l’Italia deve accelerare subito con le zone economiche speciali per reagire alla guerra commerciale globale

l’Italia deve accelerare subito con le zone economiche speciali per reagire alla guerra commerciale globale

L’Italia deve accelerare l’uso di zone economiche speciali, zone franche e logistiche per rafforzare la competitività nei porti e contrastare la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, secondo Paolo Pessina.
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L’Italia deve accelerare l’uso di zone economiche speciali, franche e logistiche per rafforzare la propria competitività in un contesto globale segnato da guerre commerciali e tensioni geopolitiche, con un focus sui porti come snodi strategici. - Gaeta.it

L’Italia si trova davanti a una fase critica per la sua economia, chiamata a muoversi con rapidità per sfruttare al meglio strumenti come le zone economiche speciali , le zone franche e le zone logistiche speciali. Questi strumenti diventano fondamentali per rispondere a uno scontro commerciale che coinvolge grandi potenze globali come Stati Uniti e Cina, e per mantenere competitività in un mercato sempre più instabile e frammentato. Paolo Pessina, presidente della Federazione italiana agenti e mediatori marittimi, mette in evidenza la necessità di un’accelerazione netta e la fine delle esitazioni burocratiche di fronte ai cambiamenti in atto.

la sfida commerciale globale e l’impatto sull’economia italiana

Negli ultimi vent’anni, cambiamenti economici e politici si sono succeduti rapidamente, ma lo shock della pandemia ha profondamente alterato le dinamiche precedenti. Ora il mondo si trova di fronte a conflitti e tensioni in diverse aree, con un quadro geopolitico che include anche conflitti armati e dazi sempre più restrittivi. Questo contesto influenza direttamente la capacità di reazione delle imprese italiane e, più in generale, del sistema industriale nazionale.

le parole di paolo pessina sulla guerra commerciale

Pessina richiama l’attenzione sull’urgenza di rispondere a una guerra commerciale che non è più solo teorica ma tangibile, capace di modificare i flussi commerciali e le strategie logistiche. “Gli effetti di questa guerra si fanno sentire soprattutto nei porti italiani, cerniere vitali per il commercio internazionale.” In questo scenario, la lentezza nelle decisioni rischia di compromettere la posizione strategica dell’Italia sul mercato globale. Per questo si richiede una mobilitazione immediata delle risorse e una semplificazione delle procedure amministrative.

zone economiche speciali, zone franche e zone logistiche: strumenti chiave per la competitività

Le zone economiche speciali, unitamente alle zone franche e logistiche, rappresentano leve decisive per rilanciare l’economia italiana. Questi territori con regimi doganali, fiscali e contributivi agevolati permettono di attirare investimenti, accelerare i processi produttivi e migliorare la capacità di attrarre traffici internazionali. Paolo Pessina evidenzia la necessità di sfruttare ogni margine offerto dalla legislazione europea a riguardo, “per non perdere terreno rispetto agli altri paesi che si stanno muovendo più velocemente in questa direzione.”

tempi rapidi e decisioni strategiche

La definizione delle aree da includere in questi regimi speciali, spiegano gli esperti di Federagenti, deve consumare tempi rapidi. Le decisioni tardive o appesantite da lungaggini burocratiche rischiano di far sfumare occasioni cruciali. La presenza di queste zone risponde in primo luogo all’esigenza di costruire poli logistici e industriali capaci di reggere la pressione di una competizione globale sempre più aggressiva. Porti, interporti e centri di smistamento merci sono luoghi strategici nei quali l’Italia deve concentrarsi per ricostruire una posizione di vantaggio.

margini di intervento e prospettive per il sistema Italia

un sistema integrato per fronteggiare la competizione globale

Federagenti, attraverso la voce di Paolo Pessina, sottolinea che le opportunità per espandere e rendere più efficaci le zone a regime speciale sono maggiori di quanto comunemente si creda. Non si tratta solo di burocratica pianificazione ma di definire veri e propri baluardi in grado di reggere i colpi della guerra commerciale che ora preoccupa il mondo intero.

L’idea è di fare delle Zes e delle aree speciali non solo uno strumento di vantaggio fiscale o doganale, ma un sistema integrato che coinvolga infrastrutture, sicurezza logistica e attrattività economica. Portare avanti questo disegno significa delineare una strategia chiara e ferma per il futuro del sistema italiano, che deve contrastare la perdita di terreno in mercati importanti e dare risposte immediate ai problemi delle catene produttive spezzate.

i porti italiani come snodi centrali

I porti italiani, per esempio, potrebbero diventare veri snodi centrali se modernizzati con l’ausilio delle norme Zes. Questo approccio deve tradursi in scelte rapide e mirate, che mettano fine ai tempi morti che spesso caratterizzano le decisioni pubbliche legate a queste aree. In un contesto mondiale segnato da tensioni e conflitti multipli, “la mossa dell’Italia non può essere rinviata ulteriormente.”

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