La Lombardia, nota per il suo sistema sanitario, sta vivendo un acceso dibattito riguardo l’efficacia delle proprie politiche sanitarie. Recentemente, Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, ha messo in discussione le affermazioni del presidente Attilio Fontana e dell’assessore al welfare Guido Bertolaso, evidenziando come il sistema favorisca in realtà i grandi gruppi privati a discapito delle attese dei cittadini. Questo scambio di opinioni si inserisce nel contesto di una lettera inviata dal ministro della Salute Orazio Schillaci alle Regioni, sollecitando una riflessione sulle liste d’attesa per le prestazioni sanitarie.
Le dichiarazioni di Majorino e le critiche a Fontana
Majorino ha espresso il suo “basito” stupore riguardo alle affermazioni di Fontana e Bertolaso sulle liste d’attesa. Secondo l’esponente del PD, il presidente sarebbe evasivo nel suo approccio alle sfide del sistema sanitario. Fontana ha suggerito l’implementazione delle case di comunità come risposta alla questione delle lunghe attese, ma Majorino contesta che questo non sia un problema di gestione da parte di altri, bensì una responsabilità diretta del governo regionale. Contestare la mancanza di una strategia chiara da parte dell’amministrazione è diventato un punto centrale della sua posizione.
Le problematiche legate alle liste d’attesa
Un aspetto cruciale del dibattito è rappresentato dalle liste d’attesa, che continuano a crescere e a preoccupare i cittadini lombardi. Majorino ha rimarcato come l’introduzione del centro di prenotazione unico per strutture sanitarie pubbliche e private, accolto inizialmente con entusiasmo, abbia deluso le aspettative degli utenti. Questo sistema, che avrebbe dovuto semplificare le prenotazioni, si è rivelato inefficace. Le esperienze di chi cerca di ottenere una visita o un esame dimostrano che la realtà è ben lontana dalle promesse iniziali.
Majorino ha indicato la mancanza di collaborazione con i gruppi privati come una delle principali cause del fallimento di questo sistema. Le strutture private, che ricevono fondi pubblici, non sembrano disposte a condividere i propri programmi di prenotazione con il sistema pubblico, costringendo i pazienti a navigare in una burocrazia complessa e frustrante. La conseguenza è che i cittadini si trovano a dover affrontare attese interminabili per cure, il che mette in discussione la sostenibilità del modello sanitario lombardo.
La questione dei gruppi privati e delle politiche sanitarie
La Lombardia è stata spesso citata come un esempio da seguire, ma secondo Majorino, questa narrazione è ingannevole. L’ex assessore ai Servizi Sociali sottolinea che molte politiche sembrano essere più orientate a favorire il profitto di aziende private piuttosto che il benessere pubblico. Le strutture sanitarie regionali sono fortemente dipendenti dalle collaborazioni con il privato, lasciando in secondo piano l’efficienza e la qualità del servizio offerto ai cittadini.
Le dichiarazioni di Bertolaso, che descrivono la Lombardia come un modello eccellente nella gestione della sanità , sono state accolte con scetticismo. La realtà percepita dalla popolazione suggerisce il contrario: troppi pazienti segnalano esperienze negative, come la difficoltà nel ricevere prestazioni sanitarie necessarie. Quest’analisi mette in evidenza come le politiche attuali necessitino di una revisione profonda e di iniziative che realmente mettano al centro il cittadino e non il profitto di pochi.
La situazione sanitaria lombarda continua a essere fonte di preoccupazione e dibattito. Le critiche di Majorino stanno riportando l’attenzione sulla necessità di una riforma reale del sistema, affinché venga riconosciuta l’importanza di garantire prestazioni tempestive e di qualità a tutti i cittadini, senza distinzione fra pubblico e privato.