L’Italia conquista il 60esimo sito UNESCO: la “Via Appia” entra nella lista del patrimonio mondiale

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L'Italia conquista il 60esimo sito UNESCO: la "Via Appia" entra nella lista del patrimonio mondiale - Gaeta.it

L'Italia si conferma leader indiscusso nel patrimonio culturale mondiale, celebrando l'inserimento della "Via Appia, Regina Viarum" nella lista dei patrimoni UNESCO. Con questo nuovo riconoscimento, il numero totale dei beni italiani tutelati dall'UNESCO raggiunge il traguardo di sessanta. Questo prestigioso risultato è frutto di un lavoro di squadra tra diverse istituzioni, con un forte supporto del Ministero della Cultura.

La candidatura della Via Appia: un successo collettivo

Il ruolo del Ministero della Cultura

Il Ministero della Cultura ha guidato le operazioni di candidatura della Via Appia, coordinando le fasi del processo e occupandosi della preparazione della documentazione richiesta per l'iscrizione nella lista dei patrimoni dell'umanità. Questo impegno si è tradotto in una vera e propria sinergia tra le istituzioni italiane, con la partecipazione di quattro regioni — LAZIO, CAMPANIA, BASILICATA e PUGLIA — e un numero significativo di enti locali, comprese 13 città metropolitane e province, 74 comuni, 14 parchi e 25 università.

La candidatura ha visto coinvolte anche rappresentanze delle comunità territoriali, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nonché la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede. Tale approccio collettivo ha dimostrato l'importanza del patrimonio culturale nel rafforzare l'identità nazionale e nel promuovere il valore della cultura italiana a livello internazionale.

Riconoscimenti e obiettivi futuri

Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha espresso soddisfazione per questo prestigioso risultato, sottolineando il valore universale della Via Appia come opera ingegneristica che ha svolto un ruolo cruciale negli scambi commerciali e culturali attraverso i secoli. Questo riconoscimento si affianca ai recenti successi ottenuti dalla lirica italiana e rappresenta un ulteriore passo verso una maggiore valorizzazione della cultura e del patrimonio storico del Paese.

La storia millenaria della Via Appia

Origini e caratteristiche

La Via Appia, con i suoi 650 chilometri di lunghezza, è considerata una delle principali arterie viarie dell'antica Roma. La sua costruzione iniziò nel 312 a.C. sotto la supervisione del censore Appio Claudio Cieco, e il tracciato originario collegava Roma con Capua. Ben presto, la strada si ampliò, raggiungendo altre città come Benevento, Venosa, Taranto e Brindisi, diventando un importante collegamento verso la Grecia e l'Oriente.

Questa via storica non era solo una strada militare; si affermò rapidamente come un'importante via di commercio e cultura, contribuendo a formare il sistema viario che caratterizzò l'intero Impero Romano. I tradizionali metodi di costruzione utilizzati per la Via Appia rappresentano una vera innovazione per l'epoca, ponendo le basi per le future infrastrutture romane.

Riconoscimenti e significato culturale

Gli antichi autori che descrivevano la Via Appia la definivano con epiteti come "insignis", "nobilis" e "celeberrima", testimoniando la sua importanza nei contesti politico, economico e sociale. La Via Appia ha servito non solo come importante via di comunicazione, ma anche come simbolo dell'influenza di Roma sulla storia dell'Europa e del Mediterraneo. La sua millenaria esistenza, quindi, rispecchia non solo la grandiosità ingegneristica dei Romani, ma il suo valore come intercettore di culture e commerci.

La dichiarazione UNESCO e il futuro del patrimonio italiano

Il riconoscimento della Via Appia da parte dell'UNESCO mette in evidenza l'impegno dell'Italia nel mantenere vivo il legame con il proprio passato e la cultura storica. La recente dichiarazione del sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, ha sottolineato l'importanza di continuare a valorizzare e promuovere il patrimonio culturale italiano a livello globale. L'auspicio è che il riconoscimento della "Regina Viarum" possa servire da stimolo per ulteriori iniziative a tutela dei beni culturali, favorendo una maggiore consapevolezza verso la conservazione e la valorizzazione della storia italiana nel contesto internazionale.

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