un cambiamento nelle politiche urbane e turistiche europee, per una gestione più sostenibile delle città storiche sotto pressione turistica.
Ultimo aggiornamento il 25 Novembre 2024 da Marco Mintillo