Il Clinical Research Course, un’importante iniziativa organizzata dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica in collaborazione con l’American Society of Clinical Oncology , ha preso il via oggi a Roma. Questo evento si inserisce in un contesto di crescenti riconoscimenti per l’Italia, che si colloca tra le prime cinque nazioni a livello globale nella ricerca oncologica. I recenti dati mostrano non solo un calo significativo della mortalità per cancro, ma anche la necessità di affrontare le sfide burocratiche che potrebbero ostacolare ulteriore progresso.
Progressi nella lotta contro il cancro: i dati recenti
Negli ultimi dieci anni, l’Italia ha registrato una diminuzione del 15% dei decessi per cancro, superando il calo del 12% osservato nella media dell’Unione Europea. Questo risultato è in parte attribuibile ai notevoli progressi nella prevenzione e nel trattamento del cancro. In confronto, gli Stati Uniti hanno visto una diminuzione complessiva della mortalità per tumori del 34% dal 1991 al 2022, con oltre 4,5 milioni di decessi evitati. Questo contesto evidenzia l’importanza e l’efficacia delle ricerche condotte in Italia, dove anche la pubblicazione di articoli scientifici in riviste internazionali ha raggiunto tassi di citazione elevati.
Francesco Perrone, presidente nazionale di Aiom, ha sottolineato il ruolo crescente dell’oncologia italiana, affermando che, con un adeguato supporto istituzionale, il Paese potrebbe affermarsi come un motore di sviluppo non solo nel campo scientifico, ma anche in termini economici e sociali. Nonostante queste conquiste, è essenziale per l’Italia definire nuovi modelli operativi per ottimizzare l’avvio dei trial clinici e affrontare le problematiche burocratiche.
La formazione dei giovani ricercatori
Obiettivo centrale del Clinical Research Course è fornire ai giovani ricercatori gli strumenti fondamentali per comprendere la metodologia delle sperimentazioni cliniche. Questo corso abbraccia tutte le fasi della ricerca, dagli studi preliminari a quelli finalizzati, fino alle sperimentazioni dopo la disponibilità dei farmaci nella pratica clinica. Aiom non solo sostiene l’iscrizione al corso per tutti i partecipanti selezionati, ma offre anche sostegno alle spese di viaggio per ricercatori provenienti da nazioni a medio-basso reddito.
La formazione è pensata per essere esaustiva, permettendo ai partecipanti di imparare a implementare idee innovative e ad analizzare attentamente la letteratura scientifica. Questo approccio è vitale per preparare i prossimi leader della ricerca oncologica, fornendo loro le competenze necessarie per contribuire efficacemente alla lotta contro il cancro.
Normativa europea e procedure di approvazione
Il Regolamento europeo n. 536 del 2014 ha introdotto tempistiche specifiche per l’autorizzazione degli studi clinici, imponendo un limite da un minimo di 60 a un massimo di 106 giorni a partire dalla data di sottomissione. Questa uniformità normativa dovrebbe facilitare notevolmente la conduzione degli studi, semplificando il processo di arruolamento dei pazienti e accelerando la conclusione degli stessi. Tuttavia, la realtà italiana si scontra con procedure amministrative complesse, ritardando i tempi di attivazione dei centri di ricerca.
Nel 2023, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha autorizzato 212 trial sulle neoplasie, mantenendo l’oncologia come la disciplina con il maggior numero di sperimentazioni attive. Tuttavia, i dati rilevano un calo del 5,2% rispetto all’anno precedente, suggerendo la necessità di interventi per migliorare l’attrattività del sistema italiano per gli studi clinici.
Criticità e prospettive future nella ricerca clinica
Massimo Di Maio, presidente eletto Aiom, ha evidenziato le cause della riduzione dei trial clinici in Italia. Tra queste, la carenza di professionisti dedicati, i rallentamenti nei processi di approvazione etica e la complessità del contratto a livello aziendale. La lentezza nell’arruolamento dei pazienti ha portato molte sperimentazioni cliniche a migrare verso Paesi che hanno investito maggiormente in ricerca e sviluppo.
Va notato che il panorama della ricerca oncologica è cambiato, con una crescente necessità di reclutare pazienti per studi specifici. In effetti, molte nuove molecole anticancro richiedono ampi gruppi di partecipanti, il che pone una sfida in termini di coinvolgimento dei malati in ricerche mirate.
Evoluzione del modello di ricerca oncologica
Una delle innovazioni più importanti è il passaggio dal modello istologico a quello mutazionale. Tradizionalmente, la ricerca oncologica si basava sull’organo di origine della malattia, ma ora si stanno affermando approcci che si concentrano sulle alterazioni genetiche indipendentemente dalla localizzazione. Questo nuovo paradigma offre opportunità rivoluzionarie nella ricerca e nella pratica clinica, ponendo l’accento sulla profilazione genomica nel trattamento dei tumori.
Nel 2025, negli Stati Uniti si prevedono oltre 2 milioni di nuovi casi di cancro, mentre l’Italia si aspetta 390.100 nuovi casi nel 2024. La mortalità continua a diminuire, ma il cambiamento demografico nella distribuzione dei tumori solleva nuove preoccupazioni, in particolare per quanto riguarda le donne e i giovani. I fattori di rischio, come l’obesità e il fumo, continuano a giocare un ruolo cruciale, suggerendo la necessità di stili di vita più sani per prevenire un numero crescente di casi.