Un recente report Istat ha messo in luce una realtà preoccupante per la salute della popolazione ligure. Con circa un milione e trecentosettantaseimila residenti, la Liguria presenta un alto tasso di fumatori e consumatori di alcol. Questi dati offrono uno spaccato significativo sui comportamenti a rischio che caratterizzano una parte considerevole della comunità e sollevano interrogativi sulle strategie di prevenzione e promozione della salute attive nella regione.
Fumo: una piaga in crescita
Secondo le statistiche, 245 mila liguri sono fumatori, il che corrisponde al 17,8% della popolazione al di sopra degli undici anni. Di questi, circa 40 mila individui hanno un consumo estremamente elevato, fumando oltre venti sigarette al giorno. Questa fascia di utenza rappresenta il 16,9% dell’intera popolazione che fuma. La maggioranza dei fumatori si colloca in categorie meno estreme: 65 mila fumano fino a cinque sigarette al giorno, mentre 83 mila oscillano tra le sei e le dieci sigarette. La media complessiva si attesta a 10,7 sigarette quotidiane per persona.
Viene così delineato un quadro di una popolazione in cui il fumo rimane un’abitudine radicata. La prevalenza di fumatori accaniti rivela non solo un problema di salute personale, ma anche un potenziale costo sociale per il sistema sanitario ligure. La diffusione dell’abitudine al fumo dipende anche dalla bassa percezione del rischio associato, elemento che favorisce una minore motivazione a smettere. La necessità di campagne informative e di supporto alla disassuefazione appare sempre più urgente.
Alcol: un consumo preoccupante
Il consumo di alcol in Liguria si rivela ugualmente allarmante, con 743 mila residenti che dichiarano di bere. Questo comporta un impressionante 54% della popolazione. Nonostante una parte di essa possa garantire un consumo responsabile, emerge che ci sono ben 197 mila liguri con comportamenti di consumo di alcol a rischio, pari al 14,3%, e 125 mila persone che eccedono nel bere regolarmente, rappresentando il 9,1%.
Analizzando più in dettaglio, 57 mila individui hanno un consumo abituale eccedente solo durante i pasti, mentre 92 mila praticano il ‘binge drinking‘, una modalità di consumo riscontrata nel 6,7% della popolazione. Questo fenomeno di ubriacatura occasionale è una preoccupante realtà, soprattutto considerando gli effetti a lungo termine sulla salute fisica e mentale. La stima dell’Istat offre un’analisi chiara di un comportamento giovanile che potrebbe sfociare in problematiche più serie, richiamando l’attenzione sulla necessità di strategie di intervento e di sensibilizzazione.
Il ruolo della prevenzione
Risulta evidente che le comunità locali e le istituzioni sanitarie devono adottare un approccio proattivo per affrontare queste problematiche. È fondamentale promuovere stili di vita sani come una priorità nel programma socio-sanitario della Liguria. Interventi educativi nelle scuole, campagne informative sui rischi legati al fumo e al consumo eccessivo di alcol, così come la creazione di servizi di supporto per chi desidera smettere di fumare o ridurre il consumo di bevande alcoliche sono passi cruciali per migliorare la salute pubblica.
Inoltre, avere accesso a programmi di assistenza e trattamento per le dipendenze è essenziale per affrontare questa situazione in modo efficace. La Liguria si trova di fronte a una sfida complessa, ma è importante agire collettivamente per garantire il benessere delle future generazioni.
I dati emersi dal rapporto Istat del 2023 non solo evidenziano la necessità di un’azione immediata, ma sono anche un forte richiamo alla responsabilità sociale e al considerare la salute come un patrimonio da tutelare con attenzione e cura.
Ultimo aggiornamento il 17 Dicembre 2024 da Armando Proietti