La quantità di energia sprecata ogni volta che si butta del cibo è più alta di quanto si immagini. Nel 2025, proprio in occasione della Giornata mondiale della Terra del 22 aprile, sono stati resi noti dati importanti che mostrano quanto spreco energetico nasconda il cibo buttato. Non si tratta solo di cibo perso ma anche di elettricità, acqua e altre risorse che sono servite per produrlo. Questi dati aiutano a capire meglio come le nostre scelte quotidiane impattano sull’ambiente.
lo spreco di carne: un consumo energetico insospettabile
Ormai è noto che produrre carne richiede molta energia, ma le cifre aggiornate sorprendono comunque. Buttare via un chilo di carne vuol dire sprecare tutta l’elettricità necessaria a ricaricare uno smartphone 630 volte. Questo equivale, appunto, all’energia consumata per la produzione di quell’alimento. Ogni fase, dall’allevamento alla macellazione, porta a un consumo energetico rilevante, che poi si traduce in un costo ambientale elevato.
un numero enorme ma spesso ignorato
Considerando l’energia “nascosta” dietro un solo chilo di carne, viene chiaro perché ridurre gli sprechi in questo ambito può fare una differenza significativa sull’ambiente. Sembra un numero enorme, ma lo sapremo se pensiamo a quante volte gettiamo via carne non consumata o scaduta in casa, o nei ristoranti e supermercati. È facile che spesso questa energia «invisibile» venga ignorata, ma è reale e gravosa.
il costo energetico degli ortaggi freschi
Anche se appare meno evidente, lo spreco degli ortaggi freschi ha un impatto significativo sotto il profilo energetico. Buttare un chilogrammo di verdura significa sprecare l’energia necessaria a tener accesa una lampadina led da 10 watt per 22 ore. Questo dato prende in considerazione il consumo energetico per coltivare, raccogliere, trasportare e conservare i vegetali.
confronto tra coltivazione in campo aperto e in serra
Un dato interessante arriva quando paragoniamo gli ortaggi coltivati in campo aperto con quelli coltivati in serra. Se la produzione in campo richiede 187 kilocalorie , quella in serra sale a 5.245 kilocalorie. Questa quantità di energia basterebbe a tenere la stessa lampadina accesa per oltre 25 giorni consecutivi. Il confronto evidenzia quanto le diverse tecniche di coltivazione influiscono sul consumo di energia e quindi sul peso dello spreco.
spreco energetico alimentare: dati e numeri italiani
Lo spreco energetico legato al cibo in Italia rappresenta un fenomeno rilevante che, spesso, passa sotto traccia. Uno studio condotto da Enea in collaborazione con l’Università di Bologna ha rilevato che circa il 3% dello spreco di energia nazionale è attribuibile al cibo buttato via. Questo costo energetico si traduce in una spesa economica invisibile di 4 miliardi di euro all’anno, che grava sul sistema complessivo.
Il coordinamento dell’Osservatorio Waste Watcher International ha calcolato che ogni persona, in media, spreca circa 618 grammi di cibo ogni settimana. Tradotto, questo suggerisce uno spreco nazionale annuale vicino ai 2 milioni di tonnellate. Numeri così ampi mostrano come il problema tocchi tutti: famiglie, attività commerciali e luoghi pubblici. Lo spreco di cibo è quindi anche uno spreco energetico molto concreto.
strategie per ridurre la perdita di energia attraverso il cibo
A fronte di questi dati, diventa chiaro che scegliere cosa mettere nel carrello aiuta a limitare sprechi e consumi inutili. Andrea Segrè, esperto e fondatore della campagna Spreco Zero, ricorda che il cibo non è solo nutrimento ma anche energia trasformata. Quando si getta via del cibo, si sta buttando via anche una quantità di energia che ha consumato risorse naturali.
consigli pratici per ridurre gli sprechi
Per ridurre l’impatto si consiglia di preferire prodotti freschi, che siano vegetali, locali e di stagione. Questi prodotti richiedono meno energia per la produzione e spesso finiscono di meno nello spreco. Al contrario, gli alimenti molto processati o congelati richiedono più energia per la preparazione e conservazione e nascondono sprechi maggiori.
Piccoli gesti, come l’acquisto consapevole e la conservazione corretta, possono ridurre la quantità di cibo buttato e con esso tutta l’energia sprecata, oltre ovviamente a diminuire lo spreco di acqua e altre risorse ambientali.
il peso dello spreco nella vita quotidiana
Lo spreco alimentare si inserisce nella routine quotidiana: andare a fare la spesa senza una lista, comprare più del necessario o non conservare correttamente gli alimenti porta inevitabilmente a gettarli dopo qualche giorno. Non si tratta solo di un problema economico, ma del fatto che ogni alimento scartato ha richiesto energia, suolo, acqua e lavoro.
sprechi nei ristoranti e grandi distribuzioni
Nei ristoranti e nelle grandi distribuzioni si aggiunge il fattore organizzativo: scadenze poco chiare o sovrapproduzione creano quantità importanti di rifiuti. Al di là dell’ambito domestico, intervenire anche in questi settori può contribuire a ridurre lo spreco totale e quindi il consumo energetico complessivo legato al cibo. Ragionare su questi temi è fondamentale per contenere l’impatto ambientale.
Questi dati presentati nel 2025 ci ricordano che ogni gesto ha un peso e che, per limitare sprechi e consumi inutili, è importante guardare con attenzione a cosa finisce nel cestino, perché in quella perdita c’è anche una quantità considerevole di energia gettata.