Lo spreco di pane in Europa: un problema crescente e soluzioni innovative

Lo spreco di pane in Europa: un problema crescente e soluzioni innovative

Oltre il 15% del pane prodotto in Europa viene sprecato ogni anno, con perdite economiche di 12,5 miliardi di euro. Si esplorano cause e iniziative per ridurre gli scarti alimentari.
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Lo spreco di pane in Europa: un problema crescente e soluzioni innovative - Gaeta.it

Oltre il 15% del pane prodotto in Europa finisce sprecato ogni anno, con perdite che raggiungono milioni di tonnellate e un valore economico di circa 12,5 miliardi di euro. Questa situazione preoccupa non solo i consumatori ma anche le industrie del settore, che stanno cercando attivamente di affrontare il tema con soluzioni più sostenibili. Questo articolo esplorerà le cause dello spreco, le differenze tra vari paesi, e le iniziative adottate per trasformare gli scarti in risorse utili.

Le statistiche sullo spreco di pane in Europa

Recenti dati rilasciati nel corso del Food Tech Congress hanno rivelato che quasi un panino su cinque prodotto in Europa viene gettato. Le statistiche evidenziano notevoli variazioni nel tasso di spreco tra i diversi paesi. Ad esempio, in Spagna, il pane rappresenta una piccola frazione — circa il 5% — dello spreco alimentare complessivo, mentre in Norvegia questa percentuale supera il 25%. Queste discrepanze sono influenzate da fattori culturali e comportamentali, che determinano le abitudini di consumo. Ogni anno, circa 5 milioni di tonnellate di pane vengono sprecate, un dato che spinge a cercare soluzioni più efficaci per ridurre gli scarti.

Una delle cause principali di questo fenomeno è il comportamento dei consumatori, che richiedono spesso pane freschissimo. Questo comportamento collega il problema dello spreco alla breve durata di conservazione dei prodotti da forno e alla sovrapproduzione. Le conseguenze economiche e ambientali di tali comportamenti sono notevoli, contribuendo significativamente ai rifiuti alimentari e alla crisi ambientale.

Lo stato dello spreco negli Stati Uniti

Anche negli Stati Uniti, la situazione non è delle migliori. Secondo una ricerca condotta da Future Market Insights, si stima che oltre 500 mila tonnellate di prodotti da forno vengano sprecate ogni anno. Sebbene il problema sia simile a quello che affligge l’Europa, negli Stati Uniti si stanno registrando progressi verso una maggiore consapevolezza delle pratiche sostenibili nel settore alimentare. Questo cambiamento è influenzato anche dalla crescita del mercato della nutrizione animale, dove i prodotti da forno non più destinabili al consumo umano possono essere riutilizzati. Ingredienti come pane non più vendibile possono diventare fondamentali per la produzione di mangimi destinati agli animali da allevamento.

Eccellenza italiana nel recupero degli scarti

L’Italia sta emergendo come un esempio di best practice nel recupero degli scarti dell’industria alimentare. L’azienda Regardia, fondata nel 1981 a Marene, nel cuneese, si è specializzata nella trasformazione di prodotti alimentari non più adatti al consumo umano in ingredienti nutritivi per mangimi e bioenergie. L’idea alla base di Regardia è quella di valorizzare prodotti che, per motivo estetico o logistico, non possono essere venduti, riducendo così il problema degli sprechi.

Carlo Goretti, CEO di Regardia, sottolinea l’importanza del loro ruolo nel contesto attuale, in cui la circolarità e la sostenibilità stanno diventando focus centrali. Nel 2020, è stata lanciata un’iniziativa sul sito web dell’azienda che permette a diverse imprese di collaborare, diventando fornitori di prodotti da forno non utilizzati. Senza donazioni, ma acquisti veri e propri, questi prodotti vengono recuperati e trasformati in ingredienti alimentari per gli animali, creando un ciclo economico positivo.

Il valore nutrizionale degli scarti

Un aspetto sorprendente degli scarti di produzione è il loro valore nutrizionale. Secondo Future Market Insights, gli scarti di panificazione possono contenere tra l’8 e il 15% di proteine grezze, oltre a livelli significativi di estratti eterei e amido. Grazie a processi di raccolta e trasformazione, si possono ottenere ingredienti di alta qualità e privi di OGM. Goretti chiarisce che durante la fase di produzione, vengono scartati solo quegli alimenti non conformi agli standard estetici o di packaging.

La capacità di trasformare questi rifiuti in mangime per animali presenta notevoli vantaggi, sia per il comparto agroalimentare che per l’ambiente. È un metodo efficace per ridurre gli scarti alimentari e portare a una maggiore sostenibilità nel settore agricolo.

Nuove opportunità nel settore delle bioenergie

Oltre alla produzione di mangimi, gli scarti dai prodotti da forno possono essere trasformati anche in bioenergie, come il bio-metano. Questa pratica sta guadagnando terreno, con un valore che, secondo Goretti, rappresenta attualmente circa il 20% della produzione di Regardia. Gli allevatori e agricoltori possono trarre profitto dall’implementazione di impianti di biogas, creando un’opportunità preziosa per il mercato e il settore energetico. L’approccio di Regardia offre un modello da seguire per altre aziende che vogliono contribuire a ridurre il problema dello spreco alimentare e, allo stesso tempo, promuovere l’economia circolare.

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